I farmaci tiopurinici mercaptopurina e azatioprina sono gli agenti immunosoppressori più comunemente prescritti per mantenere la remissione senza corticosteroidi e prevenire la recidiva in pazienti con malattie infiammatorie intestinali (IBD). Sono ampiamente utilizzati anche come agenti antirigetto dopo trapianto di organi solidi e in sostituzione degli steroidi nell’artrite reumatoide, ma nonostante l’ampio uso circa il 17% dei pazienti sviluppa effetti collaterali tali da dover interrompere la terapia. Tra gli effetti avversi più gravi vi è la pancreatite acuta che si manifesta come reazione idiosincratica dose-dipendente con incidenza del 4-7% nei pazienti con IBD.
Recenti studi hanno confermato che alcune
risposte avverse rare a terapia farmacologica sono associate a varianti
genetiche identificate mediante studi di associazione con metodologia
genome-wide (GWAS).
I ricercatori dell’IBD Pharmacogenetics Study Group (Exeter,
UK) hanno condotto uno studio, pubblicato su Nature Genetics, allo scopo di identificare le caratteristiche
cliniche dei pazienti affetti da pancreatite indotta da tiopurina e i marcatori
genetici che potrebbero predire lo sviluppo di questa grave reazione avversa.
Gli autori hanno reclutato 433 pazienti
suddivisi in due gruppi: un gruppo di analisi GWAS e una coorte di replicazione
caso-controllo. Ogni caso è stato visitato da un esperto gastroenterologo ed è
stato identificato un legame causale tra l’utilizzo di azatioprina o
mercaptopurina e sviluppo di pancreatite.
Di questi, 172 pazienti affetti da
pancreatite indotta da tiopurina sono stati sottoposti a genotipizzazione
tramite GWAS e confrontati con 2035 casi controllo affetti da morbo di Crohn o
colite ulcerativa.
L’analisi ha portato all’identificazione di una stretta associazione tra la
pancreatite indotta da tiopurina e lo SNP rs2647087 all’interno della regione
HLA di classe II. Gli alleli HLA-DQA1*02:01 e HLA-DRB1*07:01, parzialmente
associati a rs2647087, sono risultati anch’essi significativamente correlati
allo sviluppo di pancreatite mentre non sembra esserci associazione tra il
genotipo rs2647087 e il fumo, un noto fattore di rischio per lo sviluppo di
pancreatite. In studi precedenti l’allele HLA- DRB1*07:01 è stato inoltre
associato con il morbo di Crohn ileale: un’associazione genetica condivisa tra
tale patologia e la pancreatite indotta da tiopurina potrebbe indirizzare i
clinici verso altre terapie, incluso l’intervento chirurgico, per i pazienti
con questo tipo di malattia.
La prevalenza di pancreatite nei pazienti trattati con tiopurina si aggira intorno al 4-7%. I risultati di questo studio suggeriscono che gli individui eterozigoti od omozigoti per l’allele di rischio rs2647087 hanno una probabilità rispettivamente 2.5 e 5 volte maggiore di sviluppare pancreatite rispetto agli individui omozigoti per gli alleli comuni. Dal punto di vista clinico ciò significa che su 1000 pazienti testati per rs2647087, 77 saranno omozigoti e di questi il 17% sarà a rischio di sviluppare pancreatite mentre i pazienti eterozigoti avranno un rischio del 9%.
Recenti studi farmacogenetici GWAS hanno
dimostrato l’associazione tra reazioni avverse ai farmaci e regioni HLA di
classe II. Il meccanismo di associazione non è stato ancora completamente
chiarito; tuttavia le caratteristiche cliniche descritte dai ricercatori di
Exeter per lo sviluppo della pancreatite sono coerenti con una reazione
immunologica ritardata o mediata da cellule T.
Inoltre gli aplotipi HLA
DRB1*07-DQA1*02 identificati in questo studio sono stati descritti come
associati a danni epatici indotti da farmaco dovuti all’inibitore
tirosin-chinasico lapatinib e all’anticoagulante ximelagatran con meccanismo d’azione
ancora ignoto benché è stato dimostrato che ximelagatran lega competitivamente
e preferenzialmente l’aplotipo HLA DRB1*07:01. Gli scienziati dell’IBD
Pharmacogenetics Study Group hanno inoltre costruito un modello computazionale
di legame secondo il quale la mercaptopurina sarebbe in grado di agganciare la
molecola HLA DRB1*07:01, gli effetti di questo legame sull’attivazione delle
cellule T sono peraltro tuttora ignoti.
I risultati di questo studio sull’utilizzo di tiopurina in pazienti affetti da IBD possono certamente essere generalizzati ad altre patologie trattate con azatioprina e mercaptopurina. Le informazioni sul rischio di sviluppare pancreatite potranno costituire parte di un futuro pannello di test genetici che possano indirizzare i clinici verso l’opzione terapeutica più opportuna.