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L’innovazione è uno dei fattori chiave per una crescita a lungo termine, perché può alimentare uno sviluppo produttivo e una trasformazione della produzione, della distribuzione e del consumo in tutte le economie. Alcune delle più grandi innovazioni sono nate dalla necessità di risolvere problemi. Piuttosto che focalizzarci su problemi di natura tecnologica, possiamo utilizzare l’innovazione per risolvere sfide nella società che coinvolgono cambiamenti tecnologici, istituzionali e comportamentali. È questa la proposta che l’economista dell’UCL di Londra Mariana Mazzucato ha lanciato in una serie di documenti commissionati dalla Commissione europea per disegnare la strategia dell’ottavo programma quadro Horizon Europe (2021-2027).
Il primo report, “Mission-Oriented Research & Innovation in the European Union”, pubblicato nel 2018, aveva identificato missioni da raggiungere con lo scopo di ridefinire l’approccio dell’Europa nell’affrontare i problemi della società. Successivamente, il report “Governing Missions in the European Union” (luglio 2019) indica come portare a termine queste missioni attraverso tre principali focus: il coinvolgimento del pubblico, le capacità e gli strumenti del settore pubblico necessari per incentivare un’innovazione dinamica e i finanziamenti e i fondi rivolti alle missioni perché possano innescare altri processi economici.
Coinvolgimento dei cittadini
È necessario sfruttare la creatività dei cittadini per affrontare problemi urgenti come il cambiamento climatico, le disuguaglianze e l’istituzione di società più solidali. In questo contesto diventa fondamentale stabilire con trasparenza i processi che portano alla selezione e valutazione delle missioni da raggiungere in modo da ottenere la fiducia del pubblico.
Per favorire questo processo bisogna far capire ai cittadini che la ricerca e le innovazioni non riguardano solo gli accademici, ma sono parte integrante della società. I tre punti chiave riguardano il coinvolgimento del pubblico nella definizione e selezione di missioni che interessano maggiormente la società, la partecipazione del pubblico all’attuazione delle missioni e il suo coinvolgimento nella valutazione (esaminazione e monitoraggio) delle missioni.
Il coinvolgimento permette ai cittadini di conoscere a fondo gli obiettivi da raggiungere, assicurando alle missioni longevità anche quando cambiano i governi e i ministri. La Commissione Europea sta cercando di mettere in pratica questo principio creando un Consiglio apposito che si occupi solo di queste missioni e che includerà dei rappresentanti degli utenti finali che avranno il compito di consultare direttamente i cittadini nella formulazione di proposte concrete di missioni da portare a termine. I politici però dovranno essere favorevoli a questo coinvolgimento del pubblico anche se potrebbe causare dibattiti e contestazioni.
Tutte le attività in cui saranno coinvolti i cittadini dovranno tenere in considerazione le diverse popolazioni europee nel momento in cui saranno chiamati a pianificare innovazioni che riguardano tutto il continente, sforzandosi di guadagnare anche l’appoggio delle minoranze. Oltretutto la consultazione dei cittadini permetterà di ottenere una vasta raccolta di risposte e input a un costo ridotto e in maniera flessibile.
Raccomandazione 1: consultazioni formali, così come l’interazione diretta con movimenti cittadini, i lavoratori e le minoranze, sono necessarie per assicurare un significativo impegno dei cittadini nello sviluppo di proposte concrete di missioni da raggiungere. I cittadini devono lavorare a stretto contatto con i politici, i ricercatori e le aziende per avere diverse prospettive sul problema preso in esame e garantire un cambiamento sistematico.
Raccomandazione 2: la pubblica consultazione, che permette di definire le missioni, deve essere strutturata in modo da non far prevalere interessi personali. Attuazione Anche se è impossibile che i cittadini vengano coinvolti in ogni processo di ricerca e innovazione, uno spazio significativo dovrebbe essere lasciato alla citizen science e ai processi innovativi basati sulle esigenze degli utenti. I cittadini coinvolti nella citizen science saranno in grado di fornire dati di ricerca e soluzioni non ottenibili solo con la scienza e i sistemi di innovazione attuali. Questo processo favorirà ancora più il contatto dei cittadini con i metodi tradizionali di ricerca e i sistemi di innovazione, costruendo uno scambio reciproco di conoscenze.
Raccomandazione 3: i cittadini volontari e gli innovatori possono avere un ruolo aggiuntivo e fondamentale nell’attuazione delle missioni. Per questo motivo la loro partecipazione deve essere incoraggiata.
Valutazione
L’ultimo passo del coinvolgimento è impegnare organizzazioni sociali e civili nella valutazione del progresso delle missioni e infine dei risultati ottenuti. Grazie alla tecnologia, i cittadini potranno monitorare tutto, partendo da informazioni più semplici come le popolazioni di farfalle fino ad arrivare ad aspetti più importanti come il controllo della qualità dell’aria. Inoltre, l'uso del cellulare garantirà una mobilitazione di massa che scatenerà pressioni sulla politica affinché gli obiettivi stabiliti dalle missioni vengano portati a termine. La valutazione deve prendere ispirazione dalle organizzazioni sociali nel verificare le proposte e nel controllare i progressi ottenuti dalle missioni per garantire che i risultati siano allineati con i bisogni e le aspettative dei cittadini.
