Per la prima volta è stata osservata in modo diretto una metamorfosi del neutrino, indicazione del fatto che i neutrini hanno una massa e che possono oscillare passando da una “famiglia” a un’altra. Questo implicherebbe una revisione del Modello Standard elaborato dai fisici per spiegare l’Universo, che invece prevede che i neutrini non abbiano una massa.
Attraverso diversi esperimenti si era già ipotizzata l’oscillazione per spiegare la sparizione di quantità di neutrini provenienti dal Sole o da altre sorgenti. Ora è stato osservato direttamente un neutrino che oscilla in un altro.
l fenomeno è stato osservato dall’esperimento internazionale OPERA: il neutrino, al termine di un viaggio che lo ha portato dal laboratorio europeo del CERN (da dove è stato “sparato” in fasci puntati verso il Gran Sasso) fino all’interno della montagna abruzzese (732 chilometri di corsa sotto la crosta terrestre in soli 2,4 millisecondi) ha mutato la propria natura. Una impresa resa possibile dalla collaborazione tra CERN e Laboratori dell’INFN del Gran Sasso nel progetto CNGS (Cern Neutrino sto Gran Sasso). Un solo neutrino “mutante” (in termini fisici si parla di oscillazione) da muonico a tau, è stato osservato dagli scienziati su miliardi di miliardi di neutrini lanciati dal CERN e arrivati ai laboratori dell’INFN dal 2007.
Lucia Votano, direttore dei Laboratori del Gran Sasso dell’INFN, dichiara: «L’esperimento OPERA ha centrato il suo primo obiettivo rivelando un neutrino di tipo tau ottenuto dalla trasformazione di un neutrino di tipo muonico avvenuta durante il percorso da Ginevra al Laboratorio del Gran Sasso. Questo importante risultato arriva dopo un decennio di intenso lavoro della collaborazione con il supporto del Laboratorio e ne conferma ancora una volta la posizione leader tra i laboratori sotterranei nel mondo dedicati alla fisica astroparticellare».
Questa scoperta è frutto oltre che del lavoro di una squadra internazionale anche dell’intelligenza italiana, fu infatti il fisico italiano Bruno Pontecorvo, del gruppo dei "ragazzi di via Panisperna" di Enrico Fermi, verso la metà del secolo scorso, a ipotizzare la possibilità di trasformazione dei neutrini. E furono i fisici italiani a progettare i laboratori del Gran sasso in modo tale da poter ricevere dei fasci di particelle dal CERN.
I neutrini mutano
prossimo articolo
Sesso e genere: a che punto siamo con la rivoluzione?

Negli ultimi trent'anni, la medicina di genere ha compiuto un radicale percorso di trasformazione, passando da un approccio androcentrico a un modello inclusivo che studia le differenze di sesso e genere come determinanti della salute. Con l'adozione di linee guida internazionali, la ricerca medica sta ridefinendo i propri standard, promuovendo un'analisi più completa e intersezionale dei dati sanitari. Nonostante le resistenze e i tentativi di ostacolare questo progresso - come dimostrato dagli attacchi dell'amministrazione Trump alla ricerca scientifica - l'obiettivo rimane costruire un sistema sanitario capace di riconoscere le specificità individuali e combattere le disuguaglianze.
Da quando The Yentl syndrome (1991) della cardiologa Bernardine Healy ha definitivamente sconquassato l’impianto androcentrico della medicina occidentale, illusoriamente “neutro e universale”, gli ultimi tre decenni hanno visto affermarsi l’urgenza di studiare e comprendere come le differenze di sesso e genere influenzino i determinanti medici e non medici della salute.