Il maltempo riporta alla ribalta il rischio idrogeologico. Dopo la disastrosa alluvione del 15 settembre 2022, è stato fatto un punto sulle attività di preparazione alle emergenze idrogeologiche messe in atto dal Comune di Senigallia in collaborazione con il dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria territoriale di Ancona e gli altri enti attivi sul territorio. Coordinamento e pianificazione sono riusciti a prevenire le conseguenze peggiori dell’inondazione. Si tratta di attività che rientrano nei LEA, un diritto esigibile dai cittadini. Foto di Anna Vacchi (su Instagram castrum_40055), Castenaso, 3 maggio 2023.
Il forte maltempo è legato al rischio idrogeologico, conseguenza di fenomeni meteorologici di carattere intenso e/o prolungato, con tutte le possibili conseguenze delle emergenze idrogeologiche sull’incolumità della popolazione, delle strutture e dei servizi di un territorio. Nella regione Marche, assieme al rischio sismico, quello idrogeologico costituisce uno dei maggiori rischi ambientali, con significativi impatti sulla vita e sulle attività umane.
Il Comune di Senigallia nel mese di settembre 2022 è stato al centro dell’attenzione mediatica nazionale per eventi alluvionali che si sono susseguiti a pochi anni di distanza, colpendo con violenza il territorio delle valli dei fiumi Misa e Nevola. Gli eventi idraulici riguardanti il comune di Senigallia sono strettamente connessi alle piene del fiume Misa e si ripetono periodicamente. Negli ultimi anni pare che i fenomeni alluvionali siano aumentati di frequenza; le ultime due emergenze in ordine cronologico, verificatesi nelle date del 3 maggio 2014 e del 15 settembre 2022, hanno determinato danni ingentissimi e la morte di 16 persone.
Anche grazie all’esperienza legata all’inondazione del maggio 2014, a settembre 2022 una serie di azioni preventive messe in atto dal Comune di Senigallia è riuscita a limitare le conseguenze peggiori della piena. Un sistema organizzativo che ha funzionato, limitando fortemente il numero di vittime nel Comune, e che merita di essere osservato da vicino.
Prima dell’emergenza: coordinamento degli enti coinvolti
Prima dell’ultimo evento il Dipartimento di prevenzione, il Distretto sanitario e il Presidio ospedaliero di Senigallia (Azienda Sanitaria Unica Regionale – ASUR), insieme all’Ente comunale hanno lavorato insieme per migliorare le capacità di preparazione e risposta al rischio idrogeologico.
Il 21 maggio 2022 è stata effettuata una esercitazione organizzata dalla Direzione della Protezione civile della Regione Marche, dall’Area Protezione civile del Comune di Senigallia e dal Comando provinciale di Ancona dei Vigili del fuoco, con la finalità di testare il piano di emergenza per rischio idraulico ed idrogeologico del Comune di Senigallia. Nel percorso di preparazione all’esercitazione una serie di incontri tra referenti delle strutture del Servizio Sanitario Locale hanno consentito di concordare obiettivi, procedure, attività, organizzazione condivisa tra l’allora ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale, dal 1 gennaio 2023 sostituita da cinque Aziende Sanitarie Territoriali) e il Comune di Senigallia (Centro Operativo Comunale – COC, funzione 2), definendo gli elementi trasversali alla gestione dell’emergenza per rischio idrogeologico.
Per il tramite del responsabile Funzione 2 “Sanità e Veterinaria”, che nel COC di Senigallia è un medico igienista del locale Dipartimento di prevenzione, sono stati organizzati due incontri preparatori e un debriefing, per facilitare il confronto tra le diverse articolazioni del Servizio Sanitario e concordare un cronoprogramma di azioni utili a migliorare la gestione sanitaria dell’emergenza per rischio idrogeologico.
