Hartley 2 fotografata dalla sonda Deep Impact
Per la quinta volta riusciamo a osservare il nucleo di una cometa da vicino: è infatti perfettamente riuscita la missione EPOXI che ha portato una sonda a sorvolare la cometa Hartley 2.
La missione ha visto come protagonista la sonda Deep Impact della NASA, ormai una veterana in fatto di missioni cometarie. Nel luglio 2005, infatti, aveva liberato e fatto schiantare sulla cometa Tempel 1 una piccola sonda per analizzare le polveri e i gas generati dall'impatto. Terminata con successo e senza danni quella missione, i tecnici della NASA l'hanno dirottata verso un nuovo bersaglio cometario: la Hartley 2.
Il nome della nuova missione (EPOXI) deriva dalla crasi delle sigle che identificano le due fasi del compito pianificato per la Deep Impact. Una prima fase di osservazione planetaria extrasolare durante la marcia di avvicinamento (EPOCh – Extrasolar Planet Observation and Characterization) e una seconda fase avente come punto chiave il fly-by della cometa (DIXI – Deep Impact Extended Investigation).
Dopo una lunga rincorsa iniziata il 26 settembre 2007, lo scorso 4 novembre la sonda ha finalmente raggiunto il suo obiettivo, transitando a circa 700 chilometri dal nucleo della Hartley 2. Una ventina di minuti più tardi – tanto era il tempo necessario perché il segnale della sonda raggiungesse i ricevitori sulla Terra – i tecnici della NASA non hanno saputo trattenere gli applausi dinanzi alle stupende immagini che, una dopo l'altra, svelavano un nuovo nucleo cometario. Dopo la Halley (ripresa dalla sonda europea Giotto nel 1986), la Borrelly (Deep Space 1 – 2001), la Wild 2 (Stardust – 2004) e la Tempel 1 (Deep Impact – 2005) è stata dunque la volta della cometa Hartley 2, un oggetto a forma di nocciolina lungo un paio di chilometri scoperto nel 1986 e appartenente al gruppo delle comete della famiglia di Giove.
Lasciata alle spalle la meraviglia per le fantastiche immagini, gli astronomi si sono messi subito al lavoro per analizzare tutti i dati raccolti dalla sonda. Le stesse immagini, con gli evidenti getti di gas che vanno ad alimentare la chioma e la coda della cometa, saranno analizzate con attenzione nei minimi dettagli. Considerate tra gli oggetti più antichi del Sistema solare, infatti, le comete possono dirci molto della giovinezza del nostro sistema planetario.