La “Città della Scienza” di Napoli, il più grande museo scientifico di nuova generazione d’Italia e uno dei maggiori d’Europa, rischia di chiudere. Firma subito l'Appello per salvare la "Città della Scienza"!
Napoli e l'Italia non possono permettersi di perdere questo patrimonio di cultura scientifica e di eccellenza museale. Nella Città della Scienza c’è un museo interattivo, hands/on, in cui è «vietato non toccare». Perchè chiede il coinvolgimento attivo – con le mani, con la mente e anche col cuore – nell’interrogare la natura e nell’apprendere un metodo, prima ancora che delle nozioni. Ma la Città della Scienza è costituita da una serie di altre attività – organizza eventi e congressi, partecipa a progetti nei settori di “scienza e società”. A Città della Scienza sono nate decine di piccole imprese “fondate sulla conoscenza".
L’obiettivo di Città della Scienza è diffondere la cultura scientifica per favorire uno sviluppo culturale, civile ed economico fondato sulla conoscenza. Per questo può essere definito un “museo totale”. A tutt’oggi questo centro di diffusione della cultura scientifica è l’unica attività produttiva operativa in un’area, quella di Bagnoli, che fino a quarto di secolo fa ha ospitato con l’Italsider la più grande concentrazione industriale del Mezzogiorno.
Città della Scienza vanta notevoli performance. Ogni anno è visitato da almeno 500.000 persone. Ha un patrimonio di quasi 100 milioni di euro. Conta su 79 dipendenti, 5 borsisti e 13 collaboratori a progetto. Ha un bilancio di 10 milioni, coperti al 65% – caso unico nel continente – non da fondi pubblici ma operando sul mercato.
Ebbene, malgrado tutto questo Città della Scienza rischia di chiudere. Sia perché vanta una quantità di crediti esigibili dalla Regione Campania che accumulatisi nel corso di diversi anni ammontano oggi a 7,6 milioni di euro. Sia perché lo stesso Ente – che è uno dei partner istituzionali principali – ha annunciato per motivi di bilancio tagli decisivi per i progetti ancora in atto e per i progetti futuri.
Città della Scienza è una realtà della comunicazione scientifica di interesse nazionale. Lanciamo questo appello a tutte le autorità competenti, nazionali e locali, perché Città della Scienza non muoia.
Tra i primi firmatari:
- Carlo Bernardini, Università La Sapienza di Roma, Roma
- Stefano Fantoni, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), Trieste
- Umberto Guidoni, astronauta, Roma
- Margherita Hack, Università di Trieste, Trieste
- Tommaso Maccacaro, Presidente INAF, Milano
- Piergiorgio Odifreddi, Università di Torino, Torino
- Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, Presidente Accademia naziionale delle Scienze detta dei XL, Roma
Il bilancio economico dell’anno 2009 è stato di circa 9,6 milioni: con un attivo prima delle imposte di 76.000 euro e un passivo dopo le imposte di 225.000 euro. Nel 2009 le attività di biglietteria e di servizi congressuali hanno fatturato 2,6 milioni di euro. Nella prima metà del 2010 questi introiti ammontano già a 2 milioni di euro. La Fondazione, inoltre, ha in atto progetti europei per 3,5 milioni di euro. Svolge attività per il comune di Napoli per 0,5 milioni di euro. E ha un accordo di programma con il Commissariato alla Sovrintendenza di Napoli e Pompei che vale 5 milioni di euro.
A fronte di questa situazione economicamente solida, la Fondazione IDIS-Città della Scienza vanta crediti nei confronti della Regione Campania per oltre 6,9 milioni di euro, cui occorre aggiungere il credito di 1,2 milioni di euro vantato nei confronti della società in house della regione, la Città della Scienza SpA (nel luglio 2010 ha recuperato 0,5 milioni di questi crediti). In totale a fine 2009 la Città della Scienza vantava crediti nei confronti della regione o di società a lei collegate per 8,1 milioni di euro.
Crediti che ammontano, in pratica, al bilancio di un anno e che, a tutt’oggi, non sono stati soddisfatti (tranne 0,5 milioni) e nonostante il giudice abbia ingiunto alla Regione il pagamento immediato di 3,9 milioni.
