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Parigi, al via l’Anno Internazionale della Tavola Periodica

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L'intervento di Youri Oganessian, direttore scientifico del laboratorio Flerov di Dubna, in Russia, cui si deve il nome dell'elemento 118, Oganesson (o Oganesso), alla cerimonia d'apertura dell'International Year of Periodic Table of Chemical Elements 2019, tenutasi a Parigi. Foto di Marco Taddia

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La sigla IYPT2019 sta per "International Year of Periodic Table of Chemical Elements". Un anno che non ha soltanto una valenza storica ma dovrebbe costituire, nell’intenzione dell’UNESCO che l’ha promosso in ricordo del 150° di pubblicazione dei primi lavori di Dmitrij Ivanovič Mendeleev (1834-1907) dedicati alla tavola periodica degli elementi, l’occasione per valorizzare il ruolo centrale della chimica nella società e riaffermare il valore universale della scienza. La cerimonia di apertura si è svolta a Parigi il 29 gennaio presso il Padiglione delle Conferenze UNESCO di Parigi, progettato nel 1953-1954 e costruito tra il 1955 e il 1958. Il complesso reca, tra le altre, la firma del nostro insigne connazionale Pier Luigi Nervi (1891 –1979), noto in tutto il mondo per averci lasciato opere memorabili e definito “il Michelangelo del cemento armato”.

La cerimonia si è aperta con i saluti di Audrey Azoulay (direttrice generale dell’UNESCO), Mikhail Kotyukov (ministro della Scienza e d’Istruzione Superiore della Federazione Russa), Pierre Corvol (presidente dell’Académie des Sciences) e Andrey Gurvey (PDG di PhosAgro, principale sponsor dell’evento). Un intermezzo musicale che ha avuto come protagonista la pianista Mira Yevtich, impegnata in una Rapsodia di Brahms, ha preceduto la presentazione del programma da parte di Natalia Tarasova, co-presidentessa del Comitato di gestione dell’IYPT ed ex-presidentessa IUPAC.

La parte scientifica ha avuto inizio con una tavola rotonda sul tema “Gli elementi della vita”, con la partecipazione Emelia Arthur, Marco Mensink e Alinka Lépine-Szily. I loro interventi hanno riguardato rispettivamente: l’istruzione scientifico-tecnologica delle donne africane, l’industria chimica e gli obiettivi di sviluppo ONU (ODD), le applicazioni mediche dei radioisotopi. Particolarmente avvincente, anche per le immagini proiettate, l’intervento di Lépine-Szily, co-presidentessa dell’Associazione latino-americana di fisica nucleare e sue applicazioni.

Jan Reedijk, co-presidente del Comitato di gestione dell’IYPT, ha poi introdotto la relazione di Ben Feringa, che nel 2016 ha condiviso il premio Nobel per la Chimica con Jean-Pierre Sauvage e James Fraser Stoddart. Il suo intervento “La tavola periodica per la società del futuro”, vibrante di entusiasmo, ha reso partecipe il pubblico delle genuine emozioni del ricercatore e delle sue aspettative.

Poi è venuto il momento dei bambini. Li abbiamo visti all’opera in un’altra sala dell’edificio UNESCO, per l’iniziativa multimediale “1001 invenzioni: viaggi dall’alchimia alla chimica”. La diretta dell’evento, che si può rivedere qui, è stata presentata da Ahmed Salim, dell’organizzazione 1001 Inventions.

La mattinata si è conclusa con “I nuovi arrivati nella tavola periodica”. Chi poteva trattare un simile argomento meglio di colui che ha dato il nome all’elemento 118, Oganesson o Oganesso (Og)? Youri Oganessian, direttore scientifico del laboratorio Flerov di Dubna, in Russia, ha esposto con chiarezza e stile misurato, scevro di retorica ma non per questo meno coinvolgente, l’andamento delle ricerche intorno agli elementi superpesanti, le prospettive future e i loro limiti. Dopo il déjeuner, i lavori sono ripresi con l’intervento di Martyn Poliakoff, noto divulgatore dell’Università di Nottingham, introdotto da Pilar Goya, presidente EuChemS. Poliakoff ha parlato della tavola periodica degli elementi come “regalo” di Mendeleev all’istruzione.

È venuto poi il turno dei giovani ricercatori. Sei di essi, provenienti da tutti i continenti, sono stati i protagonisti di “In piedi per la tavola periodica, interventi mirati di giovani scienziati del mondo intero”.

Tre tavole rotonde, che hanno occupato un totale di circa tre ore, hanno completato il programma scientifico della giornata. La prima, coordinata da Romain Murenzi (TWAS -Accademia mondiale delle scienze per il progresso scientifico dei Paesi in via di sviluppo) ha trattato il tema, sempre vivo, dell’origine degli elementi chimici. La seconda, coordinata da Nicole Moreau (IBSP-Programma Internazionale Scienze Basilari) era dedicata alla tavola in rapporto ai concetti interdisciplinari per lo sviluppo. I partecipanti erano personalità ai massimi livelli nel panorama delle associazioni scientifiche mondiali: dai presidenti IUPAC e IUPAP a quelli delle Società Chimiche di Russia e Stati Uniti, fino al CEO della Royal Society of Chemistry. La terza e ultima tavola rotonda ha posto al centro dell’attenzione il tema più che mai attuale dello sviluppo sostenibile. La serie degli interventi ha avuto inizio con quello di Daya Reddy, presidente dell’International Science Council, cui sono seguiti quelli di altre personalità, inclusi due italiani: Sandro Scandolo del Centro Internazionale di Fisica Teorica e il chimico Pietro Tundo del Comitato Interdivisionale IUPAC per la Chimica Verde.

Un pannello della mostra allestita in occasione della cerimonia d'apertura all'Anno Internazionale della Tavola Periodica. Foto di Marco Taddia

La giornata si è avviata verso la conclusione con un’altra esecuzione pianistica di Mira Yevtich, che questa volta si è cimentata in un Notturno di Chopin e un Poema di Scriabin, molto graditi dal pubblico.

I saluti finali da parte di Jan Reedijk e Natalia Terasova, co-presidenti del Comitato Organizzatore, sono stata preceduti dall’intervento di Kohei Tamai, chairman del Comitato cui è affidata la giornata conclusiva dell’IYPT2019, che si svolgerà in Giappone. Tra gli eventi collaterali ricordiamo la mostra allestita all’esterno della sala principale, in cui era presente anche una sezione storica. Le dimostrazioni sperimentali eseguite da alcuni giovani ravvivavano l’ambiente e incuriosivano molti. Nella sezione storica era esposta la famosa tavola ritrovata nella Scuola di Chimica dell’Università di St Andrews e di cui si è parlato recentemente.

Quale partecipante all’evento parigino, l'autore di quest'articolo ne ha ricavato la sensazione di aver vissuto una giornata storica, in cui genti di tutti i Paesi, convenute a Parigi per celebrare una delle conquiste più grandi dell’ingegno umano, superavano ogni divisione grazie agli ideali sovranazionali che uniscono gli scienziati.

 


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