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Univax Day per vincere i pregiudizi sulle vaccinazioni

La vaccine or Le préjugé vaincu, di Louis Leopold Boilly, 1807.

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Il 15 e il 16 febbraio le principali Università italiane ospiteranno UniVax Day, una giornata sui vaccini dedicata ai ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori. L'incontro, che si ripeterà ogni anni a febbraio, è stato voluto dalla Società italiana di immunologia, immunologia clinica e allergologia (SIICA) per contrastare la disinformazione su un tema peraltro molto caldo in questi giorni di campagna elettorale. L'intento degli immunologi non è però quello di entrare nella mischia ma di "volare alto"sugli aspetti più strettamente scientifici dei vaccini e del sistema immunitario, confidando che una maggiore conoscenza si traduca in una sorta di immunità alla diffusa disinformazione sul tema.. 

Quanto ne sanno i ragazzi di questi argomenti? A scuola si studiano immunità e vaccini?

“Teoricamente tutti licei affrontano lo studio della anatomia e fisiologia umana, compreso il sistema immunitario, e la vaccinazione viene di solito insegnata quando si parla di acquisizione dell'immunità", risponde Paolo Vitale, docente di scienze del liceo scientifico Copernico di Brescia e autore insieme ad Anna Piseri del manuale di biologia per Licei BIOgrafia. “Tuttavia non sono pochi i casi in cui la parte relativa al sistema immunitario viene saltata per la sua complessità. Ci sono poi casi meno frequenti in cui docenti - come peraltro medici e infermieri - sono influenzati dalla propaganda no vax e la diffondono durante le lezioni”.

Secondo un’indagine condotta nel 2012 dalla Società italiana di pediatria su un ampio campione di adolescenti, oltre la metà di loro non sapeva dire se era stato vaccinato contro il tetano e poche ragazze erano al corrente del vaccino contro il papilloma virus.

Una certa confusione emerge peraltro anche fra i genitori, come mostrato lo scorso settembre dal sondaggio sulla percezione dell’importanza delle vaccinazioni di Observa. Il 47,1% degli intervistati affermava che “tutte le vaccinazioni, compresa quelle contro l’influenza, dovrebbero essere obbligatorie”. Un altro 43% di persone affermava che solo un numero limitato di vaccinazioni dovrebbe essere obbligatorio, lasciando al singolo la libertà di decidere sul resto. Successivamente però, rispetto alla affermazione “Bisogna lasciare decidere al singolo, perché solo lui/lei sa cosa è bene per la sua salute”, il 48% delle persone si diceva molto o abbastanza d’accordo, e un altro 49,2% “poco o per nulla d’accordo”. 

“Lo scopo di UniVax Day è di rendere i giovani più consapevoli dell’efficacia e dei rischi delle vaccinazioni, riportando il tema all’interno di un discorso scientifico ed evitando che diventi un problema ideologico o politico" spiega Angela Santoni, presidente della SIICA, che insieme alla microbiologa Anna Teresa Palamara animerà la giornata con gli studenti alla Sapienza di Roma. "Siamo molto felici di poter rispondere alle domande dei ragazzi su sistema immunitario e vaccinazioni, perché ci teniamo a far comprendere come la vaccinazione sia stato il più grande contributo che l'immunologia ma direi la medicina ha dato alla salute pubblica" dice Francesco Novelli che gestirà la giornata all'Università di Torino insieme all'igenista Roberta Siliquini, la pediatra Silvana Martino e l'epidemiologo Paolo Vineis, dell'Imperial College di Londra.

In effetti, più ancora che una batteria di lezioni frontali sarà utile stimolare i ragazzi al confronto, magari chiarendo anche l'impatto che le vaccinazioni hanno sulla salute globale, con circa 3 milioni di morti evitate all'anno nel mondo. E cercando di trasmettere il fascino di una disciplina scientifica in pieno sviluppo, volta a ottenere preparati sempre più efficaci e sicuri, e di una sanità pubblica che soprattutto nei paesi più poveri deve sperimentare soluzioni innovative per emergenze difficilmente immaginabili alle nostre latitudini. E' il caso dell'epidemia di febbre gialla che nel 2016 ha portato a una carenza di dosi di vaccini in Angola e nella repubblica democratica del Congo, fronteggiata con la sperimentazione di dosi frazionate e conclusasi con un risultato positivo (per approfondire si legga l'articolo sul New England Journal of Medicine).

Gli incontri si svolgeranno Il 15 febbraio all’Università di Messina, il 16 febbraio alla Sapienza di Roma e alle Università di Genova, Brescia, Torino, Verona, Udine, Firenze, Catanzaro, Palermo. il 21 all’Università di Ancona. A Milano due appuntamenti: il 21 all’Humanitas University e il 23 all’Università degli Studi. Si prevede che parteciperanno circa 5.000 studenti.

Programma dettagliato qui

 


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