I
cambiamenti climatici dovuti anche agli interventi antropici stanno avendo
importanti ripercussioni sugli ecosistemi oceanici e sulla biodiversità marina.
Un recente studio dell’Università della California ha evidenziato che il tempo
di recupero degli oceani dai danni causati dal rapido cambiamento climatico in
atto potrebbe richiedere migliaia di anni e non centinaia, come si credeva o sperava
in passato. Alla luce di questo, un sistema di controllo e confronto delle
acque nel tempo si rende necessario e impellente. I microorganismi marini, che costituiscono il 98%
della biomassa degli oceani, sono una risorsa utilissima per rilevare i
cambiamenti che possono avvenire nelle acque della terra. Un solo litro di
acqua di mare può contenerne fino a un miliardo! Inoltre, questi minuscoli
esseri viventi, in virtù di una peculiare capacità di adattamento, sono stati
in grado di colonizzare ogni parte degli oceani e delle acque del globo
terrestre, dalla superficie al fondo marino, dalle acque gelide dei poli alle
acque ad alta concentrazione di sali, come il Mar Morto e le saline.
Tracciare
una linea di base per la biodiversità marina per poter monitorare a livello
globale i cambiamenti negli ecosistemi oceanici è stato lo scopo dell’iniziativa Ocean
Sampling Day (OSD), giunta alla sua seconda edizione e svoltasi quest’anno il
21 giugno, solstizio d'estate e giorno più lungo dell'anno.
Un consorzio di
trentadue partner accademici e industriali impegnati su duecento siti
distribuiti in tutto il mondo. Tra questi, otto sono in Italia: la Laguna di Venezia e la piattaforma oceanografica
“Acqua Alta” al largo della città, il Golfo di Trieste, il Golfo di Napoli, le
foci dei fiumi Foglia e Metauro sulla costa marchigiana, il Lago Faro di
Messina.
Tra i siti del Sud, novità di quest’anno le
Saline di Margherita di Savoia, a circa 70 Km a nord di Bari, considerate le
più grandi d'Europa con una superficie di 4.000 ettari distribuiti in più
"vasche" aventi le caratteristiche di veri e propri bacini. Il campionamento
delle acque pugliesi è stato coordinato da Luigi
Ceci del CNR-Istituto di Biomembrane e Bioenergetica di Bari. L’Istituto di
Biomembrane e Bioenergetica ha allestito una infrastruttura avanzata per lo
studio della Biodiversità Molecolare, coordinata da Graziano Pesole.
Tale piattaforma, dotata di strumentazione avanzata detta di “next generation sequencing”
in grado di effettuare il sequenziamento massivo del DNA, consentirà di
analizzare il DNA contenuto nei campioni prelevati presso il sito di Margherita
di Savoia. Il sito di Margherita di Savoia è stato esplorato anche per studi di
interesse biotecnologico. Nelle acque ad alta concentrazione salina riescono a
vivere solo alcuni microorganismi, definiti “estremofili”, che rappresentano
una importante risorsa per l’identificazione di enzimi con potenziale
applicazione industriale.
La raccolta dei campioni d’acqua è stata estesa anche a tutti i cittadini interessati a collezionare dati e parametri ambientali importanti per lo studio dei cambiamenti negli ecosistemi oceanici. L’appuntamento per il prossimo OSD è previsto per il 21 giugno del 2016 e l’iniziativa sarà ripetuta fino al 2019 nell’ambito del Progetto finanziato dalla Comunità Europea “Micro B3 - Biodiversità microbica, Bioinformatica e Biotecnologie”.