Sono stati concordati e successivamente perseguiti i seguenti obiettivi:
- elaborazione di un piano sanitario con la finalità di definire ruoli e azioni in caso di emergenza di natura idrogeologica in relazione alla Funzione 2 del sistema di protezione civile (Funzione Sanità e Veterinaria), che specificasse attività da svolgere nelle fasi di preparazione in tempi di pace, attivazione del COC, con la definizione degli schemi di identificazione e allertamento dei referenti delle varie strutture sanitarie e le modalità operative da seguire in fase di emergenza;
- definizione di modalità rapide di allertamento di soggetti con problemi di deambulazione residenti al piano terra in edifici situati in zone a rischio, che sono state realizzate attraverso una modifica del software gestionale per le cure domiciliari già utilizzato dalle strutture sanitarie;
- definizione delle procedure per la gestione o lo spostamento dei farmaci e dispositivi sanitari stoccati nei locali della farmacia territoriale (siti in area a rischio idrogeologico);
- definizione delle procedure per l’evacuazione di canili/allevamenti presenti sul territorio;
- valutazione della necessità di revisione del PEIMAF (Piano Emergenza Interna per il Massiccio Afflusso di Feriti) da parte della direzione del Presidio ospedaliero di Senigallia.
Mai attività preparatoria è stata così puntuale e necessaria: a distanza di pochi mesi si sono riversati sul territorio marchigiano oltre 400 mm di pioggia in poche ore, generando lo straripamento del fiume Misa in più punti lungo il suo percorso, con una scia di distruzione e di morte. Le attività pianificate nei mesi estivi dal Dipartimento di prevenzione in collaborazione con il Distretto Sanitario e con l’Ospedale di Senigallia sono state attuate, anche in risposta all’evento del 15 settembre 2022 e nel periodo post alluvionale.
A partire dalle ore 17:00 del 15 settembre 2022 la zona settentrionale marchigiana è stata colpita da diverse perturbazioni. In particolare un intenso sistema temporalesco ha stazionato diverse ore nelle zone interne, provocando forti precipitazioni, con picchi di 90 millimetri, fino a punte eccezionali di oltre 400 mm nella zona del cantianese. Questi eventi hanno scatenato allagamenti e inondazioni di diversi corsi d’acqua, in particolar modo del fiume Misa, che ha provocato la piena più disastrosa: per l’evolversi dei fenomeni idrogeologici l’ondata di piena del Misa ha determinato l’esondazione graduale e progressiva di eccezionali volumi di acqua e fango, colpendo da monte a valle i paesi attraversati dal fiume, prima Arcevia e Serra de Conti, poi Barbara, Ostra Vetere, Ostra e per finire Senigallia. I Comuni colpiti in prima battuta non hanno avuto tempo per un adeguato allertamento e l’esondazione ha causato il più alto numero di perdite in termini di vite umane.
Un’azione tempestiva è fondamentale
Nelle prime ore serali del 15 Settembre il Comune di Senigallia ha stabilito l’apertura del Centro Operativo Comunale (COC), il quale nella fase di pre-allarme ha richiesto al Distretto Sanitario ASUR la lista dei nominativi delle persone a rischio (non deambulanti, domiciliate in aree a rischio, disposte a piano terra). In risposta al crescere dei livelli idrometrici misurati lungo il corso del fiume Misa il COC di Senigallia ha tempestivamente organizzato l’allestimento di centri di accoglienza, l’allertamento della popolazione e la messa in sicurezza delle persone non deambulanti residenti nelle zone a rischio idrogeologico. Tra le vittime dell’alluvione solo una risultava essere residente nel comune di Senigallia, dove non sono stati registrati feriti e decessi tra soggetti fragili e non deambulanti.
L’allertamento tempestivo è stato fondamentale, perché esperienze vissute in caso di precedenti alluvioni hanno insegnato che il momento di maggior rischio è quello in cui i cittadini, vedendo ingrossarsi il fiume, cercano di mettere in sicurezza i propri beni materiali e in primis le proprie automobili, finendo travolti dall’ondata di piena. Nel 2022 l’allertamento tempestivo della cittadinanza attraverso l’impiego integrato di messaggistica istantanea, sito internet del Comune e testate giornalistiche locali (emittenti TV e radiofoniche) e le raccomandazioni di salire ai piani alti trasmesse con altoparlanti sui mezzi di Polizia Locale e Volontariato di Protezione nei quartieri a maggior rischio di esondazioni hanno consentito a gran parte dei cittadini di mettere in sicurezza le proprie automobili con anticipo rispetto al passaggio dell’ondata di piena e alla chiusura delle strade al transito. L’ondata di piena ha invaso le strade e inondato i seminterrati di Senigallia senza determinare vittime, contrariamente a quanto avvenuto nei paesi limitrofi nel corso della stessa alluvione.
