fbpx La fisica in un laboratorio, di teatro | Scienza in rete

La fisica in un laboratorio, di teatro

Read time: 6 mins

foto della rappresentazione al Piccolo di "Tracce".  di Fabio Esposito - Piccolo
Foto della rappresentazione al Piccolo
di "Tracce" (di Fabio Esposito - Piccolo)

Una indagine riguardante la percezione della Fisica effettuata su un campione di circa mille studenti di scuola secondaria di secondo grado di Milano e provincia [1] mostra che, malgrado i risultati scoraggianti delle indagini OCSE-PISA [2], la maggior parte degli studenti di scuola secondaria di secondo grado considera la Fisica un'utile risorsa. In particolare l'80% degli studenti ritiene che la Fisica sia importante per la società (dato che, fra l'altro, non dipende dall'età degli studenti né dal tipo di scuola frequentato) e che i giovani debbano conoscerne gli elementi fondamentali. D'altra parte, però, gli stessi studenti vedono la Fisica come una materia principalmente legata al solo sviluppo tecnologico, e per di più la considerano una materia non "culturale" e che per questo non può influire sui modi di pensare e di vedere della società, compito che viene in generale ritenuto di competenza delle discipline umanistiche. Inoltre la Fisica è ritenuta troppo difficile. A questo aggiungiamo anche che la scolarità sembra agire in maniera "negativa": l'apprezzamento della Fisica tende a spegnersi col tempo, diminuendo in generale col crescere della classe frequentata.

"Il problema non è nuovo [...] tanto è vero che da decenni esiste un filone di ricerca [...] che si confronta in modo sistematico [...] con le evidenti difficoltà di comprensione e motivazione dei ragazzi" [3].

La ricerca nazionale e internazionale ha documentato che, in generale, un approccio didattico più efficace per l'apprendimento deve partire dal mondo reale [4]. 

Una accurata analisi di idonee modalità di comunicazione propedeutiche alla didattica della Fisica che mirino ad aumentare la motivazione degli studenti ha spinto 5 ricercatori del Dipartimento di Fisica dell'Università degli Studi di Milano (M. Carpineti, M. Cavinato, M. Giliberti, N. Ludwig e L. Perini) a far nascere il laboratorio SAT (laboratorio di ScienzATeatro).

Negli ultimi anni le iniziative atte a promuovere la ricerca di nuovi canali per la comunicazione della scienza e per cercare di far pervenire a un vasto pubblico il significato della cultura e della ricerca scientifica si sono enormemente moltiplicate. Crescono in numero (e talvolta anche in qualità) le testate divulgative, le rassegne sulla cinematografia scientifica, gli science center, i caffè scientifici, i festival della scienza, le mostre interattive, le iniziative per bambini, i programmi televisivi (come ad esempio la sitcom The Big Bang Theory) e le rappresentazioni teatrali.

Anche se è ormai assodato che il teatro è un valido strumento comunicativo e un formidabile aiuto nella comunicazione della scienza, tarda a radicarsi la consapevolezza che un ricercatore che fa "teatro scientifico" non lo fa per "hobby", ma lo fa come attività professionale vera e propria, che deve essere pienamente riconosciuta come attività di ricerca.

"A dispetto di quanto si ritiene comunemente, non si può più ridurre questa comunicazione [la comunicazione pubblica della scienza], se mai è stato possibile, a un divertissement per scienziati in pensione, ricercatori incapaci o giornalisti precari" [5].

La scelta di SAT è quella di fare teatro di scienza con lo scopo principale di generare motivazione, come stato personale che sostiene i comportamenti "virtuosi".  Con SAT si vuole promuovere la Fisica per farla conoscere e farne apprezzare le meraviglie a partire da una certezza: la Fisica è appassionante e sorprendente. Non a caso a muovere la ricerca scientifica è la meraviglia della scoperta. I fisici si "divertono" a studiare, perché capire e scoprire è entusiasmante.

I fisici di SAT hanno realizzato spettacoli che invece di partire dai concetti per sperare di arrivare alle emozioni (questo è un po’ quello che, quando va bene, fa la scuola) partono dalle emozioni, dalla fascinazione, per creare la condizione d’animo sulla quale insediare i necessari sforzi di studio e fatica per appropriarsi della disciplina, insomma per generare motivazione.

Una descrizione delle rappresentazioni realizzate da SAT, che hanno coinvolto (dai bambini della scuola primaria, agli studenti universitari, a un pubblico generico) più di 65.000 spettatori, si può trovare al sito http://spettacolo.fisica.unimi.it/index.php.

