fbpx Space Weather: dalla luce al blackout | Scienza in rete

Space Weather: dalla luce al blackout

--
Tempo di lettura: 2 mins

Il tema di questo episodio è lo Space Weather, cioè la meteorologia spaziale, che ci consente di dare risposta a molte domande. Cosa è successo nel passato sulla Terra a causa delle tempeste solari? E soprattutto: potrebbero ripetersi? e quali sarebbero i rischi? Vi accompagneremo in un viaggio che ci porterà a conoscere tre protagonisti: il Sole, le particelle cariche accelerate e la magnetosfera terrestre; partendo dalla nostra stella fino ad arrivare sulla Terra, comprenderemo i processi che creano le tempeste solari e cosa potrebbe succedere se improvvisamente una di esse colpisse il nostro pianeta.

"Space Weather: dalla luce al blackout" è un podcast di Mariachiara Falco, astrofisica che occupa di fisica solare e divulgazione scientifica.  Questo episodio è stato realizzato per il workshop “Le Voci della Scienza”: esperienza formativa che ha aperto le porte ad un modo diverso di divulgare la scienza, solo per mezzo di voci e suoni. Attraverso il podcast ogni momento è buono per incuriosirsi e aggiornarsi sull’Universo che ci circonda.

Crediti

Voce di Mariachiara Falco. Il podcast è stato scritto da Mariachiara Falco e prodotto e montato da Benjamin Cucchi. Un ringraziamento va a Salvatore Luigi Guglielmino (INAF-OACt) per la revisione del testo.

 

Fonti e crediti

Sorvegliati Spaziali - INAF
- Science Advances, The source of the major solar energetic particle events from super active region 11944 di David H. Brooks e Stephanie L. Yardley: https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abf0068
- INGV Ambiente - Magnetosfera terrestre
ESC Solar Weather
- Le Scienze, La tempesta solare "perfetta" (che mancò la Terra)

Suoni
Thunderbolt by Lars Leonhard, courtesy of artist
- New Scientist, What a solar storm sounds like
- BBC News Science, Fears of disruption as big solar storm strikes the Earth
Lumina by Pétur Jónsson
VideoFromSpace, Solar Storm Would Have Wreaked Havoc On Earth - Multiple Views

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Di latticini, biotecnologie e latte sintetico

La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.