Vittorio Erspamer (Malosco, 1909 - Roma, 1999) è lo scopritore della serotonina, l’”ormone del buonumore”. Nato in un paese, Malosco, in provincia di Trento, il giovane Vittorio frequenta il Collegio Vescovile del capoluogo trentino dove porta a termine i suoi studi giovanili. Dopo la maturità si iscrive a medicina presso l’Università di Pavia. Nella città lombarda è ospite di un altro collegio, il celebre Ghislieri, e comincia a occuparsi, ancora studente, di neurotrasmettitori. Si laurea nel 1935 in Medicina e Chirurgia, come allievo di Maffo Vialli, il direttore dell’Istituto di Anatomia comparata e fisiologia, con una tesi dal titolo "Il sistema delle cellule enterocromaffini nei vertebrati".
L’anno dopo viene assunto come aiuto proprio in quell’istituto. Nel 1938 è a Berlino per studiare con Werner Schulemann e Werner Hübner, due esperti di malattie infettive. Tornato in Italia aiuto presso la cattedra di Farmacologia dell'Università La Sapienza di Roma. Nel 1945 utilizza una borsa di studio del CNR per lavorare presso il neonato Centro di studio per la Biologia della Stazione Zoologica di Napoli. Qui isola una sostanza nell’apparato gastrointestinale dei Muricidi, l'enteramina su cui aveva già lavorato a Parma. A Napoli e soprattutto a Bari, dove può contare su uno dei migliori gruppi europei di ricerca istochimica, la caratterizza chimicamente, un passaggio fondamentale che gli consente, più tardi, non solo di continuare precedenti ricerche realizzate con Maffo Vialli sugli enterocromaffini, ma anche di dimostrare che l’enteramina e la serotonina sono la medesima sostanza. La serotonina è un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore, allo studio proprio in quegli anni. Erspamer dimostra, dunque, che il neurotrasmettitore opera non solo nel sistema nervoso centrale, ma anche nel tratto gastrointestinale. Questi e altri risultati faranno in modo che Vittorio Erspamer sia più volte candidato al premio Nobel.
Nel 1947 il trentino ottiene la cattedra di farmacologia a Bari. Nel 1955 e fino al 1967 si trasferisce a Parma. Poi è di nuovo a Roma, questa volta come direttore dell’Istituto di Farmacologia della facoltà di Medicina della Sapienza. E a Roma diviene famoso grazie ai contributi originali e innovativi che sa donare alla scienza medica, e in particolare alla conoscenza degli ormoni. Tra tutti spicca il programma di ricerca sui bioregolatori non assimilabili e sui polipeptidi. In questo campo è, probabilmente, non solo il primo al mondo, ma colui che, per dirla con Viktor Mutt, l’uno che scopre, come Colombo e Vespucci, un nuoco continente.
La dimostrazione sull'identità tra enteramina e serotonina proposta da Erspamer viene intanto corroborata da Irwin Page, che in maniera indipendente giunge all'isolamento della serotonina e allo studio delle sue qualità farmacologiche.
Negli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta, Erspamer continua la sua ricerca sulle amine biogene col sostegno del CNR a Napoli, studiando in particolare la pelle degli anfibi. Queste ricerche lo portano a scoprire numerose amine e molti polipeptidi attivi, fornendo quella più chiara visione dei rapporti mediati dai bioregolatori non ormonali tra sistema nervoso, canale alimentare e pelle di cui parla Rita Levi Montalcini, quando scrive le motivazioni per supportarne la candidatura al Nobel. Le ricerche di Erspamer contribuiscono a ridefinire la fisiologia e la farmacologia del sistema nervoso. Ma, sebbene più volte candidato, il trentino non vincerà mai il Nobel.
Nel 1960 Erspamer diventa direttore del Gruppo di ricerca sui bioregolatori non ormonali del CNR. Nel 1974 diventa socio dell’Accademia dei Lincei. Nel 1984 diventa professore emerito. Muore nel 1999.
Il risultato di più di cinquant’anni di ricerca da parte del dottor Erspamer nel campo della biochimica comparata e della farmacologia ha prodotto l’identificazione, la descrizione strutturale, la riproduzione per via di sintesi e lo studio farmacologico generale di 17 nuove amine biogene e più di 50 peptidi bioattivi appartenenti a dieci distinte famiglie. Le sue ricerche hanno portato alla scoperta che quasi tutti i peptidi trovati nella pelle delle rane di varie specie trovano delle corrispondenze con sostanze simili nei tessuti grastrointestinali e nel cervello dei mammiferi, e quindi hanno messo in evidenza il triangolo cervello-intestino-pelle (Rita Levi Montalcini)
Vittorio Erspamer ha realizzato nel nostro tempo quello che due suoi connazionali, Cristoforo Colombo da Genova e Amerigo Vespucci da Firenze, fecero cinque secoli fa: scoprire un continente da esplorare (Viktor Mutt)