fbpx Le basi neurali dei comportamenti alimentari | Scienza in rete

Le basi neurali dei comportamenti alimentari

 --

Tempo di lettura: 2 mins

Carol Coricelli ha ottenuto una menzione speciale al Premio giovani ricercatori edizione 2020 categoria Alimentazione:  "Distinct brain representations of processed and unprocessed foods” pubblicato su Eur J Neurosci. nel 2019.

Motivazione: La Commissione decide di attribuire una menzione speciale per aver sviluppato uno studio originale e di buona qualità scientifica, sebbene con ricadute applicative ancora difficili da prevedere, sulle basi neurali dei comportamenti alimentari. 


Otto sono le ore che i nostri lontani cugini, i gorilla, dedicano al loro menù giornaliero: antipasto a base di foglie e radici, una scorpacciata di termiti come secondo e, per terminare, qualche bacca matura. E noi? Tutto sommato non siamo troppo diversi da loro, eppure non passiamo così tanto tempo a nutrirci. Questo perché qualcosa è accaduto circa 1,5 milioni di anni fa: abbiamo addomesticato il fuoco e lo abbiamo utilizzato per la cottura dei nostri cibi. Cuocere significa predigerire il cibo al di fuori del nostro corpo. Un cambiamento, quello di una dieta a base di cibi cotti, che ha modificato la nostra stessa fisiologia e il nostro cervello, come sostenuto dalla cooking hypothesis formulata dal primatologo britannico Richard Wrangham.

Oggi l’ambiente circostante è completamente diverso da quello di migliaia di anni fa e quella che una volta era stata una conquista – zuccheri e grassi più facilmente reperibili – è diventato un problema: oltre a un aumento spropositato dei casi di obesità, solo in Italia colpisce circa 5 milioni di adulti, la scelta tra un hamburger, dei broccoli o una fetta di torta, mette continuamente a dura prova il nostro sistema cognitivo (dilemma dell’onnivoro). Nella ricerca presentata, Carol Coricelli ha investigato se nel cervello umano vi sia una traccia di una preferenza per i cibi cotti, come suggerirebbe la cooking hypothesis. Grazie alle sofisticate tecniche di neuroimmagine ha trovato che già 150 millisecondi dopo la presentazione dello stimolo visivo il cervello risponde in maniera distinta ai cibi processati rispetto ai cibi naturali (non processati dall’uomo). Comprendere le basi neurali di tali risposte ha una grande rilevanza dato il ruolo delle diete a base di cibi altamente processati oggigiorno e le gravi conseguenze di salute legate all’obesità.

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Generazione ansiosa perché troppo online?

bambini e bambine con smartphone in mano

La Generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli (Rizzoli, 2024), di Jonathan Haidt, è un saggio dal titolo esplicativo. Dedicato alla Gen Z, la prima ad aver sperimentato pubertà e adolescenza completamente sullo smartphone, indaga su una solida base scientifica i danni che questi strumenti possono portare a ragazzi e ragazze. Ma sul tema altre voci si sono espresse con pareri discordi.

TikTok e Instagram sono sempre più popolati da persone giovanissime, questo è ormai un dato di fatto. Sebbene la legge Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) del 1998 stabilisca i tredici anni come età minima per accettare le condizioni delle aziende, fornire i propri dati e creare un account personale, risulta comunque molto semplice eludere questi controlli, poiché non è prevista alcuna verifica effettiva.