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Ingegneria genetica contro la fame

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L'Accademia Pontificia delle Scienze prende posizione sugli OGM: una Settimana di Studio, organizzata da Ingo Potrykus, ha affrontato in modo globale i temi delle piante transgeniche.
Per rendere più accessibili le informazioni contenute nel testo conclusivo del meeting sugli OGM (18 pagine), Ingo Potrykus ci ha inviato una versione ridotta del documento condiviso dall’Accademia Pontificia delle Scienze, nel quale ha tuttavia conservato tutti i punti salienti. Durante la stesura della versione italiana mi sono servito della traduzione ufficiale (a cura di Piero Morandini, Milano e del S.E. Mons. Marcelo Sánchez Sorondo), che ho in parte adattato per rendere la lettura più agevole. Il documento originale completo si può trovare qui in inglese, qui in italiano. A questo link si può anche trovare la nota di commento alle conclusioni della Settimana di Studio che Potrykus ha scritto per Nature.

Ernesto Carafoli


Estratto della dichiarazione pubblicata in Transgenic Plants for Food Security in the Context of Development, New Biotechnology, Vol. 27/5 (2010): 445-718

Le Piante Transgeniche per la Sicurezza Alimentare nel Contesto dello Sviluppo

Dal 15 al 19 maggio 2009 si è tenuta, presso la Casina Pio IV in Vaticano, una settimana di studio intitolata “Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo”, sponsorizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Abbiamo esaminato gli sviluppi recenti nelle conoscenze scientifiche riguardanti le varietà di piante geneticamente ingegnerizzate (GE, genetically engineered) e le condizioni in cui la tecnologia dell’ingegneria genetica può essere resa disponibile per migliorare l’agricoltura in generale e, in particolare, per il beneficio dei poveri e delle persone più vulnerabili.

Riaffermiamo le conclusioni fondamentali del Documento-studio sull’Uso di ‘Piante geneticamente modificate’ per combattere la fame nel mondo, rilasciato alla fine della Sessione Plenaria del Giubileo su “La scienza e il futuro dell’umanità”, 10-13 novembre 2000, riassumendole ed aggiornandole come segue:

  1. Oltre 1 miliardo di persone(su un totale di 6,8 miliardi) sono attualmente denutrite, una condizione che richiede lo sviluppo urgente di nuovi sistemi e tecnologie agricoli. 
  2. L’aumento di 2-2,5 miliardi di persone previsto per il 2050, che porterebbe la popolazione mondiale a circa 9 miliardi di persone, rende ancora più urgente questo problema. 
  3. Secondo le previsioni dei cambiamenti del clima, diminuiranno la disponibilità dell’acqua per l’agricoltura e con essa la nostra capacità di nutrire l’aumentata popolazione mondiale. 
  4. Le pratiche agricole attuali non sono sostenibili, come è dimostrato dall’enorme perdita di terreno agricolo superficiale e dall’applicazione di quantità inaccettabili di pesticidi in quasi tutto il mondo. 
  5. L’applicazione appropriata delle piante GE e di altre tecniche molecolari in agricoltura contribuisce ad affrontare alcune di queste sfide. 
  6. Non vi è nulla di intrinseco, nell’impiego dell’ingegneria genetica per il miglioramento delle colture, che renderebbe pericolose le piante stesse o i prodotti alimentari da esse derivati. 
  7. La comunità scientifica dovrebbe essere responsabile della ricerca e dello sviluppo (R&S) che possono portare a progressi nella produttività agricola e dovrebbe vigilare affinché i benefici ad essi associati vadano a vantaggio sia dei poveri che degli abitanti dei paesi sviluppati che attualmente godono di un tenore di vita relativamente alto. 
  8. Occorre un impegno particolare per consentire ai contadini poveri dei paesi in via di sviluppo di accedere a varietà migliorate di colture GE che siano adatte alle condizioni locali. 
  9. La ricerca sullo sviluppo di tali colture migliorate dovrebbe prestare particolare attenzione alle esigenze e alle varietà di colture locali e alla capacità di ciascun paese di adattare tradizioni, patrimonio sociale e pratiche amministrative per favorire l’introduzione di colture GE.

