fbpx Il primo asteroide di WISE | Scienza in rete

Il primo asteroide di WISE

Read time: 2 mins

Mancavano ancora due giorni all'inizio ufficiale della missione, ma l'osservatorio orbitante infrarosso WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer) ha pensato bene di dare un saggio delle sue capacità scoprendo il suo primo asteroide.

Designato con il nome provvisorio di 2010 AB78, l'asteroide scoperto da WISE il 12 gennaio e confermato da osservazioni telescopiche dal suolo nei giorni successivi appartiene alla categoria dei NEO (Near-Eart Object), asteroidi che sfrecciano nei pressi del nostro pianeta. Le dimensioni di 2010 AB78 sono dell'ordine di un chilometro e la sua orbita piuttosto inclinata lo porta a transitare alla stessa distanza del Sole alla quale orbita la Terra. Viene esclusa ogni possibilità che l'asteroide ci possa tamponare, ma gli astronomi lo terranno comunque d'occhio con attenzione.

WISE è stato progettato per effettuare una panoramica completa del cielo in luce infrarossa e dovrà occuparsi di scovare tutti gli oggetti celesti che sono finora sfuggiti all'osservazione degli astronomi. Le sue preziose osservazioni costituiranno una sorta di mappa del tesoro, indicando agli astronomi dove puntare con successo i loro telescopi.

Per quanto riguarda il campo degli asteroidi, ci si aspetta che WISE riesca a individuare circa centomila oggetti che finora hanno eluso la caccia serrata che viene loro fatta. Le attese, come si può ben vedere, sono notevoli, ma sembra che il satellite abbia cominciato con il piede giusto.

 

Fonte: http://www.jpl.nasa.gov/wise/newsfeatures.cfm?release=2459

Autori: 
Sezioni: 
Astronomia

prossimo articolo

Terre rare: l’oro di Pechino che tutti vogliono

miniera californiana di Mountain Pass

Il trattato USA-Ucraina appena sancito rivela quanto urgente sia la necessità di dotarsi di minerali critici, fra cui le 17 terre rare, per la transizione digitale ed elettrica. In realtà tutti sono all'inseguimento della Cina, che produce il 70% di questi metalli e l'85% degli impianti di raffinazione e purificazione. Questo spiega una serie di ordini esecutivi di Trump e le nuove politiche di Giappone, Australia ed Europa, e forse anche la guerra in Ucraina. Non più tanto le fonti fossili quanto le terre rare sono diventate materia di sicurezza nazionale. Ovunque si riaprono miniere, anche in Italia. Ma essendo difficili da estrarre e purificare si punta anche al riciclo e alla ricerca per mettere a punto le tecnologie di recupero più economiche e sostenibili. Ma come ha fatto la Cina ad acquisire una tale supremazia? E che cosa stanno facendo gli altri?

Nell'immagine la storica miniera californiana di Mountain Pass, TMY350/WIKIMEDIA COMMONS (CC BY-SA 4.0)

C’era una volta, negli anni Novanta del secolo scorso, un mondo con due potenze in sostanziale equilibrio nella produzione di terre rare: Stati Uniti (33%) e Cina (38%), seguiti da Australia (12%), India a e Malesia per il 5% ciascuna e le briciole ad altri paesi. Ora non è più così.