fbpx Programma Nazionale sull'Aids, la valutazione non va | Scienza in rete

Programma Nazionale sull'Aids, la valutazione non va

Primary tabs

Tempo di lettura: 4 mins

Il Programma Nazionale di Ricerca sull’AIDS (ProgAIDS) inizia alla fine degli anni ’80, per la illuminata iniziativa del compianto Giovanni Battista Rossi, con un modesto finanziamento di circa un miliardo di lire  erogato dal Ministero della Salute e gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che finanzia una rete di laboratori e centri clinici finalizzati alla epidemiologia, alla clinica e alla ricerca scientifica su HIV/AIDS. Ben presto il ProgAIDS include una sostanziale massa critica di laboratori con un finanziamento di circa 50 miliardi di lire/anno, e si dota, tra i primi in Italia, di un sistema di peer reviewing, che  posizione l’Italia tra i primi paesi al mondo per contributi scientifici sia clinici che di base nel campo dell'HIV/AIDS. L’esistenza del ProgAIDS  permette  inoltre a diversi gruppi e singoli ricercatori di ottenere importanti finanziamenti dall'Unione Europea, spesso anche quali coordinatori di progetti multi-centrici. Ciò nonostante, l’entità e la frequenza “annuale” del finanziamento sono progressivamente diminuite  negli anni mettendo a reale rischio di chiusura o riconversione i laboratori dedicati da anni alla ricerca su HIV/AIDS, frutto d’investimenti decennali.

Nel 2009 ,il Ministero della Salute ha attivato il nuovo Programma per la Ricerca AIDS/Biennio 2009-2010. Il bando ha introdotto novità importanti nonostante l’esiguo finanziamento (circa 9.8 milioni di euro, a co-finanziamento sia di  progetti “intra-murali” dell’ISS che  “extra-murali” delle istituzioni presenti sul territorio nazionale). Le modalità di valutazione dei progetti  prevedevano diverse commissioni scientifiche a tutela dei conflitti d’interesse, l’assegnazione a revisori esterni (in parte stranieri) non implicati quali proponenti o partecipanti ai progetti presentati e la generazione di un’unica graduatoria meritocratica, basata  sui punteggi formulati dai revisori, indipendentemente dall’area di appartenenza dei progetti presentati. Una Commissione ad hoc avrebbe dovuto monitorare eventuali errori tecnici nell’assegnazione dei punteggi, caratterizzati da un sistema inverso (valutazione 1-outstanding; corredato da adeguate motivazioni e relativi commenti critici). La Commissione Nazionale sull’AIDS (CNAIDS), presieduta dal Ministro della Salute, avrebbe approvato la classifica finale di assegnazione dei finanziamenti ai gruppi ritenuti più meritevoli sulla base del progetto presentato, del curriculum del “principal investigator ” e dei gruppi di ricerca coinvolti.

Recentemente, il sito del Ministero della Salute ha pubblicato la graduatoria finale approvata dalla CNAIDS riunitasi a metà Luglio. Inaspettatamente, la comunità scientifica interessata ha preso conoscenza di alcune varianti rispetto al criterio di un’unica graduatoria meritocratica per identificare le proposte meritevoli di finanziamento, che  hanno generato disagio e perplessità nella comunità scientifica; le principali critiche sono riportate come segue.

Criticità collegate alla graduatoria finale.

Sebbene la graduatoria finale sia unica (come da bando) il Ministero, verosimilmente su proposta della Commissione preposta e della CNAIDS che l’ha approvata, ha applicato tre criteri distinti per l’assegnazione dei fondi:

  1. una graduatoria “generale” che ha definito come soglia minima di punteggio un cut-off di “<11,83”, per cui saranno finanziati tutti i progetti che hanno ricevuto un punteggio medio (sulla base della media aritmetica dei punteggi di tre revisori indipendenti) <11,83;
  2. una graduatoria per i progetti della sola area “clinica e terapia” che ha definito come soglia minima di punteggio un cut-off di “<17,67”, per cui saranno finanziati tutti i progetti che hanno ricevuto un punteggio medio di <17,67;
  3. una graduatoria specifica per progetti presentati dal personale dell’ISS, che ha definito come soglia minima di punteggio medio un cut-off di  “<16,67”, per cui saranno finanziati tutti i progetti che hanno ricevuto un punteggio medio di “<16,67”.

Queste decisioni  “post-hoc” (non predefinite nel bando) sono incongrue con il dettato stesso del bando; infatti è inedito in ambito nazionale ed internazionale che in una singola graduatoria i ratings valutativi siano differenziati in accordo con le distinte tipologie scientifiche.  Inoltre, va segnalato che, a fronte dell’assegnazione di tre cut-off distinti, non viene definita la logicità della scelta. Perché un cut-off di <11,83 per una “unica graduatoria generale”, mentre contestualmente si prevede un cut-off ben piu’ ampio (“<16,67) per i "progetti presentati da personale dell’ISS" o per i progetti presentati nell'area “clinica e terapia”  (“<17,67”)Se vi erano dei rilevanti obiettivi, quali salvaguardare progetti di natura clinico-terapeutica, e garantire gli studi dell'ISS, è evidente che si sarebbero  dovuti attivare tre bandi distinti, con la doverosa copertura finanziaria e criteri chiari sin dall'inizio.

Inoltre, va segnalato che il documento di valutazione finale riporta non pochi casi di progetti con una inusuale divergenza nel punteggio formulato da parte dei tre revisori, i cui giudizi non sono peraltro disponibili nel sito. La media matematica dei tre punteggi operata dalla Commissione  ha determinato il mancato finanziamento al progetto. Sarebbe stato auspicabile che in presenza di giudizi discordanti, come succede in altre Istituzioni scientifiche che erogano finanziamenti in ambito bio-medico, altri revisori fossero stati sentiti per definire un giudizio correttamente motivato.

Poiché l’obiettivo rinnovato e comune dev’essere mantenere e, se possibile, migliorare l’importanza dell’Italia in una delle aree strategiche di ricerca in risposta ad un’epidemia che non è affatto domata, né a livello globale né nazionale, sarebbe importante che i progetti nella stessa graduatoria di merito fossero valutati tutti con lo stesso "rating"  e che  fosse rinnovato il bando di Ricerca AIDS. Si confida che  il Ministro della Salute, attento esperto delle attività scientifiche in ambito della Sanità pubblica, possa fare proprie le considerazioni su esposte.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Generazione ansiosa perché troppo online?

bambini e bambine con smartphone in mano

La Generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli (Rizzoli, 2024), di Jonathan Haidt, è un saggio dal titolo esplicativo. Dedicato alla Gen Z, la prima ad aver sperimentato pubertà e adolescenza completamente sullo smartphone, indaga su una solida base scientifica i danni che questi strumenti possono portare a ragazzi e ragazze. Ma sul tema altre voci si sono espresse con pareri discordi.

TikTok e Instagram sono sempre più popolati da persone giovanissime, questo è ormai un dato di fatto. Sebbene la legge Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) del 1998 stabilisca i tredici anni come età minima per accettare le condizioni delle aziende, fornire i propri dati e creare un account personale, risulta comunque molto semplice eludere questi controlli, poiché non è prevista alcuna verifica effettiva.