Ulteriori prove

Dopo la stesura del documento di studio del 2000, si sono accumulate ulteriori prove sullo sviluppo, l’applicazione e gli effetti della tecnologia dell’ingegneria genetic. Tali prove, hanno superato gli elevati standard della revisione dei pari (peer review), aggiungendosi a un vasto patrimonio di esperienze accumulato nel mondo reale. Durante la nostra settimana di studio abbiamo riesaminato queste evidenze e siamo giunti alle seguenti conclusioni:

  1. La tecnologia dell’ingegneria generica , usata in maniera appropriata e responsabile, può, in molte circostanze, fornire un contributo essenziale alla produttività agricola tramite il miglioramento delle colture 
  2. Il miglioramento genetico delle colture e delle piante ornamentali è parte integrante di un percorso lungo e senza interruzioni nell’impiego di tecniche progressivamente più precise e più prevedibili. 
  3. Si sono già raggiunti benefici molto significativi in paesi quali gli USA, l’Argentina, l’India, la Cina e il Brasile, dove le colture GE sono cresciute su grandi superfici. 
  4. Le stesse colture GE possono essere molto importanti per agricoltori poveri di risorse e per i membri vulnerabili di comunità agricole povere, soprattutto donne e bambini. 
  5. La resistenza ad erbicidi non tossici per l’ambiente e poco costosi è il carattere più comunemente usato. Ha permesso una maggiore resa per ettaro e ha sostituito il lavoro massacrante di estirpazione manuale delle erbacce. Questa tecnologia potrebbe essere particolarmente utile per gli agricoltori del mondo in via di sviluppo che, per ragioni di età o malattia, non possono occuparsi del tradizionale controllo manuale delle infestanti. 
  6. La tecnologia dell’ingegneria genetica può combattere le carenze nutritive tramite modificazioni tese a fornire micronutrienti essenziali. Gli studi sul Golden Rice, un tipo di riso biofortificato con la provitamina A, hanno dimostrato che un regime alimentare giornaliero standard contenente questo riso biofortificato sarebbe sufficiente a prevenire la carenza di vitamina A. 
  7. L’applicazione della tecnologia dell’ingegneria genetica ai fini della resistenza agli insetti ha permesso sia una riduzione nell’uso degli insetticidi chimici che l’abbassamento dei costi e il miglioramento della salute dei lavoratori agricoli. 
  8. La tecnologia dell’ingegneria genetica può ridurre le pratiche nocive e ad alto consumo energetico di aratura meccanica, preservando la biodiversità, proteggendo l’ambiente 
  9. L’impatto previsto dei cambiamenti climatici rafforza la necessità di utilizzare l’ingegneria genetica, insieme alle altre tecniche di miglioramento genetico delle piante, in maniera appropriata e decisa, in modo che caratteristiche quali la tolleranza alla siccità e all’allagamento vengano incorporate, il più velocemente possibile, nelle principali colture alimentari di tutte le regioni. 
  10. L’ingegneria genetica ha già aumentato la resa agricola dei contadini poveri ed è ormai provato che permetta un aumento dei redditi e del tasso di occupazione che altrimenti non si verificherebbero. 
  11. La costosa regolamentazione della tecnologia dell’ingegneria genetica deve diventare difendibile da un punto di vista scientifico e basata sui rischi. Questo significa che la normativa dovrebbe essere basata sulle caratteristiche specifiche di ogni nuova varietà di pianta, piuttosto che sui mezzi usati per produrla. 
  12. L’analisi dei rischi devono prendere in considerazione non solo i rischi potenziali dell’uso di una nuova varietà di pianta, ma i rischi delle alternative nel caso in cui proprio quella varietà non fosse resa disponibile. 
  13. Nel settore pubblico sono in corso sforzi significativi per produrre varietà geneticamente migliorate di cassava, patata dolce, riso, mais, banana, sorgo e altre colture tropicali principali che andranno a diretto beneficio dei poveri. Questi sforzi dovrebbero essere fortemente incoraggiati. 
  14. Data la loro entità, le sfide che si pongono ai poveri e ai denutriti del mondo devono essere affrontate con urgenza. Ogni anno, le carenze nutrizionali causano malattie e morte evitabili. 
  15. In conformità con le recenti scoperte scientifiche, vi è un imperativo morale ad estendere ai poveri e alle popolazioni vulnerabili che li desiderano i benefici di questa tecnologia su vasta scala e secondo condizioni che permetteranno loro di elevare il tenore di vita, migliorare la salute e proteggere l’ambiente. 