Un terzo di questi crediti insoddisfatti sono per attività svolte due anni fa. In particolare la Regione non ha pagato la rata da 3 milioni di euro che costituisce l’ultima annualità, quella del 2008, dell’Accordo di Programma tra MIUR e Regione Campania 2006-2008. Inoltre nel 2009, malgrado gli impegni assunti dalla Presidenza uscente della Regione, la Regione non ha rinnovato l’Accordo di Programma, e Città della Scienza è rimasta senza contributo pubblico (che dovrebbe costituire almeno il 35% del suo bilancio).
Il 16 marzo 2010 la Giunta uscente della Regione Campania presieduta da Antonio Bassolino ha deliberato un contributo istituzionale in contro gestione relativo al 2009 di 2 milioni di euro (un milione in meno di una annualità del vecchio accordo di Programma). Ma la nuova giunta, presieduta da Stefano Caldoro, ha “sospeso” questo pagamento, inserendolo nel grande calderone dei pagamenti congelati.
A causa di questi pagamenti pubblici non effettuati e relativi ad attività già svolte, con riconosciuta soddisfazione da parte del committente, a metà 2010 la Città della Scienza si trova ancora una volta sull’orlo del baratro finanziario.
I progetti della Città della Scienza
Ogni anno, dal 1987, Città della Scienza organizza Futuro Remoto, il primo e dunque il più longevo festival della scienza italiano in ordine di tempo.
Partecipa a progetti europei, spesso come capofila, per un budget complessivo di 3,5 milioni di euro. Tra quelli più significativi ci sono NanoDialogue e GAPP.
NanoDialogue ha come obiettivo non solo la diffusione di conoscenza intorno a un settore tecnoscientifico emergente, come le nanoscienze, ma – appunto – lo sviluppo di una discussione consapevole sulle opportunità e sui rischi ambientali, sociali, economici connessi a questa che si annuncia come “la” tecnologia del futuro.
GAPP (Gender Awareness Participation Process: Differences in the choices of science careers) ha come obiettivo quello di contribuire a sciogliere uno dei nodi considerati più importanti in Europa nei rapporti tra scienza e società: incentivare la scelta della carriera scientifica tra i giovani e in particolare tra le ragazza, ma anche creare una consapevolezza diffusa dell’importanza che alle donne sia consentito di rompere “il tetto di cristallo” e di partecipare in pieno a tutta la vita scientifica del continente.
Ma Città della Scienza partecipa anche a EuEv, Joint Exhibition on Evolution, che ha come obiettivo la comprensione e la partecipazione alla discussione pubblica sulle problematiche connesse all’evoluzione biologica.
Si possono citare ancora le partecipazioni ai progetti Cipast (Citizen Partecipation in Science and Technology), Decide (Deliberative Citizens’ Debates in European science centres and museums), ECB (European Citizens’ Deliberation on Brian Sciences), Pencil (Permanent European Resource Centre for Informal Learning), Bio e-Learning, per l’insegnamento a distanza delle scienze della vita.
Moltissimi altri sono i progetti europei, nazionali e locali cui Città della Scienza partecipa.
Per tutto questo nel 2005 è stato premiato come miglior museo d’Europa in assoluto. Vittorio Silvestrini, l’ideatore e il fondatore di Città della Scienza, è l’unico italiano ad aver vinto nel 2006 il Premio Descartes per la comunicazione della scienza assegnato dalla Commissione Europea. Vincenzo Lipardi, co-fondatore di Città della Scienza, è stato eletto sempre nel 2007 alla presidenza di Ecsite, l’organizzazione die musei scientifici europei.
Riconoscendo questa esperienza l’UNESCO ha scelto Città della Scienza per realizzare musei scientifici in aree molto delicate, come Gerusalemme (nella parte palestinese, ma con l’accordo degli israeliani) e a Baghdad. Il Pontificio Consiglio della Cultura ha chiesto l’aiuto di Città della Scienza per organizzare un centro di diffusione della cultura scientifica a Owerri, in Nigeria.