In tempi di riforme costituzionali, e in particolare della profonda mutazione cui dovrebbe andare incontro il Senato, ci è sembrato interessante indagare i parlamenti dei paesi europei a noi più prossimi per vedere somiglianze e differenze. Da un lato, quindi, riportiamo i dati del percorso di studi dei parlamentari di Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna. Dall’altro - in tempi di polemiche su quote rosa e gerontocrazia - abbiamo analizzato anche il peso di uomini e donne nelle camere e la distribuzione per età.
Ovviamente il nostro interesse va soprattutto alla formazione comparata dei parlamentari, in particolare per quanto attiene alle materie scientifiche, e alla distribuzione delle professioni. Dobbiamo tuttavia invitare a un certa cautela nella lettura dei dati sia per il diverso significato che nei diversi paesi hanno i titoli di studio, sia perché i database dei parlamenti paesi europei hanno natura e consistenza diversa, e non sempre esiste una reale confrontabilità. Con una certa sorpresa abbiamo peraltro scoperto che fra i paesi considerati solo il parlamento italiano offre un dataset aperto.
Ma le sorprese non finiscono qui, e a una rapida lettura dei dati che seguono forse anche alcuni pregiudizi sulla “casta” dovrebbero essere rivisti.
Proviamo allora a dare uno sguardo a come sono composte le camere di Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia.
Almeno nella politica i giovani alla ribalta in Italia
Prima sorpresa: l’attuale Camera dei deputati italiana è una delle più giovani d’Europa con una età media di circa 45 anni (al momento dell'elezione) e un’ampia presenza di trentenni, in particolare nella fascia 35-40 anni. Forse questo è da ascrivere all’”effetto Grillo” (e alla risposta del PD con Renzi).
Negli altri maggiori paesi europei l’età media è di 5 anni più alta e sono maggiori anche le età del deputato più giovane e di quello più vecchio.
Donne in politica
Seconda sorpresa: in linea con gli altri paesi europei la presenza femminile, non distante dalla Germania e addirittura superiore a Francia e Regno Unito. Non si può dunque utilizzare l’argomento esterofilo (se non probabilmente per le democrazie dell’estremo Nord Europa) per sottolineare la persistente sottorappresentazione delle donne nella vita politica italiana. E’ un dato comune ai grandi paesi europei.
In Italia laureati in linea con gli altri paesi (ma sopratutto avvocati)
Terza sorpresa: alla Camera dei deputati si contano 432 parlamentari con laurea, 161 con diploma superiore e 8 con licenza media, quindi una percentuale di laureati ben superiore al dato medio nazionale. Dalle statistiche ufficiali risultano anche 29 con titolo non indicato.
Il gruppo parlamentare più numeroso è quello del Partito democratico che quindi conta anche il numero maggiore di laureati.
Analizzando le distribuzioni percentuali dei titoli di studio nei vari gruppi si nota una composizione simile per tutti i gruppi. Si registra un maggior numero di laureati nel gruppo di Per l’Italia e un minor numero in SEL e nella Lega.
Paragonando le percentuali di laureati delle camere basse degli altri paesi si può vedere che l’Italia regge bene il confronto. Anche se difficile un confronto preciso, a causa dei diversi sistemi di valutazione si ha che in Francia circa il 55 per cento dei deputati ha un titolo di studio universitario, la Spagna circa il 60 per cento e il Regno unito circa il 75 per cento.
Tra i laureati predominano le facoltà umanistiche. 70% contro 30%, anche grazie al grande numero di parlamentari laureati in legge, oltre 100, che distaccano di gran lunga i laureati in scienze politiche (circa 50) e poi economia, filosofia, ingegneria, medicina e altre lauree.
Dalle statistiche fornite dagli organi parlamentari è possibile paragonare anche le facoltà. In Italia si piazzano bene le lauree scientifiche. Come in Spagna molti deputati hanno una laurea in legge o in Scienze politiche mentre non sono numerose le lauree in Economia, più presenti nel parlamento Francese dove anche sono più numerose le lauree letterarie.
Non mancano i deputati con un titolo post-laurea. Circa 80 di loro hanno proseguito gli studi diventando dottori di ricerca, assistenti, ricercatori fino a diventare professori universitari. Forse tra questi possono essere cercati coloro che dovrebbero avere una maggiore sensibilità ai temi della scuola e della ricerca in Italia.
Che lavoro fanno?
Non si riesce in tutti i casi a trovare una corrispondenza tra titolo di studio e professione svolta fuori dalle camere. Con le fonti consultate, le stime che si riescono a formulare per la provenienza di studi, infatti, possono trovare un confronto per ciò che riguarda la vita professionale principalmente per Germania, Francia e Spagna.
(E' stata utilizzata la categorizzazione delle professioni di dati.camera.it - Professioni intellettuali: insegnante; professore universitario; ricercatore-scienziato; medico, operatore sanitario; ingegnere, architetto; avvocato; altra professione intellettuale/scientifica. Altro: impiegato settore pubblico; dirigente; imprenditore; economista; politico di professione; giornalista; pubblicitario; agente d’assicurazione; consultante aziendale; agricoltore; pensionato; altre professioni non ascrivibili ad altre categorie specifiche)
Professori e deputati
L’Italia si distingue per un alto numero di docenti, in particolare professori universitari, conquistati dalla politica. I ricercatori e gli scienziati non mancano ma sono meno che nelle camere degli altri paesi.
Senato
Al Senato un atteso innalzamento dell'età media, anche se non sono molti i senatori ultra settantenni. Decisamente meno le donne.
Al Senato resta costante la percentuale di laureati.
Con l'età invece si alza anche il numero di senatori occupati in professioni intellettuali, circa la metà. Andando a scomporre il dato dei lavoratori in ambito intellettuale emerge invece una situazione simile a quella della Camera con un gran numero di avvocati seguiti da professori universitari e medici.
Le statistiche sono state elaborate sulla base delle informazioni disponibili e consultabili su dati.camera.it; dati.senato.it; assemblee-nationale.fr; congreso.es; bundestag.de; parliament.uk; ipu.org (Inter Parliament Union)