Attualmente la futurologia più impegnata è focalizzata sui temi riguardanti il clima, le risorse naturali e l’energia. In particolare vanno di moda le road map, i cui itinerari indicano lo slalom che si deve seguire per sfuggire nel contempo alla incombente carestia dei combustibili fossili e all’inquinamento attribuito al loro smisurato uso. Ignorando che, così impostato, il problema costituisce un ossimoro. Ce n’è per tutti i gusti, ovvero per chi sogna un avvenire energetico presidiato da flotte di reattori nucleari, oppure per chi alternativamente preconizza distese di pannelli solari. Ma c’è anche chi teme con sgomento la deturpazione dei paesaggi naturali dalle pale rotanti delle torri eoliche e da funebri specchi neri montati su tralicci zincati.
Nasce però il sospetto che tali atteggiamenti riflettano un certo conformismo. Una laconica testimonianza ci viene fornita dalla seguente immagine che enfatizza quali tecnologie affrancheranno finalmente l’umanità dalla cupa egemonia del petrolio.
Si tratta di un'icona nella quale, con eleganti immagini, viene esemplificato un messaggio largamente diffuso che esalta un mondo alimentato da energia pulita proveniente dal sole, dal vento, dalle biomasse, dal sottosuolo e dalle correnti marine, quindi solo da risorse naturali rinnovabili. Purtroppo esso contrasta con l’identikit dei consumi energetici mondiali, espresso dal seguente scarno diagramma fornito dal Department of Energy USA.
(US Energy Information Administration. Energy Perspectives. 2009)
Risulta che la produzione di energia è stata, ed è tutt’ora, dominata dai combustibili fossili con un apprezzabile contributo delle fonti idroelettrica e nucleare. Le altre fonti (other) sono confinate in una sottile linea gialla che indica un loro modesto contributo. Anche se i dati si riferiscono al 2005, e da allora il consumo energetico globale è un po’ aumentato, la ripartizione fra le diverse fonti è rimasta sostanzialmente inalterata. Ma soprattutto, in base all’incremento che hanno avuto sino ad ora, solo con una temeraria estrapolazione si può ritenere che tali fonti possano avvicendare in meno di quarant’anni i combustibili fossili e allontanare la prospettiva di una adeguata collocazione all’energia nucleare. E ciò sia pure con tutto il rispetto per le road map.In sostanza non si può fare a meno di pensare che le menzionate previsioni siano ispirate più dal sentimento che della ragione. Per tentare di approfondire questo aspetto è opportuno identificare alcune situazioni tipiche, derivanti dal confronto fra lo stato del mondo e i desideri umani. Per semplicità ne verranno considerate solo quattro, quelle emergenti dalle ipotesi che nel mondo esistano risorse rispettivamente illimitate o limitate, e che la società manifesti atteggiamenti rispettivamente ottimistici o scettici nei riguardi delle tecnologie. Ne emerge la seguente matrice:
Risorse senza limiti | Risorse limitate | |
---|---|---|
Ottimismo tecnologico | Star trek | Mad Max |
Scetticismo tecnologico | Conformismo politico | Egemonia ecologica |
Nello specifico indicano rispettivamente:
(A) Star Trek: dal titolo del popolare
serial televisivo che ci presenta un mondo tecnologicizzato, che in virtù
dell’abbondanza di energia proveniente dalla fusione nucleare può esplorare, ed
eventualmente colonizzare, l’Universo intero. Sulla Terra prevale il
consumismo.
(B) Mad Max: dal titolo del film con
Mel Gibson, nel quale una umanità
stracciona si contende con lotte feroci le ultime gocce di petrolio, per
accanirsi a voler deambulare senza scopi precipui in un paesaggio allucinante mediante
veicoli mossi da motori a scoppio.
(C) Conformismo politico: una umanità
ricca di risorse che diffida delle tecnologie e quindi delega ai politici la
gestione dello sviluppo.
(D) Egemonia ecologica: grande enfasi
viene data ai comportamenti rispettosi per l’ambiente e, soprattutto, al
risparmio dell’energia. Gli eventuali sviluppi tecnologici sono demandati alle
imposte tipo cap and trade, mentre
gli inquinatori vengono puniti.
Quattro situazioni analoghe alle precedenti sono state l’oggetto di una votazione (Costanza 2003), nella quale è stato chiesto quale venisse ritenuta più probabile per descrivere il futuro. Essa ha portato al seguente risultato:
Prima la (D), seguita a distanza dalla (A) e quindi dalla (C). La (B) è stata respinta.
Se è difficile fare previsioni sul futuro si può ragionevolmente ipotizzare a quale risultato avrebbe portato una votazione condotta nel passato, ad esempio una quarantina di anni fa. La (A) sarebbe risultata nettamente favorita, mentre la (D) sarebbe stata snobbata. In sostanza i sentimenti sono mobili e offrono modeste indicazioni su come orientare le politiche.
In realtà nessuna di tali situazioni è candidata a descrivere il futuro del pianeta; fare esercizi di futurologia serve forse solo per imporre agli altri particolari comportamenti con l’alibi che nessuno avrà la possibilità di verificarne gli effetti.
Lo studio del passato evidenzia in realtà come l’umanità sia riuscita a superare situazioni critiche che ne hanno minacciato l’estinzione. Il mondo è soggetto ad un cambiamento continuo ed una componente essenziale di tale evoluzione è la popolazione umana, che continua ad aumentare, anche se cominciano a manifestarsi i sintomi di un rallentamento della crescita. L’idea di mantenere inalterato l’ambiente appare utopica, mentre più ragionevolmente ci si deve adattare ai mutamenti. Ogni sforzo deve essere impiegato per tutelare l’ambiente da evoluzioni devastanti che in larga misura non derivano dall’impiego dell’energia, che costituisce viceversa il principale fattore di sviluppo, ma dall’incuria con la quale vengono gestite le sue applicazioni.
Robert
Costanza, Futures, 35 (2003) 651.
US Energy Information Administration. Energy Perspectives. 2009 (pdf)