Nel volgere di appena un ventennio l’ECSITE – la rete europea dei musei scientifici e dei science centre – ha consolidato visibilmente le proprie strutture e il proprio ruolo, nel panorama europeo e globale, passando dalla dimensione di una piccola e quasi carbonara rete di esperti, alla realtà di una associazione che raccoglie centinaia di istituzioni di tutto il mondo in rappresentanza di milioni di visitatori.
Va detto, allo stesso tempo, che questa crescita non è solo quantitativa ma anche qualitativa. Se, infatti, all’inizio della propria avventura ECSITE si poneva soprattutto l’obiettivo di rappresentare esigenze di accrescimento professionale e networking tra musei e science centre per lo scambio di buone pratiche, oggi al contrario ci troviamo di fronte a un attore che si pone come interlocutore diretto delle istituzioni europee, come la Commissione e il Parlamento, e che sta avviando – anche in forza del rapporto con altre reti regionali, come l’ASTC negli Stati Uniti, l’ASPAC nell’area asiatico-pacifica, NAMES in Nord Africa-Medio Oriente – una analoga interlocuzione con le istituzioni globali, come testimonia anche la presenza ufficiale al recente vertice sul cambiamento climatico di Copenaghen.
Il punto di svolta nella vita del network si colloca all’inizio del nuovo millennio.
La conferenza annuale del 2000 – svoltasi alla Città della Scienza di Napoli – fu sicuramente, con i suoi 350 partecipanti, la più partecipata e il principale successo di quel ciclo. Da quell’anno infatti la partecipazione a questo appuntamento è cresciuta ininterrottamente, fino a superare i 1.000 partecipanti all’ultima conferenza di Milano e rappresentando, con la presenza di delegati da almeno 60 paesi del mondo, il vero appuntamento mondiale degli operatori del settore. Questo sviluppo impetuoso ha naturalmente posto la necessità di nuovi obiettivi, di una diversa capacità operativa interna e di una maggiore professionalizzazione nella gestione delle attività di servizio ai membri, oggi garantite da uno snello ufficio centrale diretto da Catherine Franche e dall’attivazione di “comitati”, basati sulla partecipazione volontaria dei membri, che si occupano di specifici progetti strategici.
L’altro elemento che ha determinato sicuramente un rafforzamento del ruolo di ECSITE nello scenario europeo, è stata la scelta della Commissione – nell’ambito del VI e del VII Programma Quadro di Ricerca & Sviluppo – di lanciare i programmi dedicati al rapporto tra Scienza e Società cui l’ECSITE e i suoi membri hanno non solo contribuito in termini di definizione di contenuti, ma di cui sono poi stati tra i principali utilizzatori al fine di sperimentare le condizioni di una nuova fase della comunicazione scientifica, basata sul passaggio dal modello del deficit al modello del dialogo.
Questo rapporto è testimoniato da numerose occasioni di scambio tra la rete e i principali responsabili della ricerca scientifica europea tra cui, sicuramente, val la pena di ricordare l’evento del 18 febbraio 2009 presso il Parlamento Europeo realizzato proprio durante la presidenza italiana di ECSITE, nella persona di Vincenzo Lipardi, con l’allora Commissario alla Ricerca Janez Potocnik.
Questa maggiore consapevolezza di rivestire non solo un ruolo professionale ma anche politico e culturale, ha portato recentemente ECSITE a prendere posizione su svariati temi attraverso “dichiarazioni” che rimarcano il punto di vista originale della comunità dei comunicatori della scienza e la volontà di essere produttori in prima persona di conoscenza e idee. Tre finora le dichiarazioni elaborate: sul ruolo della scienza nella società contemporanea, sulla difesa della teoria darwiniana dell’evoluzione e, infine, annunciata proprio al COP 15, sui cambiamenti climatici.
Con questo spirito, ECSITE si prepara al nuovo anno, in cui sarà impegnata, tra l’altro, in svariati progetti europei e nella conferenza di Dortmund (dal 3 al 5 giugno) sull’attualissimo tema della scienza nella “società del rischio”.