fbpx Europa, il cambio di paradigma economico e politico | Scienza in rete

Missioni UE, cambia il paradigma

Tempo di lettura: 4 mins

L’ex Commissario per la ricerca, la scienza e l’innovazione Carlos Moedas - che aveva invitato Mariana Mazzucato a redigere delle raccomandazioni strategiche per l’implementazione delle missioni europee - ha espresso entusiasmo per il Rapporto, visto l’alto grado di partecipazione previsto per la risoluzione delle grandi sfide future. 

In un’intervista, la stessa Mazzucato pone l'accento proprio sulla partecipazione dei cittadini, che, da semplici fruitori, diventano veri e propri stakeholder della ricerca: il coinvolgimento pubblico è stato fondamentale per definire le mission e sarà di nuovo centrale nel monitorare e indirizzare i percorsi intrapresi dai ricercatori. Questo approccio si pone come decisa risposta ai movimenti populisti europei, che sono portavoce del “senso di disillusione generato dagli effetti non equamente distribuiti della globalizzazione, dal mutamento tecnologico e dalla stessa unità Europea”. Tramite un'efficace strategia di comunicazione scientifica, verranno ridotte le distanze tra ricercatori e cittadini per superare la reciproca sfiducia che, negli ultimi anni, ha rallentato la corsa dell’innovazione.

Altro pilastro della proposta è l'intersettorialità. Secondo Giorgio Rossi, professore Professore Ordinario di Chirurgia Generale all'Università di Milano e membro italiano del Governing Board di European Open Science Cloud (Eosc), “Le mission possono sfruttare le infrastrutture per fare ricerca, in modo intrinsecamente multidisciplinare, su questioni complesse, che necessitano di dati scientifici sicuri”. Sulla stessa lunghezza il Ministro degli Affari Economici in Finlandia, Paese incaricato della presidenza europea nello scorso semestre: “Le nuove missioni avranno il potenziale per vincere sfide complesse e promuovere una innovazione sostenibile”.

Nella sua intervista, Mazzucato mette in guardia dai rischi di questo nuovo approccio: se, ad esempio, si occuperanno del cancro solo università e centri di ricerca medici, se una missione diventerà il "giocattolo di un solo Ministro", il progetto avrà fallito. Lo schema proposto di seguito, ripreso da una presentazione della stessa Mazzucato, rende chiara questa visione: l’interconnessione è necessaria alla riuscita di tutte le missioni.

Slide da presentazione di Mariana Mazzucato: Next steps: Europe's missions for the future.

Pochi mesi dopo l’uscita del Rapporto, anche l’OCSE, nel documento “Oltre la crescita: verso un nuovo approccio economico” di settembre 2019, recepisce l’importanza alle politiche di innovazione e industriali orientate a missioni per indirizzare lo sviluppo economico verso la decarbonizzazione, la sostenibilità ambientale, l’inclusione digitale e l’assistenza sociale e sanitaria. Una politica industriale più attiva, secondo l’OCSE, può aiutare l’economia a raggiungere target sociali e ambientali; attraverso una combinazione di obiettivi politici, appalti pubblici, spesa per l'innovazione e investimenti pubblici a lungo termine. In più, si rende necessaria una generale regolazione finanziaria più forte per rendere l’economia sempre più resiliente.

Rilevante l’affermazione del documento OCSE: “le persone non sono massimizzatori di utilità individuali del mito economico ortodosso: ma hanno caratteristiche multi-dimensionali e rispondono a etiche sociali e culturali”. Per l’OCSE è necessario, quindi, un cambio di passo, così come accadde negli anni ’40 sostituendo il laissez faire con le teorie Keynesiane sul welfare, e così come accadde negli anni ’70 con le rivoluzioni neoliberiste di Reagan e Thatcher.

Le mission di Horizon Europe sono uno dei pilastri per raggiungere gli Obiettivi 2030. Un articolo per Nature dell’agosto 2019 firmato, tra gli altri, da Jeffrey Sachs, Johan Rockström e dalla stessa Mariana Mazzucato, le declina nelle sei trasformazioni ritenute indispensabili per ottenere questi ambiziosi risultati.

  1. Sistema scolastico: miglioramento della formazione degli insegnanti e valutazione continua dei risultati di apprendimento
  2. Sanità: finanziamenti soprattutto pubblici grazie all’intervento dei governi; importanza a prevenzione e cure palliative; creazione di sistemi informativi integrati
  3. Energia: coordinamento tra le varie autorità (per esempio tra i Ministeri di Infrastrutture, Energia, Ambiente e Trasporti)
  4. Produzione alimentare: promozione di diete sane e sostenibili per alleggerire le pressioni ambientali e i rischi di perdita di biodiversità; inclusione di tutti gli attori coinvolti 
  5. Aree urbane: efficientamento delle reti idriche e mobilità sostenibile
  6. Tecnologia: adozione da parte dei governi di standard normativi per tutelare i lavoratori dallo sviluppo tecnologico; inclusione digitale

La partecipazione e l’inclusione dei cittadini, l’intervento dello stato imprenditore, il coordinamento intersettoriale e l’introduzione di normative rigorose sono quindi i cardini della nuova politica europea per l’innovazione e la sostenibilità: il progetto è estremamente ambizioso e, su alcuni aspetti, rivoluzionario. Non resta quindi che attendere con curiosità e ottimismo i risultati che arriveranno nei prossimi anni.

Fonti
Dall'Ue 100 miliardi grazie a Horizon, pronti i fonti per cinque grandi sfide, Corriere della Sera, 5 febbraio 2020
Commission launches work on major research and innovation missions for cancer, climate, oceans and soil, European Commission, 4 luglio 2019
Missions will require a ‘revolution’ in European governments – Prof. Mariana Mazzucato, Horizon, 4 luglio 2019
Next steps: Europe's Missions for the Future
Le sei trasformazioni che ci avvicinano agli Obiettivi dell'Agenda 2030, ASVIS, 2 settembre 2019
EU ministers discussed research and innovation as drivers for sustainable growth, Finnish Government, 4 luglio 2019
Beyond Growth: Towards a New Economi Approach, OECD, 12 settembre 2019

 

 

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

La contraccezione di emergenza e il mistero dei “criptoaborti”

Il comitato anti-aborto denominato Osservatorio permanente sull’aborto sostiene che i contraccettivi di emergenza come la pillola del giorno dopo causino "criptoaborti" e insiste su una presunta azione abortiva non riconosciuta dalla comunità scientifica, che afferma chiaramente la natura contraccettiva di questi farmaci. È un movimento, sostenuto anche dall'Associazione ProVita e Famiglia, che porta avanti una campagna più ampia contro tutti i contraccettivi ormonali.

Sono 65.703 le interruzioni volontarie di gravidanza registrate dall’ISTAT nel 2022 in Italia. Il numero è calato progressivamente dal 1978, quando è entrata in vigore la legge 194, che regolamenta l’aborto nel nostro Paese. Un comitato di ginecologi e attivisti dell’Associazione ProVita e Famiglia, però, non è d’accordo: sostiene che sono molte di più, perché aggiunge al computo 38.140 fantomatici “criptoaborti” provocati dall’assunzione dei contraccettivi ormonali di emergenza, la pillola del giorno dopo e quella dei cinque giorni dopo.