Un gruppo
di ricercatori britannici del Wellcome
Trust Genome Campus di Cambridge, in collaborazione con l’Università di Utrecht, ha pubblicato,
in una lettera recentemente apparsa su Nature,
uno studio relativo al sequenziamento di cellule normali per l’identificazione
delle linee di sviluppo e dei processi mutazionali ai quali ogni cellula va
incontro nel corso della propria vita.
Le mutazioni somatiche presenti nel
genoma di una cellula si accumulano infatti durante i processi vitali di ogni
organismo multicellulare. Queste mutazioni possono fornire informazioni sullo
sviluppo filogenetico, sul numero di divisioni che ogni cellula ha subito e sui
processi mutazionali che sono intervenuti nel corso del tempo.
Gli
scienziati hanno ottenuto le sequenze dell’intero genoma di 25 linee clonali ottenute,
mediante tecnologia organoide, dallo stomaco, dall’intestino tenue e crasso e
dalla prostata di due topi. Le mutazioni somatiche (sostituzioni di base) sono
state quindi identificate comparando la sequenza dei cloni derivati dalle
singole cellule con tutti gli altri cloni dello stesso topo e con la sequenza
della coda. Gli autori hanno così identificato le divisioni cellulari precoci di
ciascun animale, ricostruendo quali sono stati i contributi delle cellule
embrionali a ciascuno dei tessuti adulti.
Le mutazioni
che definiscono le prime quattro generazioni cellulari sono stati identificate
nelle code dei due topi, confermando che si sono verificate prima della formazione
dei tre foglietti germinativi durante la gastrulazione perché erano presenti nell’endoderma
(il precursore di tessuti da cui derivano gli organoidi clonali) e
contemporaneamente nel mesoderma o nell’ectoderma, oppure in entrambi (che
contribuiscono alla formazione della coda).
Nelle prime fasi di sviluppo
dell'embrione, le cellule individuali contribuiscono a diversi tessuti. Ad
esempio, almeno tre delle quattro cellule ricostruite dai due topi alla
generazione I sono antenati di tutti i tessuti campione, compresa la coda, e hanno
quindi probabilmente contribuito a endoderma, mesoderma ed ectoderma.
Diverse
caratteristiche di sviluppo dei topi normali possono essere evinte da queste
ricostruzioni. Le due cellule figlie delle prime divisioni cellulari embrionali
spesso contribuiscono in maniera disuguale alla formazione dei tessuti adulti. Ad
esempio, una delle cellule figlie della prima generazione di divisioni
cellulari ricostruite nel topo 1 è il progenitore di 12 cloni organoidi, mentre
l'altra è il progenitore di uno solo. L’esame della coda di questo animale ha confermato
contributi disuguali dei due progenitori: 75% di uno e 30% dell’altro. Questa
asimmetria si propaga oltre la prima divisione cellulare in entrambe i topi.
Mutazioni
in singole cellule possono fornire informazioni anche riguardo il numero di
divisioni cellulari e dei processi di mutazione che sono avvenute nei tessuti
normali. Dei quattro tessuti campione, le cellule staminali dell’intestino tenue
hanno acquisito significativamente più sostituzioni di base di ogni altro
tessuto, mentre quelle della prostata e dello stomaco il minor numero. Queste
differenze potrebbero essere dovute a diversi tassi di mutazione per la
divisione cellulare in diversi tessuti, diverso numero di divisioni cellulari nelle
linee da uovo fecondato a cellule staminali adulte in diversi tessuti, o ad entrambe
le ipotesi, suggerendo che il numero di sostituzioni somatiche agisce come un “orologio
della divisione cellulare”.
I
cataloghi delle mutazioni somatiche fungono da registri “archeologici” che
riflettono le esperienze passate delle cellule del cancro.
I risultati ottenuti
in questo lavoro dimostrano che gli studi di mutazione possono fornire informazioni
sullo sviluppo delle cellule normali. Il sequenziamento di un maggior numero di
singole celle di una più ampia gamma di tessuti permetterà la precisa
ricostruzione di linee cellulari nella fasi successive dell'embriogenesi con
ulteriori approfondimenti dello sviluppo tessuto-specifico, dei processi di
mutazione e dei tassi di mutazione.
Studi su diversi animali riveleranno la
variabilità tra gli individui e la possibile correlazione con l'età, le malattie
e le esposizioni ambientali. Se i tassi di mutazione somatica umani sono simili
a quelle nei topi, i risultati indicano che l'applicazione di questo approccio
alle cellule umane ci permetterà di ottenere informazioni precise nello
sviluppo e nella mutagenesi delle cellule umane normali.