Cos'è
Il progetto “DuCO”,
finanziato da AGER, il fondo promosso dalle Fondazioni in rete per la ricerca
scientifica in campo agroalimentare, è finalizzato a comprendere come dovrà
cambiare la nostra agricoltura, in particolare quella del frumento duro, per
fare fronte ai cambiamenti climatici.
Perché
La produzione di CO2 da parte dell'uomo è aumentata a partire dalla rivoluzione
industriale per l'uso dei combustibili fossili e per la conseguente
antropizzazione del territorio. La CO2 di per sé non è nociva né tossica, ma
un'alta concentrazione in atmosfera produce quel fenomeno conosciuto come
effetto serra, che porta al riscaldamento globale. L'anidride carbonica
tuttavia è anche l'alimento principale delle piante che attraverso la
fotosintesi usano la CO2 per produrre gli zuccheri, come l'amido e la cellulosa
che stanno alla base delle produzioni vegetali. Attualmente la concentrazione
di CO2 in atmosfera è di circa 400 parti per milione (ppm), il suo valore però
salirà a 570 ppm nel 2050. Come reagiranno le piante a questo aumento? Come
cambieranno la produzione del frumento duro e la qualità della pasta nei
prossimi 40 anni?
Gli obiettivi
Il progetto DuCO si propone di valutare come l'aumento della concentrazione di CO2
andrà a modificare la produzione del frumento duro e la qualità della materia
prima con cui si produce la pasta. Solo una attenta sperimentazione oggi può
consentire di prevedere gli effetti futuri dell'aumento di concentrazione di
CO2 nell'atmosfera e di preparare nuove piante adatte alle future condizioni
climatiche.
Come
Il sistema Free Air Carbon dioxide Enrichment (FACE) è un'infrastruttura che
consente di “fumigare” CO2 gassosa direttamente sulle coltivazioni in aree
circoscritte del campo, in modo controllato. Per il progetto DuCO sono stati
creati 4 ottagoni di 14m di diametro ciascuno all'interno dei quali la
concentrazione di CO2 è stata mantenuta costante a 570 ppm, pari a quella
prevista per il 2050.
All'interno di ogni campo ottagonale sono state seminate 12 varietà di frumento
duro tra cui alcuni genotipi antichi come Cappelli e altri più moderni
utilizzati nella filiera pastaria per l'alto contenuto proteico. La
sperimentazione è stata portata avanti per le due annate 2011‐2012 e 2012‐2013.
I risultati
Il confronto tra le varietà cresciute in condizioni di CO2 elevata e CO2 ambientale
ha evidenziato un effetto generale sulla produzione e su alcuni dei principali
parametri qualitativi (contenuto proteico, indice di glutine).
Tuttavia i risultati ottenuti dimostrano che varietà diverse rispondono in modo
diverso all'aumento di CO2 atmosferica e quindi un’idonea selezione
varietale potrà consentire di meglio adattare la coltura del frumento.
Programma
Ore 10.00
Interventi
introduttivi
Luigi Nicolais, Presidente CNR
Giuseppe Alonzo, Presidente CRA
Ugo Dozzio Cagnoni, Presidente del Comitato di gestione AGER
Francesco Loreto, Direttore Dipartimento Agroalimentare CNR
Elisabetta Lupotto, Direttore Dipartimento Biologia e Produzione Vegetale CRA
10.30 Presentazione dei risultati
Luigi Cattivelli
CRA ‐ Centro di
ricerca per la genomica, Fiorenzuola d’Arda (PC)
L’impianto FACE di CRA e CNR: strategia
sperimentale e dati complessivi
Alessandro Zaldei
CNR ‐ IBIMET,
Firenze
La tecnologia FACE
Franz Badeck
CRA ‐ Centro di
ricerca per la genomica, Fiorenzuola d’Arda (PC)
Diversità genetica in risposta
all’innalzamento della CO2 atmosferica
Clara Fares
CRA ‐ Centro di
ricerca per la cerealicoltura, Foggia
L’effetto dell’innalzamento della CO2
sulla qualità del frumento duro e della pasta
Edoardo Puglisi
Università Cattolica, Piacenza
L’effetto dell’innalzamento della CO2
sui microrganismi del suolo
Giovanni Giuliano
ENEA Casaccia, Roma
Risposta metabolica all’innalzamento
della CO2
Caterina Marè
CRA ‐ Centro di
ricerca per la genomica, Fiorenzuola d’Arda (PC)
Risposta genica all’innalzamento della
CO2
Franco Miglietta
CNR ‐ IBIMET,
Firenze
Il futuro della ricerca sui cambiamenti
climatici
12.00 Discussione
L’aumento della CO2 atmosferica determina un innalzamento della temperatura media del pianeta e conseguenti cambiamenti del clima, tuttavia costituisce anche una maggiore risorsa per le piante. Come possiamo evitare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e sfruttare l’innalzamento della CO2 atmosferica per sfamare il pianeta? Dobbiamo cambiare le piante che coltiviamo in vista dei prossimi scenari climatici?
Ne discutono:
Franco Miglietta (CNR‐IBIMET), Michele Stanca (UNASA), Francesco
Loreto (CNR), Elisabetta Lupotto
(CRA), Francesco Salamini
(Fondazione Edmund Mach)
Coordina la discussione:
Davide Ederle (Direttore di Prometeus magazine)