fbpx La realtà non è come ci appare | Scienza in rete

La realtà non è come ci appare

Read time: 4 mins

Carlo Rovelli è un importante fisico teorico e filosofo della scienza che vive e lavora in Francia. Si occupa di gravità quantistica, ovvero quella linea di ricerca che tenta di rendere consistenti tra loro le due grandi teorie del Novecento: relatività generale e meccanica quantistica.
La teoria che Rovelli ha contribuito a fondare si chiama “gravità quantistica a loop” (per gli amici LQG), che è la maggiore “rivale” della (più nota a livello mediatico) teoria delle stringhe. Nel 2011 Rovelli si era già fatto notare come divulgatore con "Che cos’è la scienza" (Mondadori), in cui ricostruisce il pensiero del filosofo greco Anassimandro e, in generale, del pensiero scientifico.

Si potrebbe dire, leggendo questo "La realtà non è come ci appare" (Raffaello Cortina), che la cifra del Rovelli divulgatore stia proprio qui: trasmettere la forma del pensiero scientifico, più che il suo contenuto. Non ci si aspetti, quindi, un testo da cui poter apprendere nel dettaglio che cosa dicono la gravità quantistica a loop, la meccanica quantistica e la relatività generale: tutto questo c’è, naturalmente, ma i lettori che cercano questo tipo di divulgazione potrebbero rimanere delusi.
Quello che fa Rovelli, in questo testo, è qualcosa di più profondo e sottile: il suo scopo non è spiegare relatività generale e meccanica quantistica, ma che cosa queste due grandi teorie ci insegnano del mondo; il suo scopo non è trasmettere la LQG, ma la visione della Natura che tale teoria può offrire. La parola “visione” compare spesso nel testo: perché questo non vuole essere solo un libro sulla fisica, ma anche – e soprattutto – sull’interpretazione della realtà che la fisica ci permette di costruire.

Qual è, quindi, la visione offerta dalla LQG? Come suggerisce il titolo, è uno scenario molto differente da quello a cui siamo avvezzi e che nella vita quotidiana diamo per scontato. Se per molti versi siamo abituati – e a ragione – a pensare alla fisica come una disciplina che scardina le nostre certezze e i nostri preconcetti, più difficile è capire quale nuova interpretazione dare al mondo fisico, laddove esso sembra smettere di soggiacere ai nostri schemi intuitivi.
È proprio quello che Rovelli, pagina dopo pagina, fa in questo libro. Per comprendere la struttura della Natura occorre decostruire alcune nostre certezze che derivano in parte dai sensi e in parte dalla tradizione culturale: questo libro aiuta a capire cosa fa parte di questa struttura anche se sembra non farne parte (per esempio i campi) e, viceversa, cosa non ne fa parte anche se sembra di sì (come lo spazio e il tempo).

Partendo dalle grandi intuizioni degli atomisti greci, e proseguendo in un percorso ideale attraverso svariati “giganti” della fisica (Galilei, Newton, Faraday, Maxwell, Einstein, Bohr, Heisenberg, Dirac...), l’autore arriva a spiegarci i grandi pilastri concettuali della fisica moderna (relatività generale e meccanica quantistica); ci spiega perché sembrano incompatibili tra loro, e ci mostra come la LQG sembrerebbe “curare” questo decennale litigio. La “cura” non è a base di nuove idee (come avviene nella teoria delle stringhe) ma di una riorganizzazione dei concetti già acquisiti in una nuova interpretazione della Natura.
Un’interpretazione in cui lo spazio e il tempo – in barba a Kant – non sono più “ingredienti” intrinseci alla Natura, ma solamente effetti su scala macroscopica dei processi che avvengono nella profondità del mondo quantistico. Un mondo costituito non più di particelle ma di “campi quantistici covarianti” che interagiscono continuamente; e proprio da questa interazione derivano le nostre nozioni di spazio, tempo e particelle. Nozioni utili per noi esseri umani, ma non essenziali – sembrerebbe – per dare una descrizione più intima della realtà in cui siamo immersi.

La potenza del percorso di Rovelli, nonché il maggiore pregio di questo libro, sta proprio nella maniera perfettamente naturale e agevole con cui l’autore ci conduce dal nostro scenario intuitivo del mondo (spazio + tempo + particelle) a quello della LQG: tanto da farci trovare inaspettatamente “sensata” questa visione della realtà. Che in fondo segue solo le tracce indicate dalla relatività generale e dalla meccanica quantistica. In questo senso l’autore è abile nel selezionare quali tasselli del discorso sono davvero importanti e poi ricombinarli al momento opportuno per restituirci un quadro convincente.
Ma forse non del tutto convincente. Perché in questo sforzo si è preferito, certamente pensando al lettore digiuno di fisica, tralasciare molti dettagli tecnici sulle teorie fisiche: il risultato è che, alla fine del libro, troppe conclusioni sembrano “scese dal cielo” senza un’argomentazione sufficientemente solida. In questo senso sarebbe stata preferibile una foliazione più ampia accompagnata da un livello di approfondimento maggiore.

Nelle oltre duecento pagine che compongono il suo libro, Carlo Rovelli ci comunica la meraviglia e il fascino della ricerca di un’interpretazione del mondo che non deve essere bella, ma sempre più efficace per descrivere la realtà; tenendo sempre conto – come l’autore ci ricorda nell’appassionato finale del libro – che è nella natura stessa della scienza non porre mai fine a tale ricerca, e non guardare mai a nessuna teoria (o “visione”, che dir si voglia) come a qualcosa di definitivo e stabilito una volta per tutte. 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Il nemico nel piatto: cosa sapere dei cibi ultraprocessati

Il termine "cibi ultraprocessati" (UPF) nasce nella metà degli anni '90: noti per essere associati a obesità e malattie metaboliche, negli ultimi anni si sono anche posti al centro di un dibattito sulla loro possibile capacità di causare dipendenza, in modo simile a quanto avviene per le sostanze d'abuso.

Gli anni dal 2016 al 2025 sono stati designati dall'ONU come Decennio della Nutrizione, contro le minacce multiple a sistemi, forniture e sicurezza alimentari e, quindi, alla salute umana e alla biosfera; può rientrare nell'iniziativa cercare di capire quali alimenti contribuiscano alla salute e al benessere e quali siano malsani. Fin dalla preistoria, gli esseri umani hanno elaborato il cibo per renderlo sicuro, gradevole al palato e conservabile a lungo; questa propensione ha toccato il culmine, nel mezzo secolo trascorso, con l'avvento dei cibi ultraprocessati (UPF).