Il 16 giungo scorso
Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini hanno espresso pubblicamente il loro
parere contrario ai trattamenti della Fondazione Stamina in un articolo su Nature condividendo le loro esperienze
ed opinioni nella lunga e dura battaglia per far prevalere le prove
scientifiche.
Quando standard clinici permissivi hanno rischiato di mettere in
pericolo il Sistema Sanitario e i pazienti italiani, i due ricercatori, insieme
agli specialisti di cellule staminali Paolo Bianco e Michele De Luca, sono scesi
in campo e hanno messo a disposizione le proprie competenze per aiutare i
non-scienziati ad apprezzare il valore delle prove, del rigore e della valutazione
dei rischi.
Dopo 2 anni di sforzi gli scienziati hanno ottenuto un grosso
risultato: il 28 maggio 2014 una sentenza della Corte europea dei diritti
dell'uomo ha stabilito che i pazienti non hanno il diritto di ricevere terapie
per le quali non esiste alcuna prova scientifica. Ma non sono pronti a
rilassarsi.
All'inizio di questo mese, Marino Andolina, vice-presidente della
Fondazione Stamina, è stato nominato commissario sostituto dell'ospedale
pubblico di Brescia, dove la fondazione opera ancora, e un tribunale gli ha
dato il via libera per riprendere il "trattamento Stamina" su un piccolo
paziente.
I pazienti disperati sono sempre vulnerabili allo sfruttamento e i
due ricercatori si augurano che condividere la loro esperienza aiuterà altri esperti
ad unirsi alla lotta contro la pseudoscienza.
La loro crociata ha avuto
risvolti anche sul profilo personale: chi gestiva gruppi di ricerca stima di
aver sacrificato circa 60-80 settimane di laboratorio e di aver ritardato la
sottomissione di alcuni articoli.
Nel corso degli ultimi mesi alcuni hanno
perfino ricevuto lettere minatorie e ingiuriose da parte di chi li ritiene
insensibili alla morte dei pazienti. Ora, grazie alla sentenza della Corte
europea e all’indagine lanciata tre mesi fa dal Senato, Cattaneo e Corbellini
sono fiduciosi che questi trattamenti dubbi saranno presto banditi dall’Italia
così come sono già stati allontanati dalla Svizzera nel 2011 e da Capo Verde
all'inizio di quest'anno. I due ricercatori incitano tutti gli scienziati a
lottare per sostenere il metodo scientifico.
La scienza dipende dalle
istituzioni pubbliche e viene fatta nell'interesse pubblico - abbiamo il dovere
di difendere entrambi.
Cattaneo e Corbellini su Nature contro la pseudoscienza
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Diagnosi di HIV in crescita dopo il COVID: i numeri del 2023
Dopo la pandemia di Covid-19, per la prima volta da quasi dieci anni, sono aumentate in Italia le infezioni da HIV, molte delle quali diagnosticate in fase già avanzata (AIDS), soprattutto tra le persone eterosessuali. Sono alcuni dai dati che emergono dal report del Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità e che, in occasione della Giornata mondiale contro l'AIDS che si celebra il 1 dicembre, riportiamo in questo articolo.
Le diagnosi di infezione da HIV continuano ad aumentare, invertendo la decrescita che, prima della pandemia di Covid-19, durava da quasi dieci anni. Secondo i dati pubblicati dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 sono stati registrati 2.349 nuovi casi, che arrivano a circa 2.500 tenendo conto delle segnalazioni ancora da registrare.