Raccomandazione 4: le missioni devono permettere l’utilizzo delle esperienze e delle osservazioni dei cittadini per monitorare i progressi degli obiettivi da raggiungere.
Comunicazione rivolta ai cittadini
Le missioni saranno selezionate a livello politico, ma la loro rilevanza e importanza dovrà essere necessariamente comunicata ai cittadini. Le missioni devono ispirare i cittadini e coinvolgerli nella scienza e nelle innovazioni per fargli capire come possano risolvere i problemi che affrontano quotidianamente. Tramite i social media e internet, i politici potranno sviluppare un nuovo modo, insieme ai cittadini, di consultare e commentare le politiche adottate. Per comunicare al meglio le missioni è necessaria una strategia che tenga in considerazione l’educazione e le competenze scientifiche, in modo da promuovere un tangibile cambiamento di mentalità.
Raccomandazione 5: la comunicazione rivolta ai cittadini deve essere garantita durante tutto il “ciclo vitale” delle missioni, in modo che tutti gli europei possano capire il valore della ricerca e delle innovazioni e l’impatto che esercitano sulle loro vite.
Le capacità del settore pubblico
Il termine missione non può più essere inquadrato nei limiti delle parole finora conosciute, perchè vanno ripensate e ridefinite. Come? Si deve favorire la collaborazione e la coordinazione. Uno dei primi ostacoli, pensando ai settori pubblici, è quello di riuscire a creare strutture trasversali e a facilitare le sinergie. Quando si parla di creare nuovi mercati, è indispensabile la fluidità a diversi livelli, abbattendo barriere che spesso si creano quando i vari enti si concentrano sulla propria sfera di competenze.
Nel settore pubblico la burocrazia e la regolamentazione alla base di ogni processo rallenta e rende difficile l’innovazione. La soluzione ideale sarebbe quella di affidare la strategia della missione direttamente alle più alte cariche del potere esecutivo, per favorire la creazione di relazioni orizzontali tra le componenti governative che si occupano di crescita economica e quelle che ne rappresentano i contenuti (ad esempio la crescita sostenibile).
Nell’ambito di progetti votati a una missione, come Horizon2020, serve implementare strutture supportate attivamente dalla politica e dotate di grande libertà operativa. Per esserne a capo sono necessarie straordinarie qualità, e in queste circostanze è opportuno ragionare in un’ottica di lavoro agile: assunzioni per tempi limitati di persone creative. Questa agilità è necessaria anche nell’ambito burocratico ed è volta a ottimizzare il lavoro dei leader delle missione, che durante il loro servizio potranno, grazie a questo ventaglio di possibilità, gestire problematiche anche complesse. La flessibilità servirà da leva per gli enti i cui lavoratori saranno spinti a partecipare anche partendo dal basso, in modo da obbligare diversi settori a entrare in relazione fra loro. Questo significa coinvolgere anche coloro che, solitamente, tendono a rimanere esclusi da processi di questo tipo.
Va rivisto il modo di approcciarsi all’errore: se un tempo in un’ottica aziendale si cercava di evitarli a tutti i costi, ora l’errore deve essere ripensato e concepito come un passo necessario sulla strada verso il successo, nonché parte stessa del processo esplorativo.
Gli appalti pubblici sono strumenti utili, in quanto possono creare nuovi mercati. Diverse tecnologie sono nate grazie a essi, tuttavia rimangono spesso vincolati all’interno di regolamentazioni ferree e una gara al ribasso. Per favorire lo svilupparsi di idee all’avanguardia è necessario non prefigurarsi un obiettivo statico e fisso. In tal modo si facilita la maturazione di idee nuove, lo scambio e la collaborazione fra i vari servizi che lavorano per un fine comune.
Realisticamente, affinché le innovazioni socioculturali possano integrarsi nella società, servono delle politiche che le incentivino e le promuovano attivamente. Non possiamo pensare di risolvere i problemi legati all’inquinamento, ad esempio, se non vengono incentivate le politiche del riuso e dell’economia circolare.
Nel raggiungimento di una missione, la politica deve avere un approccio molto ampio, risulterebbe un errore inquadrare una tecnologia all’interno di un solo settore. Le legislazioni vanno quindi ripensate, evitando limitazioni che impediscano di pensare fuori dagli schemi. Un altro cambiamento auspicabile è quello di rivedere le missioni valutandole non solo in base a una mera analisi costi benefici, ma perseguendo l’ideale di creare qualcosa di valore, di pubblico dominio. Un esempio? La più grande missione di questo tipo è proprio quella che ha portato, nel ‘69, allo sbarco del primo uomo sulla luna. Gli Stati Uniti hanno impiegato un enorme dispendio di energie e oltre ad aver conseguito il loro scopo (vincere la cosiddetta “space race”), durante gli studi hanno messo a punto una serie di invenzioni ancora in uso, nate però come ricadute tecnologiche. La stessa missione Apollo non avrebbe mai visto la luce se ci si fosse basati solo su un'analisi costi-benefici.
