Il termine Robot viene dal ceco e significa “lavoro”. I robot, infatti, sono delle macchine che lavorano al posto nostro. Sono il prodotto di una civiltà tecnologicamente avanzata che misura il proprio progresso con la massimizzazione del profitto e la quantità di tempo che ogni individuo ha a disposizione per sé. Tra i robot quotidianamente impiegati dall’uomo, ve ne sono alcuni in grado di volare: i droni.
Cosa
sono? “Drone” è il nome comune di quei velivoli
classificati come SAPR, Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto. Sono, cioè,
dispositivi di varie dimensioni capaci di librarsi in volo senza necessità di
un pilota a bordo, dotati dei relativi componenti necessari per il controllo e
comando da remoto. Il pilota resta a distanza, a terra o su un velivolo
adiacente, in alcuni casi può radiocomandare direttamente il
drone, in altri casi ciò non è possibile
e il movimento e le operazioni svolte dal drone sono autonome (sistema
autonomo).
Questa
tecnologia è nata
è si
è sviluppata
in ambito militare, ma è ormai diffusissima anche in
ambito civile, dove è impiegata per gli usi più disparati:
dall’agricoltura, alla
sorveglianza, dalle riprese cinematografiche, al mero intrattenimento.
L’utilizzo
dei droni in ognuno di questi campi ha avuto un impatto sulle dinamiche
economico-sociali e, per questo, ha reso necessario porsi nuovi interrogativi
sulla tutela dei diritti.
Per
capire quali possano essere i problemi da affrontare, prendiamo ad esempio un
interessante caso, tra quelli a noi più vicini:
i droni impiegati per sorvegliare i cantieri milanesi dell’EXPO
per restituire dati sull’avanzamento dei
lavori. Questa operazione di trasparenza si era resa necessaria in conseguenza
dello scandalo delle tangenti per gli appalti e delle preoccupazioni collettive
sulla difficoltà di ultimare la costruzione dei
padiglioni in tempo per l’inaugurazione.
Se
si considera l’estensione del
cantiere, l’utilizzo di droni aveva evidenti vantaggi logistici ed
economici rispetto all’impiego di risorse
umane. Tuttavia imperversava la polemica sulla sicurezza: in particolare,
considerata la vicinanza al carcere di Bollate, quella all’aeroporto di Bresso e la pericolosità del sorvolo del cantiere con
operai al di sotto del drone, sono sorti forti dubbi sulla correttezza della
classificazione dell’operazione
come “non critica”, che consente di
agire entro limiti meno stringenti. A fronte di interrogativi che non era più possibile
lasciare inevasi è intervenuto il diritto, con un
Regolamento dell’ ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione
Civile, in vigore dallo scorso 30 aprile.
Il Regolamento prevede due grandi distinzioni.
La
prima, tra SAPR “leggeri” e
SAPR da oltre 25kg, per pilotare i quali è necessario essere abilitati
con un permesso di volo o un certificato di navigabilità rilasciato dall’ENAC, una sorta di patente.
Ciò che
tutti i droni devono avere è una targhetta di
identificazione, un manuale di volo, un’assicurazione
sulla responsabilità verso terzi. Questa previsione è a
presidio della sicurezza: attraverso la targhetta è possibile
risalire all’operatore proprietario e al pilota, responsabili per
eventuali danni a terzi.
La
seconda distinzione è tra operazioni “critiche”,
cioè quelle
che prevedono il sorvolo di aree congestionate, assembramenti di persone,
agglomerati urbani, autostrade, impianti industriali, stazioni e linee
ferroviarie, e “non critiche” (tutte
le altre).
Per
le operazioni critiche è necessaria un’apposita
autorizzazione da parte dell’ENAC. Persino per
le riprese all’interno di proprietà private,
se effettuate in presenza di persone la cui incolumità è potenzialmente
a rischio, deve essere presentata una specifica documentazione all’ENAC,
indicante il modello di macchina utilizzata e le attività che si intendono svolgere.
Questa
disposizione è stata
additata come troppo stringente perché,
da un lato, paternalistica verso i privati e, dall’altro,
impedirebbe lo svolgimento di attività anche
utili, come riprese dall’alto di un evento
imprevisto.
Una norma successiva sembra temperare questo atteggiamento restrittivo, stabilendo che “l’ENAC può prevedere procedure semplificate per i SAPR con massa massima al decollo minore o uguale a 2 kg”. La maggior parte dei droni amatoriali potrebbe ricevere una regolamentazione più permissiva, sulla quale, però, ad oggi l’ENAC non si è pronunciato. Restano forti, in tal senso, le pressioni di case di produzioni e videoamatori. Infine, una tabella allegata alla nuova normativa ENAC prevede sanzioni specifiche per la violazione delle disposizioni del regolamento, semplificando il controllo della Polizia di Stato.
La
regolamentazione dell’utilizzo dei droni
in ambito civile sembra dunque progredire su un binario che segue le
problematiche sempre nuove che pone lo sviluppo tecnologico. L’augurio
è che
la normativa resti sempre “sul pezzo”,
cioè flessibile
e reattiva ai tempi rapidi dell’innovazione.
Molto
più complessa
e allarmante è la
situazione dell’impiego dei droni
in ambito militare. In questo campo, si trascende la mera regolamentazione da
parte del diritto, investendo importanti questioni etiche ancora aperte, come
la de-umanizzazione delle azioni e de-responsabilizzazione del soggetto agente.
di Valentina Drago
Fonti:
Nicola
Nosengo, I robot ci guardano. Aerei senza pilota, chirurghi a distanza e automi
solidali, Zanichelli, 2013
Amedeo Santosuosso, Uomini e robot: chi ha ragione?, http://5x15.it/presentatore/amedeo-santosuosso/
http://www.unipd.it/ilbo/content/io-robot-il-diritto-di-fronte-alle-intelligenze-artificiali
http://www.dronemagazine.it/3258-droni-ecco-il-prontuario-della-polizia-sulle-infrazioni/
http://www.dronemagazin
e.it/wp-content/uploads/2015/05/Aeromobili-a-Pilotaggio-Remoto-Vademecum-e-Prontuario-per-le-infrazioni-1.pdf
http://www.dronemagazine.it/2745-expo-2015-ce-sapere-polemica-delle-riprese-aeree-drone/
http://www.dronezine.it/il-legale-risponde/
https://www.enac.gov.it/La_Regolazione_per_la_Sicurezza/Navigabilit-13-/Sistemi_Aeromobili_a_Pilotaggio_Remoto_%28SAPR%29/index.htm
http://www.sportoutdoor24.it/regolamento-enac-droni/