“Con la
nuova Vqr avremo un quadro aggiornato di dati sulla qualità della nostra
ricerca”, queste le parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini dopo aver firmato il decreto con le linee guida
per Valutare la ricerca 2011-2014. Insomma, parte il secondo capitolo della
Valutazione firmata Anvur i cui risultati sono attesi per ottobre 2016.
Ed ecco
la prima novità, con il nuovo esercizio si riduce il numero di anni presi in
considerazione: dai 7 della prima tornata si passa ai 4 della seconda.
Nel primo round, che andava dal 2004-2010, l’Anvur (con non
poche polemiche) ha messo sotto la lente d’ingrandimento oltre 184mila prodotti
fra pubblicazione e brevetti distribuite su 14 aree scientifiche definite dal
CUN. Nella precedente tornata era 3 il numero di
lavori che ciascun ricercatore doveva presentare, ora invece saranno valutati 2
prodotti oppure uno in caso di monografia, come più volte richiesto, ad
esempio, dai settori umanistici. Questo cambiamento tiene maggiormente in
considerazione le differenze fra i settori di ricerca.
La
valutazione anche in questa tornata sarà affidata a Gruppi di Esperti (Gev). I
nominativi dei revisori saranno resi pubblici dall’Anvur, in un'ottica di
trasparenza, entro e non oltre 30 giorni dalla pubblicazione del Rapporto
finale della Vqr. Per poter esprimere i propri giudizi i Gev
utilizzeranno, da sole o combinate, due metodologie: informazioni
bibliometriche o peer-review affidata
a esperti esterni fra loro indipendenti.
Tre
saranno i profili di qualità che incideranno, con peso differenziato, sul
giudizio finale dei valutatori: qualità complessiva della ricerca (75%),
qualità della ricerca prodotta da neoassunti o neopromossi nel periodo 2010-14
(20%), profilo di competitività e attrattività della ricerca (5%). Viene
confermata l’importanza attribuita al lavoro di neoassunti o neopromossi per
incentivare Università ed Enti di ricerca ad adottare politiche di reclutamento
meritocratiche. I gradi di giudizio positivo saranno più graduali: passano da
tre (Eccellente, Buono, Accettabile) a quattro (Eccellente, Buono, Discreto,
Accettabile).
Altra novità importante è rappresentata dal fatto che mentre nella vecchia Vqr
era previsto un punteggio negativo nel caso di mancato conferimento, nella
nuova valutazione l’Anvur sarà molto più “buona”: gli inattivi saranno
conteggiati indistintamente zero. I risultati del primo round avevano mostrato
un’eccessiva penalizzazione di quelle strutture con significativa presenza di
soggetti inattivi completamente o parzialmente. Come è noto, e come accade
normalmente anche nelle più prestigiose università straniere, talvolta questi
soggetti sono in realtà estremamente attivi su fronti (didattica,
organizzazione, ecc.) diversi da quelli della pura ricerca e le strutture di
cui fanno parte ne traggono in realtà grande beneficio, aspetto tuttavia del
tutto trasparente a questo processo di valutazione. In un area come quella
delle Scienze matematiche, il voto medio dell'Area senza considerare i prodotti
mancanti o penalizzati era stato 0,70, mentre quello considerando i prodotti
mancanti o penalizzati era 0,595.
Sono stati riscritti anche i criteri cui si dovranno attenere i valutatori.
Sono spariti rilevanza e internalizzazione e rimangono: originalità, rigore metodologico e l’impatto. Ma questa volta i Gev non si limiteranno ai
“semplici” giudizi ma dovranno anche motivarli corredandoli di un commento ma
c’è di più anche gli stessi valutatori saranno giudicati.
Su quest’ultimo
aspetto non sono stati resi noti i parametri e le modalità.
Non resta che
aspettare, infatti, a breve l’Agenzia pubblicherà sul proprio sito
il bando di partecipazione per tutti gli atenei e gli enti di ricerca
vigilati dal MIUR e per tutti gli altri enti e consorzi che, come nella passata
edizione, vogliono ricevere la valutazione dell’Agenzia. “La pubblicazione del
decreto ministeriale testimonia come, con la nascita dell’ANVUR, la valutazione
della ricerca sia ormai diventata un’attività di verifica
ricorrente per il sistema nazionale della ricerca”, spiega Stefano Fantoni.
Le parole del
presidente ANVUR sono avvalorate dal fatto che la macchina della valutazione
non è un “esercizio di stile” ma bensì un parametro importante nel determinare
oramai la ripartizione dei finanziamenti da parte del Ministero della ricerca,
nei prossimi anni, infatti, circa il 30% dei fondi destinati agli atenei
arriverà con la nuova Vqr.