fbpx P2K: un festival della scienza per ragazzini | Scienza in rete

P2K: un festival della scienza per ragazzini

Primary tabs

Read time: 5 mins

L’11 giugno presso il Palataurus di  Lecco, con un evento finale colorato e giocoso, volgerà al termine, ma solo per quest’anno, un progetto di disseminazione della cultura scientifica che per certi versi non ha precedenti in Italia. Attraverso il progetto P2k (Poli To Kids) è infatti la prima volta che un ateneo, in questo caso il Politecnico di Milano - sede di Lecco decide di prendersi a cuore la formazione tecnico-scientifica dei ragazzi delle scuole medie inferiori. Come è noto ormai a molte prestigiose università americane (fra le altre la Carnegie Mellon di Pittsburgh) la passione per la scienza e la tecnologia vanno alimentate presto, quando la fatica e a volte l’aridità dei programmi ministeriali non hanno ancora mietuto le loro vittime.
Perchè di vittime sul campo ne restano tante, almeno in Italia. E’ ormai fatto noto che nel nostro Paese le iscrizioni alle facoltà scientifiche calano di anno in anno. La percentuale di iscritti a corsi di laurea del gruppo scientifico in senso stretto – che include le scienze matematiche, fisiche e informatiche – rispetto al totale degli studenti universitari si è ridotta, nell’arco temporale di più di mezzo secolo, di circa 7 punti percentuali, nonostante nello stesso periodo le iscrizioni universitarie siano aumentate in maniera consistente. Al di là delle ragioni che sono complesse e non riguardano solo il “cattivo” insegnamento delle scienze e della matematica nelle scuole superiori, resta il fatto che le stesse facoltà scientifiche si sono trovate spesso impreparate a fronteggiare questa repentina diminuzione della richiesta. Ecco quindi che sono nati un po‘ dappertutto gli open day, giornate di conferenze  e visite ai laboratori destinate, nelle intenzioni, a conquistare gli studenti delle scuole medie superiori al fascino della scienza e della tecnologia.

“Troppo tardi” sostiene Riccardo Pietrabissa, prorettore del Politecnico a Lecco e primo artefice del progetto P2k: “i ragazzi vanno coinvolti e incuriositi già dopo le scuole elementari” quando l’interesse per la scienza è ancora un interesse ludico e creativo.
Sono proprio queste le parole chiave su cui si è fondato il progetto P2k che pur essendo ricco di contenuti scientifici è riuscito a coniugarli con il gioco, la pratica e perfino la narrativa. Punto di forza del progetto è proprio la sua versatilità di linguaggio. Se da una parte la scienza viene “toccata con mano” attraverso i  laboratori organizzati nella sede di Lecco del Politecnico, in cui gli studenti hanno costruito robot programmati con il Lego Mindstorm, hanno giocato a montare e smontare biciclette, hanno ricostruito poliedri regolari e perfino visitato una vera miniera, dall’altra la scienza di P2k passa attraverso la competizione e la creatività. Qualunque ragazzo che visiti il sito potrà cimentarsi in una caccia al tesoro che dovrebbe aiutare il robottino P2k, simbolo del progetto e capitato a Lecco per sbaglio, a tornare nel suo pianeta, oppure potrà leggere le avventure di P2k e della sua inseparabile pterovalvola Pterry e dei loro amici umani Caterino e Alicetta attraverso i racconti di Paola Morando e attraverso le strisce di Daniele Albricci.  

P2k è entrato ormai nel cuore dei ragazzi di Lecco e non solo. Con la sua aria seria e sempre stupita di quello che succede sulla terra (lui vive su un pianeta, Aidnaltobor, popolato solo da Robot in cui le regole di vita sembrano per certi versi più “umane” che sulla terra), P2k fa riflettere i ragazzi attraverso la comicità e il paradosso su alcuni aspetti importanti della scienza, ma anche dell’etica. Sul suo pianeta, per esempio, la più alta forma di amicizia consiste nell’essere totalmente “leggibile” all’altro, in pratica non avere per lui nessun segreto. Altrettanto formativa e nel contempo divertente è la caccia al tesoro (un percorso interattivo disseminato fra i luoghi più significativi della provincia lecchese) che unendo giochi “classici” a giochi più orientati verso la moderna play station fa conoscere ai ragazzi il territorio in cui vivono e contemporaneamente fa capire loro i fenomeni più curiosi della luce, le leggi della meccanica o le proprietà dei poligoni regolari.

Il progetto si è avvalso di una serie di competenze già presenti nell'area milanese per la realizzazione dei laboratori (il centro Matematita dell’Università degli Studi di Milano, i tre ricercatori-attori Marina Carpineti, Marco Giliberti e Nicola Ludwig del dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano, la Stazione delle biciclette di San Donato Milanese, la professoressa Monica Papini del Politecnico di Milano con il suo progetto sulla miniera "Viaggio al centro della terra") e anche di tutti coloro che si sono messi al servizio dei laboratori stessi, come gli animatori del centro Matematita che si sono occupati dei laboratori di matematica, i docenti dell’associazione Amico Robot che hanno formato un gruppetto di volenterosi studenti del Poli alla didattica della robotica e infine il gruppetto stesso di volenterosi studenti del Poli che hanno poi animato i laboratori di robotica con grande divertimento loro e dei ragazzini.
Perchè di vero divertimento si è trattato.

Ai laboratori hanno partecipato più di 40 classi disseminate nel territorio lecchese per un totale di quasi 1.000 studenti. I docenti si sono detti non solo entusiasti dell’esperienza in loco, ma anche delle ricadute che i laboratori hanno avuto poi nel normale andamento scolastico. In alcuni casi infatti il laboratorio è stato “preparato” in classe nei giorni precedenti e poi è stato sviluppato nei giorni a seguire dai docenti competenti.
Alcune classi hanno partecipato anche a concorsi in cui si chiedeva loro di costruire un progetto che avesse sempre come oggetto la scienza ma che utilizzasse il linguaggio creativo della narrazione, del gioco o della ricerca sul territorio. I risultati di questi progetti verranno mostrati l’11 giugno in occasione dell’evento finale a Lecco, una grande festa a cui parteciperanno le classi che hanno già preso parte ai laboratori  o ai concorsi.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

I ratti al volante e l'importanza dell'attesa

i ratti che "guidano"

Un esperimento condotto dall'Università di Richmond ha dimostrato che i ratti, inseriti in ambienti stimolanti, sono in grado d’imparare a “guidare” non solo per ottenere una ricompensa, ma anche per il piacere dell'attività stessa. Mentre un progetto successivo ha mostrato come l'anticipazione di eventi positivi, come guidare o esplorare, abbia effetti significativi sul miglioramento dell'umore e sulle capacità cognitive.

Crediti immagine: Kelly Lambert/The Conversation. Licenza: CC BY-ND 4.0

Quando si prende in mano il guinzaglio, e a volte basta anche solo levarsi le ciabatte e mettersi le scarpe, il cane di casa comincia ad agitarsi, scodinzolare, saltellare ed esibire tutto il repertorio che indica che sa che si sta per uscire e andare in passeggiata. Gioia, eccitazione, aspettativa: è la norma. Ma se la stessa cosa la fanno dei ratti quando si apre la porta del laboratorio, sorge spontanea qualche domanda .