Risolvere i problemi dopo l’alluvione
Nell’immediato periodo post alluvionale il Dipartimento di Prevenzione ha messo a disposizione dei Comuni colpiti i propri Servizi e un Tecnico della prevenzione esperto, che ha facilitato la risoluzione delle principali problematiche emerse tra le quali:
- la necessità dello smaltimento di carcasse di animali: molteplici piccoli allevamenti domestici sono stati coinvolti con la morte per annegamento di numerosi capi di bestiame;
- la gestione dei residui in amianto provenienti da numerosi fabbricati costruiti a ridosso delle sponde del fiume;
- i controlli delle acque, necessari per garantire la potabilità delle stesse;
- la gestione degli enormi quantitativi di rifiuti e fanghi che hanno invaso strade e abitazioni;
- il coordinamento delle attività straordinarie di derattizzazione e disinfestazione, anche in relazione all’incredibile volume di acqua e fango esondati dal fiume Misa e alle temperature del periodo, favorevoli alla proliferazione degli insetti vettori.
Tra le disastrose conseguenze dell’alluvione si è registrata la totale distruzione degli ambulatori vaccinali del Dipartimento di prevenzione, unica struttura sanitaria ad aver sofferto danni ingenti, che hanno determinato la decisione di chiudere definitivamente la sede vaccinale. Nei giorni successivi all’alluvione, grazie all’intervento del Comune di Senigallia, che ha permesso l’identificazione immediata di una sede alternativa per gli ambulatori sanitari, le attività vaccinali operate dalla sede senigalliese del Dipartimento di prevenzione sono riprese a pieno regime. Gli accordi successivi tra il Dipartimento di prevenzione e la Sovrintendenza dei Beni Culturali delle Marche ha consentito il recupero degli archivi vaccinali, che si pensava potessero essere stati irrimediabilmente distrutti da acqua e fango.
Considerazioni dopo l'emergenza
L’esperienza vissuta ha permesso di comprendere come il lavoro sinergico di istituzioni, Comune di Senigallia, Protezione Civile con il Distretto Sanitario e con la collaborazione al coordinamento del Dipartimento di prevenzione di Senigallia abbia agevolato e facilitato la gestione dell’emergenza da rischio idrogeologico relativamente alla fascia di popolazione fragile e più esposta. L’emergenza idrogeologica di Senigallia ha dimostrato ancora una volta la centralità delle azioni di preparedness. Con questo temine anglosassone ci si riferisce a tutte le attività volte a minimizzare i rischi per la salute che possono registrarsi durante una emergenza di sanità pubblica ed a mitigare il loro impatto. Durante un’emergenza che pone a rischio la salute di una intera popolazione sono richieste capacità di coordinamento, valutazione, indagine, risposta e comunicazione. Ma prima ancora che un’emergenza si palesi è essenziale che siano attive azioni preparatorie: la pianificazione di azioni di preparazione e risposta alle emergenze di natura infettiva e alle emergenze da fenomeni naturali o provocati (climatici e nucleari, biologici, chimici, radiologici) prevede programmi e attività che rientrano nei LEA della Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica; come tali le Aziende Sanitarie devono sentire la necessità impellente di investire nei Dipartimenti di prevenzione, con risorse, strumentazioni, ma soprattutto personale formato e competente, perché sia garantita una risposta appropriata ad un evento emergenziale che pone a rischio la salute della collettività.
Le attività di preparedness, come quelle messe in campo dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona in previsione di un evento idrogeologico, sono un diritto esigibile dai cittadini e il Servizio Sanitario Nazionale, con le sue articolazioni operative, deve poter garantire la piena fruizione di questo diritto.