Raccomandazione 6: è da promuovere l’abbattimento delle barriere fra i diversi enti e il coordinamento a opera delle più alte cariche del potere esecutivo.
Raccomandazione 7: a capo della missione deve esserci un rafforzamento delle strutture da parte di personale di alto livello, in grado di esercitare diversi tipi di funzioni.
Raccomandazione 8: vanno favoriti gli scambi fra i diversi enti, la mobilità e la capacità di assumersi dei rischi.
Raccomandazione 9: serve distanziarsi dall’idea dell’errore come negativo in sé, reinterpretandolo invece come un fattore necessario nella ricerca della soluzione.
Raccomandazione 10: gli appalti dovrebbero evitare di funzionare secondo l’ottica del prezzo più basso e le soluzioni andrebbero ricercate stimolando l’utilizzo di incentivi e favorendo un lavoro che parta dal basso.
Raccomandazione 11: le regole devono favorire l’innovazione, non limitarla.
Raccomandazione 12: vanno abbandonate le analisi costi-benefici a favore di nuovi quadri di valutazione, capaci di cogliere le ricadute tecnologiche.
Finanziamenti e fondi
Le missioni relative all’innovazione sono parte di un piano volto a coinvolgere enti e cittadini nel comune obiettivo di affrontare problemi e sfide sempre più urgenti. Si tratta di una sfida impegnativa, perchè per poterla affrontare è necessario spingere investitori ed enti, sia pubblici che privati, ad assumersi dei rischi e a creare nuove opportunità.
Per coinvolgere i cittadini in progetti e missioni condivise che abbiano uno sguardo all’innovazione e al raggiungimento di obiettivi a lungo termine, le missioni devono essere multidisciplinari, multisettoriali e dinamiche, in modo da attrarre investitori su segmenti diversi di progetto.
La condizione per poter attirare gli investimenti è la necessaria conoscenza dell’ecosistema dei finanziamenti tra enti pubblici ed enti privati. I finanziamenti pubblici provengono da fondi per l’innovazione, banche nazionali e regionali e dal Fondo di investimenti Europeo. Il settore privato coinvolge invece banche di investimento, fondi per l’innovazione e venture capital (capitale di rischio su progetti in fase di start up) privati. Poiché il settore privato tende a evitare rischi, un iniziale investimento pubblico può favorire l’inserimento di privati una volta che la soglia di rischio si sia abbassata: inoltre per coinvolgere il settore privato in operazioni anche ardite è necessario che, oltre al rischio, si condivida anche il guadagno.
Poiché le missioni mettono assieme un vasto spettro di attività di ricerca e innovazione, ognuna della quali può richiedere un diverso finanziamento, è necessario analizzare e comprendere il livello di rischio di ciascuna fase della catena di innovazione, in modo tale da destinare il giusto finanziamento a ogni fase del progetto.
L’autrice elenca anche alcune linee guida che si riassumono nelle seguenti raccomandazioni:
Raccomandazione 13: è necessario promuovere e stabilire venture capital che siano in linea con l’obiettivo ed è richiesta una iniziale pazienza in quanto i risultati possono arrivare lentamente nel tempo.
Raccomandazione 14: i finanziamenti devono supportare il progetto lungo tutta la sua durata e devono essere studiati per ogni diversa fase. Attualmente esiste una grande frammentazione di opzioni a disposizione per un progetto in cerca di finanziamenti e non è semplice riuscire ad armonizzare fondi locali con quelli comunitari. Per quanto sia difficile trovare una sinergia tra i differenti livelli delle istituzioni europee, questo è un passaggio fondamentale per aumentare l’impatto e l’efficienza del progetto, sia a livello locale che comunitario.
Raccomandazione 15: perché la missione abbia successo è necessario ottimizzare la coordinazione tra finanziamenti locali, nazionali ed europei. A causa del budget limitato la missione deve essere progettata per attirare investimenti grazie a una combinazione di politiche a breve, medio e lungo termine. Crowdfounding e fondi filantropici hanno un ruolo importante: il primo aiuta a connettere i cittadini in un progetto bottom-up, i secondi forniscono anche delle linee guida per raggiungere l’obiettivo. La Commissione Europea ha creato un forum volto a regolamentare le varia piattaforme di crowdfounding sia per permettere agli operatori di agire in tutta Europa sia per tutelare gli investitori.
Raccomandazione 16: le missioni dovrebbero promuovere attivamente l’uso di piattaforme di crowdfounding.
Raccomandazione 17: bisognerebbe fornire opzioni flessibili per coinvolgere le fondazioni nella direzione di progetti innovativi, assicurando che vi sia una sinergia.