fbpx MAMbo, che scienza! | Scienza in rete

MAMbo, che scienza!

Tempo di lettura: 2 mins

Ecco una traccia del discorso che Pier-Luigi Lollini, dell'Università di Bologna, ha tenuto presso il Museo d'arte moderna del capoluogo emiliano.

I progressi nella cura dei tumori che vediamo all'opera oggi sono il diretto risultato dell'investimento in ricerca sul cancro che tutti noi (cittadini, AIRC, ricercatori) abbiamo fatto nel passato. Cosa possiamo attenderci per il futuro?

Innanzitutto avremo meno tumori. Per ottenere questo dobbiamo eliminare dalla nostra vita tutti gli agenti esterni che la ricerca ha individuato come cause di cancro, in primo luogo sigarette e tabacco in genere. Conosciamo già molti altri cancerogeni chimici, ed è in corso un colossale sforzo europeo per individuarli e regolamentarli tutti, vecchi e nuovi. A questo scopo è entrato in vigore il 1° giugno 2007 il regolamento REACH (Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals), un sistema integrato unico di registrazione, valutazione ed autorizzazione delle sostanze chimiche che sostituirà le numerose direttive e regolamenti in vigore in questo campo. Nel prossimo decennio l'Europa garantirà così un controllo dei cancerogeni chimici che non ha uguali nel mondo.

Per prevenire i tumori causati da virus abbiamo già due vaccini molto efficaci, quello per l'epatite B (tumore del fegato) e quello per il papilloma (tumore del collo dell'utero); quest'ultimo è da poco disponibile, e se tutte le ragazze si vaccineranno, nei prossimi decenni vedremo scomparire questo tipo di tumore maligno.

L'introduzione dei metodi molecolari migliorerà anche gli screening di massa, e aumenterà il numero di vite salvate dalla diagnosi precoce. Questo è già possibile per il tumore del collo dell'utero, e la ricerca lavora per trovare metodi molecolari per la diagnosi precoce di altri tipi di tumore.

Per la cura dei tumori stiamo assistendo a un grande cambiamento, con l'introduzione di nuove categorie di farmaci mirati, che colpiscono selettivamente i «talloni d'Achille» individuati dalla ricerca nei vari tipi di tumore. Il punto fondamentale è che la terapia mirata è un nuovo approccio globale che collega direttamente ricerca molecolare e cura dei tumori, e che continuerà a produrre nuovi farmaci efficaci e versioni sempre migliori di quelli già disponibili.

Se sosteniamo la ricerca, il cancro non avrà futuro.

Pier-Luigi Lollini
Dipartimento di ematologia e scienze oncologiche, Università di Bologna


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

La COP29 delude. Ma quanti soldi servono per fermare il cambiamento climatico?

Il presidente della COP 29 di Baku, Mukhtar Babayev, chiude i lavori con applausi più di sollievo che di entusiasmo. Per fortuna è finita. Il tradizionale tour de force che come d'abitudine è terminato in ritardo, disegna un compromesso che scontenta molti. Promette 300 miliardi di dollari all'anno per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare la transizione, rimandando al 2035 la "promessa" di 1.300 miliardi annui richiesti. Passi avanti si sono fatti sull'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, che regola il mercato del carbonio, e sul tema della trasparenza. Quella di Baku si conferma come la COP della finanza. Che ha comunque un ruolo importante da giocare, come spiega un report di cui parla questo articolo.

La COP 29 di Baku si è chiusa un giorno in ritardo con un testo variamente criticato, soprattutto dai paesi in via di sviluppo che hanno poca responsabilità ma molti danni derivanti dai cambiamenti climatici in corso. I 300 miliardi di dollari all'anno invece dei 1.300 miliardi considerati necessari per affrontare la transizione sono stati commentati così da Tina Stege, inviata delle Isole Marshall per il clima: “Ce ne andiamo con una piccola parte dei finanziamenti di cui i paesi vulnerabili al clima hanno urgentemente bisogno. Non è neanche lontanamente sufficiente.