Che il sistema globale della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico non sia stato attaccato dalla crisi, lo dimostra i fatto che gli investimenti in R&S realizzati nel 2009 ammontano a 1112,5 miliardi di dollari (calcolati a potere di acquisto equivalente delle monete), contro i 1125,8 del 2008. L’erosione c’è stata. Ma solo dello 0,8%, a fronte di una diminuzione della ricchezza prodotta (PIL mondiale) che – ove si escludano due paesi, Cina e India – ha superato il 3,5%. Questa asimmetria indica che la ricerca e sviluppo si è imposta come uno delle principali strumenti anticrisi. Ormai gli investimenti in R&S ammontano stabilmente al 2% del PIL Mondiale (l’1,97%, per la precisione, nel 2009).
Ma questa sostanziale stabilità a livelli piuttosto alti degli investimenti, nasconde una profonda ristrutturazione geopolitica della R&S. In due soli paesi, Cina e India, gli investimenti sono aumentati. Anzi, sono fortemente aumentati: del 5,4% in India e addirittura del 20,9% in Cina. Negli altri 38 paesi presi in esame dagli esperti del R&D Magazine gli investimenti sono complessivamente diminuiti. E piuttosto seccamente: del 3,1% (in ogni caso gli investimenti in R&S sono diminuiti meno del PIL). Questa netta divergenza tra Cindia (Cina e India) e il resto del mondo conferma il progressivo spostamento verso il Pacifico dell’asse scientifico del mondo.
Macroaree
Europa