Questi spettacoli non sono lezioni, per le quali le aule e non i teatri sono i luoghi più consoni e non rappresentano biografie di scienziate/i; infatti, in questo caso, la Fisica potrebbe fare parte del vissuto, dell’humus sul quale si intrecciano i drammi, gli amori, le storie e perciò con difficoltà potrebbe diventare protagonista. Inoltre evitano la divulgazione perché essa semplifica i concetti utilizzando il linguaggio quotidiano e snaturando spesso il senso di ciò che si vuole trasmettere. Per appassionare a una disciplina, bisogna utilizzare il linguaggio meraviglioso, chiaro e potente, proprio della disciplina (che per la Fisica non è fatto solamente da termini tecnici ma anche da esperimenti, immagini, grafici, intuizioni). Per conquistare l'attenzione, bisogna trasportare lo spettatore con parole, scene, musica e luci in un mondo altro da quello in cui è; adottare un linguaggio diverso dal linguaggio quotidiano, non scientifico, non poetico, poco esatto; trasmettere emozioni "scientifiche" con quanta più precisione è possibile con il linguaggio proprio dell'arte, della poesia e della scienza.

"La specificità del teatro è parlare da quel suo punto di vista ‘altro’ e non ‘attuale’. Il teatro è distante da tutto quello che è la quotidianità in termini di comunicazione: [per questo] è un mezzo che parla [...] nel profondo" [6]. 

Molte persone ancora vivono la frattura, già presente nell'antica Grecia, tra la spiritualità e la scienza che svela, scopre, mette a nudo, raffredda. Ne consegue che spesso l’incanto viaggia su binari non scientifici (basta pensare al successo di "Harry Potter", di Dan Brown o di un film come "Avatar") e per chi si occupa di didattica e comunicazione della scienza diventa allora un dovere morale saldare questa frattura (e il teatro scientifico sembra in grado di farlo) perché ragione e stupore non sono contrapposti ma viaggiano insieme e favoriscono un’azione sinergica tra scienza, etica e società democratica. "Senza comunicazione pubblica della scienza non... [c'è] una vera società democratica della conoscenza" [5] , ma sapere di scienza (che è molto di più che avere informazioni sulla scienza) è molto complesso. Riteniamo che sia necessario passare dall’idea di una comunicazione volta al public understanding of science (che ci sembra fondamentalmente inattuabile) a quella della  public awareness of science, che ci appare, invece, indispensabile.

In effetti la Fisica è complessa ma non per questo possiamo lasciare che sia considerata distante dalle persone. Anzi! E’ proprio per la sua complessità che porta ricchezza e fecondità, che lascia spazio a differenti punti di vista, a visioni personali, a contrapposizioni vitali radicate nella cultura. La Fisica presentata agli studenti è spesso senza vita, è una serie sistematica e dettagliata di risposte, spesso senza che vi sia una reale comprensione delle domande corrispondenti, è una scienza piena di certezze frammentarie, senza nessun legame multidisciplinare e spesso neppure intradisciplinare.

Il goal dei fisici di SAT è quello di mostrare, direttamente, proprio la ricchezza e la complessità viva e feconda della Fisica, sia per superare l'immagine arida e stantia che molte persone ne hanno, sia per motivare chi ancora non se ne è appassionato, utilizzando lo "strumento teatro" per una didattica informale che sia propedeutica  a uno studio sistematico della disciplina.

[1] E. Veronesi, "La percezione della Fisica negli studenti di scuola superiore: indagine statistica  collegata allo spettacolo teatrale Tracce". Elaborato finale per il Corso di Laurea Triennale in Matematica (Università degli Studi di Milano). Relatore M. Giliberti, Correlatore M. Cavinato, 2009.
[2] http://www.invalsi.it/download/pdf/pisa06_Primirisultati_PISA2006.pdf
[3] P. Guidoni, "Presentazione", in Approcci e proposte per l’insegnamento-apprendimento della fisica a livello preuniversitario, a cura di P. Guidoni e O. Levrini, FORUM Editrice Universitaria Udinese (2008), pp. 9-14.
[4] D. Hammer, "Student resources for learning introductory physics", American Journal of Physics, Physics Education Research Supplement, 68 (S1), S52-S59, 2000.
[5] P. Greco e N. Pitrelli N, Scienza e media ai tempi della globalizzazione, Codice Edizione, Torino, 2009.
[6] C. Longhi, http://www.humanitasalute.it/index.php/interviste/salute-e-spettacolo/40...

ritratto di Michela Cavinato Michela Cavinato
Didattica della Fisica, Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

I numeri dei grandi carnivori in Europa

lupo

Il trend dei grandi carnivori in Europa è positivo: negli ultimi sei anni la maggior parte delle popolazioni di lupi, orsi, linci, sciacalli e ghiottoni è stabile o in aumento. Un dato positivo per la conservazione di questi carismatici animali, un tempo a rischio di estinzione, e al contempo un ritorno controverso che apre spesso accesi dibattiti. Tra questi il declassamento del livello di protezione del lupo nella Convenzione di Berna.

Foto di Pixabay da Pexels

In Europa vivono sei specie di grandi carnivori: orso, lupo, lince eurasiatica, lince iberica, ghiottone e sciacallo dorato.