fbpx Il sole in una scatola: scopriamo la fisica dei plasmi | Scienza in rete

Il sole in una scatola: scopriamo la fisica dei plasmi

Lampada al plasma. Photo royalties free. Autore: Plasmana / Instructables.

Tempo di lettura: 1 min

Matteo Passoni, ingegnere nucleare e fisico del Politecnico di Milano, ci presenta questo particolare stato di aggregazione della materia ricordandoci come all'interno dello stand "Il sole in una scatola: scopriamo la fisica dei plasmi" del Meet Me Tonight, esperimenti semplici ed interattivi ci permetteranno di conoscere un po' più a fondo la natura del plasma.

Terra, acqua e aria sono rappresentazioni degli stati solido, liquido e gassoso della materia che ci circonda. Ma di cosa sono fatte le stelle? Le stelle sono esempi di quello che i fisici chiamano “plasma”, un particolare stato della materia che costituisce oltre il 99% della massa visibile dell’universo. Esso è presente anche nelle nebulose gassose, nello spazio interstellare, nelle fasce di Van Allen e nel vento solare. Ma il plasma è osservabile anche sulla Terra: ad esempio, le aurore boreali e le tempeste di fulmini sono casi naturali in cui la materia si presenta come tale. In laboratorio, per menzionare solo un esempio, si presenta sotto forma di plasma il gas in un tubo al neon.

Un plasma, in effetti, consiste in un gas quasi neutro di particelle cariche e neutre che presenta un comportamento collettivo. Spesso chiamato il quarto stato della materia, il plasma è un gas ionizzato, costituito da particelle cariche, un insieme di elettroni e ioni, ma globalmente neutro, la cui carica elettrica totale è cioè nulla.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Siamo troppi o troppo pochi? Dalla sovrappopolazione all'Age of Depopulation

persone che attraversano la strada

Rivoluzione verde e miglioramenti nella gestione delle risorse hanno indebolito i timori legati alla sovrappopolazione che si erano diffusi a partire dagli anni '60. Oggi, il problema è opposto e siamo forse entrati nell’“Age of Depopulation,” un nuovo contesto solleva domande sull’impatto ambientale: un numero minore di persone potrebbe ridurre le risorse disponibili per la conservazione della natura e la gestione degli ecosistemi.

Nel 1962, John Calhoun, un giovane biologo statunitense, pubblicò su Scientific American un articolo concernente un suo esperimento. Calhoun aveva constatato che i topi immessi all’interno di un ampio granaio si riproducevano rapidamente ma, giunti a un certo punto, la popolazione si stabilizzava: i topi più anziani morivano perché era loro precluso dai più giovani l’accesso al cibo, mentre la maggior parte dei nuovi nati erano eliminati.