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In ricordo di uno scienziato umanista

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Il 26 aprile scorso è morto a Firenze Giuliano Toraldo di Francia, noto fisico e filosofo della scienza, ma anche letterato, artista e divulgatore. Era nato a Firenze il 17 settembre 1916, discendente dei Toraldo di Francia di Tropea. E a Tropea, nella casa di famiglia, aveva continuato per tutta la vita a trascorrere periodi di vacanza.

Dopo la maturità al liceo-ginnasio “Michelangelo” di Firenze, Toraldo si era iscritto a fisica laureandosi nel difficile periodo segnato dal regime fascista e dall’imminenza della seconda guerra mondiale. Tra il 1940 e il 1943, Toraldo inizia la sua attività di ricerca nel Regio Istituto Nazionale Di Ottica (RINDO, oggi Istituto Nazionale di Ottica), allora diretto da Vasco Ronchi. Sarà proprio l’ottica, teorica e sperimentale, sia classica sia quantistica, a costituire il nucleo della sua produzione scientifica. Tra la fine degli studi e il 1951, anno in cui ottiene l’incarico per l’insegnamento di Onde Elettromagnetiche all’Università di Firenze, Toraldo trascorre circa sette anni nel Centro di Ricerca Ottica della Ducati di Bologna. Questa sua esperienza nell’industria ha sicuramente influenzato il suo approccio alla ricerca scientifica, che vede sempre strettamente unite l’elaborazione teorica con le questioni sperimentali legate allo sviluppo tecnologico. Ma sicuramente ha influito anche su una parte delle sue riflessioni relative alla filosofia della scienza. A questo proposito, in una intervista del 2007, Toraldo osservava che come non si può insegnare a un sordo l’ascolto della musica, così non è possibile far capire la scienza a qualcuno che non ha mai lavorato in un laboratorio utilizzando strumenti scientifici.

Nei primi anni ’50, Toraldo trascorre due anni all’Università di Rochester insegnando Ottica. Un’esperienza sicuramente positiva tanto che gli viene offerto di rimanere. Tuttavia Toraldo preferisce tornare in Italia come professore all’Istituto Nazionale di Ottica. In USA era l’epoca maccartista della “caccia alle streghe”, e Toraldo ebbe a dire: “meglio tornare in Italia con meno mezzi per far ricerca, che rimanere negli Stati Uniti continuamente spiati”. Nel 1958 ottiene la cattedra di ottica all’Università di Firenze, dove da allora ha insegnato non solo ottica ma anche metodi matematici per la fisica, elettrodinamica, relatività generale, fino al momento della pensione alla fine degli anni ’80. E sono molti gli allievi, oggi ormai scienziati affermati, che ricordano con ammirazione la sua capacità didattica.

Nel giro di pochi anni, grazie anche alla collaborazione con Nello Carrara, fondatore e direttore del Centro Microonde (che nel 1968 diventerà l’Istituto di Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche – IROE) del CNR, Toraldo dà vita all’Istituto di Fisica della Radiazione. Un’apposita convenzione tra Università e CNR farà sì che il nuovo Istituto venga ospitato nel Centro Microonde. È questo l’avvio di una serie di iniziative che negli anni porteranno alla nascita del Laboratorio (poi Istituto) di Elettronica Quantistica (IEQ) e a numerose collaborazioni tra INO, IROE, IEQ e Università di Firenze nei settori di punta dello sviluppo dell’elettronica quantistica sperimentale e teorica. Non è un caso che questa intensa attività di Toraldo, tanto nella ricerca in ottica quanto negli aspetti organizzativi, sia proprio in quegli anni coronata da due importanti riconoscimenti: nel 1969 l’Institute of Physics britannico gli conferisce la Young Medal, e nel 1971 ottiene la C.E.K. Mees Medal dalla Optical Society of America.

Tra il 1968 e il 1973 Toraldo è presidente della Società Italiana di Fisica. I suoi interessi filosofici stanno però progressivamente accentuandosi rispetto a quelli squisitamente fisici. Proprio agli inizi degli anni 1970 tiene un corso di fondamenti di fisica per filosofi (gli appunti di queste lezioni costituiranno la base del suo libro L’indagine del mondo Fisico, Einaudi 1976): è un’esperienza di gran successo e senza precedenti nel panorama universitario italiano. Prendono le mosse da qui, anche in collaborazione con Marisa Dalla Chiara, una serie di interventi originali nel campo della filosofia della scienza. Nel corso degli anni ’70 sarà anche presidente della Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza (SILFS) e, insieme a un gruppo di amici e colleghi fiorentini, tra i quali Salvatore Califano, Ettore Casari, Marisa Dalla Chiara, Paolo Rossi, darà vita al Centro Fiorentino di Storia e Filosofia della Scienza.

Accanto alla scienza e alla filosofia, Giuliano Toraldo coltiva anche altre passioni come quella per le lettere (in specie, come più volte amava ripetere, per Dante e Leopardi) e per la musica. In particolare, il suo amore per la musica non si limita al piano personale, ma si sostanzia in un impegno attivo nella diffusione della cultura musicale che lo vede, già nel 1960, presidente dell’associazione “Vita musicale contemporanea”. L’associazione, attiva tra il 1960 e il 1967, sarà animata da Pietro Grossi e darà vita a un’esperienza di avanguardia in Italia alla quale collaboreranno a vario titolo, tra gli altri, personaggi come Giuseppe Chiari, Sylvano Bussoti e John Cage. In seguito sarà per vari anni Presidente della Scuola di Musica di Fiesole, sostenendo con energia e convinzione l’idea di Piero Farulli di potenziare l’insegnamento della musica così trascurato nel nostro Paese.

Sempre nell’ambito del suo impegno e dei suoi interessi al di là della scienza e della filosofia, ma dove scienza e filosofia trovano applicazioni importanti, vale la pena ricordare l’ideazione del Forum per i problemi della pace e della guerra che, dal 1984, svolge un’importante attività in un settore che certamente non ha nel nostro Paese l’attenzione che merita.

La sua grandezza e la lezione che ci lascia stanno non solo negli specifici contributi scientifici, che in molti casi sono stati di altissimo livello, ma anche nella sua capacità quasi istintiva di tenere insieme svariati campi del sapere. In altri termini, nel realizzare in modo naturale una fertilizzazione incrociata dei vari settori della cultura. Avendo sempre presente che la scienza, e la cultura in generale, devono essere considerate “un prodotto dell’uomo per l’umanità e non contro l’umanità”. E, per questo, niente della produzione intellettuale ha senso privato, tutto deve essere diffuso, reso fruibile, presentato al più ampio numero di persone. Toraldo di Francia anche in questo è l’emblema dello scienziato-umanista.


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