Mentre l'anno dedicato all'astronomia e a Galileo sta per finire, si inaugura la mostra Astri e particelle. Le parole dell'Universo che dal 27 ottobre fino al 14 febbraio 2010 si potrà visitare al Palazzo delle esposizioni di Roma. E' un bel modo per chiudere in bellezza.
Se qualcosa sappiamo del luogo in cui ci capita di vivere, infatti, lo dobbiamo a quel gesto che Galileo fece 400 anni fa: puntare il cannocchiale verso il cielo. Da lì in poi la conoscenza del cosmo è cresciuta enormemente tanto che nessun contemporaneo di Galileo avrebbe potuto neppure immaginare il nostro universo così come lo vediamo in questa mostra: immenso, violento, pulsante, rumoroso, vivo. Ed è cresciuta velocemente: un secolo fa conoscevamo solo una galassia, la nostra. Oggi gli astronomi ritengono che le galassie siano circa 140 miliardi. E, sempre un secolo fa, nessuno avrebbe potuto prevedere come le ricerche dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo si sarebbero intrecciate: studiare le particelle e la luce che vengono dalle profondità del cosmo ha contribuito a capire molte cose dell'universo.
Oggi dunque sappiamo molto, ma tanto c'è da scoprire. Basti pensare alla porzione ancora "oscura" di ciò che esiste: 20% di materia oscura e 75% di energia oscura. Quindi solo il 5% è capito in termini di materia normale.
La mostra realizzata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Istituto Nazionale di Astrofisica e l'Agenzia Spaziale Italiana con la direzione scientifica di Roberto Battiston fa il punto sulle nostre conoscenze in modo immaginifico. Effetti speciali a due e tre dimensioni e macchine interattive ci permettono di capire le dimensioni e l'età dell'universo, di cosa è composto, come si sono formati i pianeti, le stelle e le galassie. C'è, ad esempio, la simulazione grafica su computer del Big Bang, l'espansione violenta e rapidissima avvenuta 14 miliardi di anni fa, o la macchina che ci permette di ascoltare il rumore della radiazione cosmica di fondo, ovvero della luce prodotta dal Big Bang che oggi è "fredda" e ha la frequenza delle onde radio. Se volete passare dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo, potete invece farvi una bella doccia cosmica: basta entrare e vedrete il vostro corpo attraversato da una fitta pioggia di particelle microscopiche e invisibili che arrivano da distanze inimmaginabili del Cosmo. Niente di pericoloso, comunque. La doccia cosmica mostra solo ciò che accade quotidianamente: ogni giorno miliardi di particelle che non possiamo vedere attraversano la Terra e gli esseri viventi che la popolano. Nella mezz'ora che impiegherete a visitare la prima parte della mostra, ad esempio, un milione di raggi cosmici vi avranno trafitto. Per non parlare dei 10 milioni di miliardi di neutrini prodotti dal Sole che avranno attraversato il vostro corpo. Se, invece, siete interessati alla vostra origine, potete pesarvi sulla bilancia che vi dirà quanto del vostro peso è fatto di materiale proveniente dalle stelle.
Lo scopo della mostra, però, non è solo raccontare l'universo, ma anche come l'uomo sta penetrando i suoi misteri, la scienza che c'è dietro. Una grande sfera, che ha l'aspetto di Giove e poi si trasforma nel Sole, ospita al suo interno interviste filmate con gli scienziati che l'universo lo studiano. I visitatori salgono montagne e scendono negli abissi marini, entrano nelle viscere della Terra e vengono lanciati nello spazio. Tutto virtualmente, si intende. Lo scopo è esplorare gli esperimenti che oggi, da sotto il mare così come dalla cima di una montagna, cercano di decifrare i messaggi che il nostro universo ci manda.
Durante la mostra, al Palazzo delle esposizioni si svolgeranno anche numerosi incontri su questi temi. Il calendario completo degli eventi si trova sul sito del Palazzo delle esposizioni.