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Ipazia, torna a casa

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Agorà è un collossal spagnolo su Ipazia che rischia di non trovare posto nelle sale italiane.

Alessandria d'Egitto, ai confini di un imepro din disfacimetno, percorsa da tensioni sociali: scontri politici, religiosi, culturali. Ipazia, che per meriti culturali assunse anche influenza politica e si batteva per la difesa della cultura ellenistica che invece la volenterosa chiesa alessandrina voleva sostituire con l'ortodossai crstiana. Questo sembra esserle costata la vita: la scienziata alessandrina fu uccisa nel 415 dC da alcuni monaci cristiani, forse ispirati dal vescovo di Alessandria Cirillo (santo).

Questa storia raccontata nel film di Alejandro Amenabar, presentato a Cannes nel 2009, non ha convinto i distributori italiani: c'è chi sostiene che il film potrebbe indispettire il Vaticano. Altri spiegano che i produttori chiedono troppo denaro che i distributori temono di non recuperare dato lo scarso interesse del pubblico italiano verso la storia di una scienziata, donna e martire pagana.

Se vi interessa vedere il film e volete comunicare ai distributori itlaiani che esiste una domanda questo prodotto potete firmare una petizione on line ed iscirvervi al gruppo Facebook che chiedono a gran voce la distribuzione di Ipazia in Italia.

Se volete documentarvi sulla scienziata potete andare in biblioteca e chiedere questo libro di Alic Margaret L'eredità di Ipazia (con traduzione  e prefazione di Daniala Minerva, giornalista responsabile di Medicina e Salute per l'Espresso).

volantino della Petizione on line: http://www.petitiononline.com/agorait/petition.html

petizione ipazia

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La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.