L’applicazione della tecnologia dell’ingegneria genetica ha dimostrato la sua importanza ai fini del miglioramento della produttività agricola in tutto il mondo, ma è ancora solo una parte di quella che dev’essere una strategia molto varia. Come afferma Benedetto XVI, “potrebbe risultare utile considerare le nuove frontiere che vengono aperte da un corretto impiego delle tecniche di produzione agricola tradizionali e di quelle innovative, supposto che esse siano state dopo adeguata verifica riconosciute opportune, rispettose dell’ambiente e attente alle popolazioni più svantaggiate”. (1) Ciononostante, riconosciamo che non tutti gli sviluppi dell’ingegneria genetica manterranno le loro promesse iniziali, così come avviene del resto per qualsiasi altra tecnologia. Dobbiamo continuare a valutare il contributo potenziale di tutte le tecnologie appropriate che, insieme ai metodi tradizionali di miglioramento genetico e ad ulteriori strategie, devono essere usate per migliorare la sicurezza alimentare e alleviare la povertà per le generazioni future. (2) La maggior parte di esse possono essere usate in sinergia con le tecnologie dell’ingegneria genetica. Le strategie comprendono la conservazione del profilo colturale del terreno tramite semina su sodo (no till, senza aratura) e altre pratiche conservative, l’applicazione appropriata e lo sviluppo di nuovi tipi di fertilizzanti e agrofarmaci ecologici, il risparmio d’acqua, la lotta integrata ai parassiti, la salvaguardia della diversità genetica e l’adozione di nuovi tipi di colture, ove appropriato e il miglioramento di colture esistenti (in particolare le cosiddette “colture orfane” (3)) per un loro uso più vasto tramite investimenti e partnership pubblici-privati. Altri fattori essenziali per l’aumento della sicurezza alimentare, o di particolare importanza per i paesi poveri di risorse, sono il miglioramento delle infrastrutture (trasporti, fornitura di energia elettrica e strutture per l’immagazzinamento), il potenziamento delle capacità grazie a consulenze competenti e imparziali agli agricoltori (le “cattedre ambulanti di agricoltura” di una volta) sulla scelta delle sementi, lo sviluppo di sistemi equi di credito, di assicurazione e la licenza di tecnologia proprietaria. Tuttavia, la consapevolezza che non esista un’unica soluzione al problema della povertà e della discriminazione dei poveri in molte regioni del mondo non dovrebbe impedirci di utilizzare varietà di colture GE laddove possano contribuire adeguatamente ad una soluzione globale.

1. Caritas in veritate, § 27.
2. “È un principio da ricordare nella stessa produzione agricola, quando si tratta di promuoverla con l’applicazione di biotecnologie, che non possono essere valutate solo sulla base di immediati interessi economici. È necessario sottoporle previamente ad un rigoroso controllo scientifico ed etico, per evitare che si risolvano in disastri per la salute dell’uomo e l’avvenire della terra” (Giovanni Paolo II, Discorso per il Giubileo del Mondo Agricolo, 11 novembre 2000).
3. Le colture orfane, dette anche colture trascurate o perdute, sono colture di elevato valore economico nei paesi in via di sviluppo. Comprendono cereali (quali il miglio e il tef), legumi (vigna, cicerchia e pisello bambara) e tuberi (cassava e patata dolce). Nonostante le colture orfane siano di vitale importanza per il sostentamento di milioni di contadini poveri di risorse, la ricerca su di esse è indietro rispetto a quella delle colture principali. Per aumentarne la produttività e raggiungere così l’autosufficienza alimentare nel mondo in via di sviluppo, la ricerca sulle colture orfane necessiterebbe di maggiore attenzione.

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