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Simulare l'evoluzione sociale della Terra

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Nel 2008 ci siamo domandati se la crisi economica che ha messo in ginocchio interi paesi, grandi banche e la politica fosse prevedibile. Col senno di poi ci sono quelli che dicono che era prevedibile. Certo è che chi l'ha subita non l'aveva prevista. Lo stesso si può dire delle crisi politiche, energetiche e sanitarie, dell'evoluzione del problema alimentare, dell'inquinamento, della criminalità organizzata, delle migrazioni e delle loro ripercussioni culturali, della sostenibilità ambientale, e di tanti altri fenomeni fortemente connessi con la cosiddetta "globalizzazione". E' infatti l'apertura dei mercati e delle comunicazioni che ha generato la straordinaria rapidità e la diretta connessione tra cause ed effetti di fenomeni apparentemente distanti, sia per localizzazione geografica che per natura.

Questi fenomeni vengono studiati dalle scienze sociali con l'obiettivo di analizzare e interpretare le relazioni tra cause e effetti. La globalizzazione ha però complicato lo studio aumentandone enormemente la dimensione. Per provare a fare previsioni sull'evoluzione di un fenomeno sociale su scala globale e identificarne le relazioni con altri fenomeni è necessario introdurre gli approcci della teoria della complessità e la capacità di acquisire e elaborare gigantesche quantità di dati. Di fatto è proprio dall'interazione multidisciplinare delle scienze sociali, della teoria della complessità e dell'informatica che possono nascere approcci modellistici per simulare e prevedere l'evoluzione della vita sociale sulla terra.

Su queste premesse è stato concepito il progetto FuturICT, una delle 6 Azioni Coordinate che preparano la proposta di Flagship per la seconda selezione e competono per aggiudicarsi il finanziamento europeo di un miliardo di euro per dieci anni previsto da FET per questi ambiziosi progetti. FuturICT è entrato nella rosa dei 6 con il punteggio più alto, ma la competizione è molto aperta e i progetti dovranno dimostrare la loro validità e sostenibilità, le loro ricadute e l'impegno dei partner e dei loro governi a sostenere parte degli investimenti. La partnership dell’attuale Azione Coordinata vede come coordinatore scientifico Dirk Helbing dell'ETH di Zurigo, come coordinatore manageriale Steven Bishop dell'UCL di Londra e come coordinatori dei sottoprogetti Paul Lukowicz dell'Università di Passau, Rosaria Conte dell'ISTC del CNR, Felix Reed-Tsochas dll'Università di Oxford e JB McCarthy della University College di Cork. Fa molto piacere che l'Italia sia rappresentata dal CNR che vede, sotto la guida di Rosaria Conte dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione la presenza di molti altri Istituti del CNR quali, ad esempio, quelli del Dipartimento ICT e l'Istituto dei sistemi complessi. Altri rappresentanti del gruppo italiano sono il Politecnico di Torino, l'Università di Genova, l'Università di Roma La Sapienza e l' ISI Foundation di Torino, ma altre istituzioni di ricerca e laboratori stanno aderendo al progetto.

L'ambizione di FuturICT è di costruire un Living Earth Simulator per esplorare tutte le implicazioni della vita sociale sulla terra e di consentire la simulazione su scala globale e in tempo reale dei sistemi tecno-socio-economici.  “Si tratta di un progetto ambizioso, che punta a raccogliere una delle più grandi sfide del futuro: rifondare una scienza innovativa, integrata e interdisciplinare della società ...” ha dichiarato Rosaria Conte.

"Di doman non c'è certezza" diceva nella seconda metà del '400 Lorenzo de' Medici detto Il Magnifico. Oggi vogliamo che la scienza ci aiuti ad avere più certezza, almeno per prevenire le grandi crisi e catastrofi e aiutare i decisori a individuare le conseguenze delle loro azioni con maggior cognizione nel rispetto della sostenibilità del pianeta e della vita delle future generazioni. E' tutto questo troppo ambizioso? "E' per questo che lo facciamo" risponde Rosaria Conte sottolineando ancora una volta come la scienza e gli scienziati si lancino con entusiasmo nelle grandi sfide e abbiano una grande consapevolezza della rilevanza delle ricadute dei loro studi.


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Crediti: Foto di Katie Rainbow/Unsplash

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