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Viaggio di aggiornamento tra gli elementi chimici

L'UNESCO ha dedicato il 2019 alla tavola periodica degli elementi, e l'anno è stato l'occasione di diverse pubblicazioni sull'argomento. Tra queste, il libro di di Silvano Fuso “L’alfabeto della materia. Viaggio nel mondo degli elementi chimici” (Carocci 2019). La recensione di Marco Taddia per Scienza in rete.
Crediti immagine: Chris RubberDragon/Flickr. Licenza: CC BY-SA 2.0

Tempo di lettura: 5 mins

Grazie all’UNESCO, che le ha dedicato l’intero 2019, la Tavola Periodica degli Elementi Chimici ha catturato in questi mesi l’attenzione del pubblico e dei mass media internazionali in maniera inusitata. C’è da rallegrarsene perché oggi la distinzione fra scienza e pseudo-scienza, almeno in taluni campi (vaccini, OGM ecc..), sembra più incerta rispetto al passato e alla seconda non mancano mezzi e spazi per esprimersi.

A proposito delle iniziative intraprese a vari livelli nel corso di quest’anno per celebrare la Tavola, si ha l’impressione che troppo spesso taluni concetti di base fossero dati per scontati. Un po’ in ombra, ad esempio, sono rimasti i protagonisti della Tavola stessa, oscurati dal fascino della figura di Dmitrij Mendeleev (1834-1907), sbrigativamente considerato l’unico “padre” della Tavola stessa. Le ragioni sono comprensibili, perché il concetto stesso di elemento chimico richiede una capacità di astrazione che non è di immediata acquisizione, tant’è che ha richiesto un bel po’ di tempo per affermarsi così come noi l’intendiamo oggi. Diamo perciò il benvenuto al libro di Silvano Fuso “L’alfabeto della materia” (Carocci 2019), che si aggiunge agli altri due dedicati alla Tavola di cui abbiamo già avuto occasione di parlare su questo giornale, proprio perché il sottotitolo, “Viaggio nel mondo degli elementi chimici”, anticipa un’esplorazione di cui sarebbe bene tener conto quando si parla della Tavola al pubblico.

Nella bella introduzione al suo volume, dopo il doveroso omaggio a Mendeleev e alla sua intuizione, Fuso esprime l’intendimento di raccontare “come l’idea di elemento sia nata e si sia evoluta fino ai giorni nostri”. Senza pretendere di sviluppare una trattazione storica rigorosa, l’autore intende concentrarsi “su certi aspetti necessari a comprendere meglio il significato attuale di alcuni concetti”, producendo un’opera di tipo divulgativo, non storico.

Oggi, tuttavia, dopo i progressi della fisica delle particelle subatomiche, parlare di elementi è molto meno facile di quanto si creda anche per gli addetti ai lavori e Fuso, che ha un dottorato di ricerca in chimica, un passato da ricercatore e una produzione saggistica e divulgativa di prim’ordine, dimostra di esserne ben consapevole. Impiega sei capitoli per trattare la materia in maniera potremmo definire “standard”, cominciando con le idee degli antichi Greci per finire con Cannizzaro e giungere, nel settimo, a Mendeleev e alla tavola periodica. La sua storia dà un discreto spazio alle biografie di taluni personaggi con una scelta motivata dal valore fondamentale dei loro contributi scientifici. Ci tiene tuttavia a precisare (e fa bene) che si tratta di una scelta personale, giustificata dall’impossibilità di dare spazio a tutti coloro che hanno cooperato al raggiungimento di risultati frutto di uno sforzo collettivo.

Come si diceva, parlare di elementi oggi è più difficile di un tempo perché, come ci insegna la fisica, gli atomi non sono indivisibili come credevano i Greci e solamente alcune delle loro particelle costituenti possono essere considerate elementari. Ciò non toglie, ad esempio, che i fenomeni biologici si possano interpretare tuttora in termini di proprietà degli elementi chimici e che questi, come scrive Fuso, siano ancora considerabili “costituenti fondamentali della materia, sia pure in termini relativi e non assoluti”. Questo aspetto trova spazio nel capitolo 8, intitolato “Dentro gli atomi”.

Altri dieci capitoli completano l’opera, occupandosi di “quanti”, meccanica quantistica, compiendo una panoramica sulla Tavola Periodica, trattando di elementi nella storia e nella vita quotidiana, origine degli elementi stessi, trasmutazione e perfino di “antielementi”. Davvero il lettore può aggiornarsi su temi anche complessi, generalmente (ma non sempre), in maniera agevole. Alcuni troveranno forse un poco ostici i capitoli sui quanti e la meccanica quantistica ma, diciamoci la verità, non sono argomenti facilmente divulgabili.

Fuso è attento ai particolari ma un piccolo errore gli è sfuggito: a pagina 65 dice che Cannizzaro fondò, con altri, la rivista Gazzetta Chimica Italiana e che questa esiste tuttora. La rivista (ahimè) non è più pubblicata dal 1997, anno in cui è confluita insieme agli organi delle Società Chimiche di Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi nelle due riviste europee: European Journal of Organic Chemistry ed European Journal of Inorganic Chemistry.

Una curiosità da registrare è lo spazio dedicato sia all’impegno di Lavoisier nella guida della Commissione nominata da Luigi XVI per indagare sul cosiddetto “magnetismo animale” che a quello di Mendeleev per gli studi sullo spiritismo. Ricordiamo che Fuso è socio effettivo del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), segretario regionale del CICAP-Liguria, coordinatore del Gruppo-Scuola del medesimo Comitato e attivo conferenziere nel campo. Non poteva quindi mancare una sottolineatura degli interessi di Lavoisier e Mendeleev che, probabilmente, non erano noti a tutti i potenziali lettori del libro.

In occasione del centenario della nascita, Fuso ha pensato giustamente di dedicare un capitolo a Primo Levi (1919-1987), con ampi stralci de “Il sistema periodico” (1975).

Complemento necessario a questo viaggio di aggiornamento tra gli elementi, che include perfino un capitolo sulla materia oscura, sono le conclusioni di Fuso, che sottolineano la nostra difficoltà di comprensione del mondo microscopico e i modelli teorici frutto di un approccio “speleogico” allo studio della materia. Un ampio corredo di note, una ricca bibliografia e un glossario completano il volume che merita senz’altro di essere letto da tutti coloro che hanno interesse per la chimica.

In conclusione, questo libro è la prova del fatto che l’iniziativa dell’UNESCO ha stimolato l’editoria di qualità, promuovendo una ripresa delle opere di divulgazione chimica di cui, specialmente in Italia, si avvertiva la necessità. È risultato vincitore del Premio Internazionale di Letteratura “Città di Como”, VI Edizione, quale miglior saggio di divulgazione scientifica.

 

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