fbpx Vedere, guardare. Viaggio attraverso la luca | Scienza in rete

Vedere, guardare. Viaggio attraverso la luca

Read time: 3 mins

Vedere, guardare si avvicina molto a quella che potremmo definire un’uscita editoriale irrinunciabile nell’anno internazionale della luce. Ci sono tantissimi modi per affrontare questo argomento, che è così vasto e articolato: uno di questi, adottato dall’autore, consiste proprio nel raccogliere tutto il possibile e provare a raccontarlo in maniera semplice, chiara e avvincente. Questa è l’operazione di Vedere, guardare.

Leggere l’ultimo libro di Piero Bianucci, uno dei più apprezzati e autorevoli giornalisti scientifici e divulgatori italiani, è un po’ come entrare in un bazar multiforme e colorato, dove si possono trovare le cose più disparate, l’una accanto all’altra, tutte legate insieme da un unico filo rosso: la luce, appunto. Il lungo viaggio comincia con una camera oscura, che imita l’occhio umano e si può anche costruire in casa, e finisce con l’origine del nostro universo e le sue varie implicazioni scientifiche.
Attraverso le oltre trecentocinquanta pagine del libro, Bianucci ci parla dell’occhio e della sua storia biologica, cominciata miliardi di anni fa con una molecola fotosensibile chiamata opsina; della fotosintesi e dei criptocromi, gli “occhi delle piante”; della luce in fisica, da Newton a Einstein, da Maxwell a Schrödinger; delle applicazioni tecnologiche della luce, che migliorano la nostra vita quotidiana; di microscopi, telescopi e di tutto ciò che grazie alla luce siamo stati in grado di imparare sul mondo dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo.

Non mancano, del resto, piacevoli digressioni piazzate opportunamente qua e là nel corso del testo: dalle illusioni ottiche alle teorie sulla visione, dalla scoperta della cellula ai ritmi circadiani. Non solo momenti di svago, ma anche occasioni per ricordarci che ogni argomento è collegato a molti altri in un solido e robusto tessuto in crescita perenne che rappresenta l’unità del sapere umano.
Piero Bianucci si dimostra ancora una volta un narratore magistrale: è davvero difficile staccare gli occhi dalle pagine di questo libro, che scorrono agilmente e piacevolmente senza mai far calare il desiderio di scoprire e di imparare. Fortemente interessato alle biografie dei molti personaggi di cui parla, l’autore dispensa decine (se non centinaia) di aneddoti e curiosità, frutto di un notevole e attento lavoro di ricerca.

Con il suo stile leggero e amichevole, ma eccezionalmente preciso e rigoroso, Bianucci riesce decisamente nell’intento di farci interessare alla luce, e farcela “vedere” – mi si perdoni il calembour – con occhi diversi: più consapevoli, oltre che più informati. Vedere, guardare è un libro che può aiutare chiunque – dal bambino all’anziano, dall’uomo della strada all’esperto – a scoprire o riscoprire l’importanza cruciale della luce nella nostra vita (e non solo), e a non darla semplicemente per scontata, come si tenderebbe a fare per istinto. Non senza un invito all’attenzione che spiega anche il titolo del libro: «Vedere non è guardare. Mentre il “vedere” è una funzione per così dire sempre accesa, che quasi non avvertiamo più, il “guardare” implica un’intenzionalità. […] Non c’è vero genio senza attenzione».


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Chiudiamo l'anno nel ricordo di Alessandro Liberati

Ritratto fotografico di Alessandro Liberati, epidemiologo

Zadig ha voluto ricordare, nel chiudere questo 2024, l'amico e collega Alessandro Liberati, medico e docente di epidemiologia, che ha impresso un segno importante nella cultura medica del nostro Paese e ha condiviso con Zadig molte iniziative culturali e scientifiche, che hanno profondamente contribuito a improntarne il metodo. Se non ci avesse lasciato troppo presto nel 2012, quest’anno Alessandro avrebbe compiuto 70 anni. Riprendiamo l'editoriale tratto dal sito di Zadig.

Per i collaboratori di Zadig il ricordo di Alessandro è quello di una persona stimolante, attiva, di intelligenza acuta, con un forte senso critico e una carica di energia che lo spingeva a innovare, a lavorare intensamente, ad avere la capacità di prevedere come si sarebbero mosse le cose in futuro e progettare sempre nuove iniziative… da quelle scientifiche fino alla famosa caccia al tesoro annuale, il Liber Trophy, che radunava colleghi e amici sguinzagliati a caccia degli indizi da lui disseminati per le strade di Forte dei Marmi, dove aveva una casa che per il suo compleanno si apriva