Lo studio Origin dell’Istituto Mario Negri ha individuato varianti genetiche provenienti dall'uomo di Neanderthal nel DNA di chi ha avuto la malattia nella forma più grave.
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Un piccolo gruppo di geni che abbiamo ereditato dall’uomo di Neanderthal - e dalle sue relazioni amorose con i nostri antenati sapiens - ci espone oggi al rischio di sviluppare il Covid in forma grave. È questa la singolare conclusione dello studio Origin dell’Istituto Mario Negri, presentato ieri a Milano e pubblicato sulla rivista iScience. Condotto con una sofisticata tecnica di analisi del DNA, lo studio ha infatti individuato un aplotipo contenente tre geni neandertaliani, vicini fra loro, «certamente collegati alla gravità della malattia, e la cui presenza nel genoma spiega perché il virus può colpire in modo gravissimo anche soggetti giovani e senza altri fattori di rischio» spiega Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri.
I geni responsabili del 15% dei decessi in provincia di Bergamo
Secondo i calcoli di Matteo Breno, primo autore dello studio, il 15% dei decessi che si sono verificati nella provincia di Bergamo è attribuibile a queste varianti. Origin ha coinvolto le comunità della bergamasca colpite più duramente dal virus a inizio 2020. Quasi 10.000 persone hanno risposto a un primo questionario. Fra queste, 1.200 sono state selezionate per il successivo test del DNA e suddivise in tre gruppi da 400, omogenei per età, sesso e altre caratteristiche. Il primo gruppo era composto da pazienti che avevano avuto il Covid in forma grave, il secondo da chi aveva avuto una malattia lieve o asintomatica e il terzo da soggetti che non avevano contratto il virus. La tecnica del DNA microarray ha infine permesso di analizzare per ogni partecipante quasi 9 milioni di varianti genetiche, alla ricerca di quelle che potessero spiegare la varietà dei sintomi. Le regioni collegate alle forme più gravi sono in tutto una ventina. «Ma fra queste una risulta particolarmente significativa: si trova sul cromosoma 3 e contiene tre geni che Homo sapiens ha ereditato dall’uomo di Neanderthal», spiega Remuzzi. Chi ne è portatore ha più del doppio del rischio di sviluppare il Covid severo, quasi tre volte il rischio di andare in terapia intensiva e una probabilità ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica.
Confermata la relazione tra gravità del Covid e geni neandertaliani
Lo studio conferma quanto ipotizzato da Svante Pääbo, lo scienziato premio Nobel che ha decifrato il DNA dei Neanderthal, e che nel 2020 aveva già trovato una relazione fra la gravità del Covid e i geni neandertaliani. Lo studio del Mario Negri precisa che due dei tre geni individuati (chiamati CCR9 e CXCR6) hanno a che fare con i processi infiammatori, mentre il terzo (LZTFL1) influisce sullo sviluppo delle cellule che tappezzano le pareti delle vie respiratorie, che risulterebbero meno efficaci nell’espellere gli agenti nocivi provenienti dall’esterno.