Antonio Pacinotti (Pisa, 1841 – Pisa, 1912) è noto soprattutto per aver inventato la dinamo. In realtà è stato un fisico valente, allievo di Carlo Matteucci; coraggioso patriota, ha partecipato alla seconda guerra d’indipendenza ed è diventato Senatore del Regno d’Italia.
Pacinotti nacque a Pisa e lì frequentò le scuole con notevoli risultati, tanto che ad appena 15 anni fu ammesso a frequentare il corso di matematica, pura e applicata, all’università. Ascoltando le lezioni di Riccardo Felici si lasciò catturare dall’interesse per i fenomeni elettrici. I progressi furono rapidissimi. Nel 1858, a soli 17 anni, raccolse in un quaderno, intitolato "Sogni", i suoi appunti. L’anno successivo prese forma la prima intuizione dell’”anello” (noto oggi come l’anello di Pacinotti) che diventerà la base per la realizzazione della dinamo. L’anello era costituito, essenzialmente, da un nucleo di ferro a forma di toroide circondato da un filo di rame avvolto a spirale. Tutto ruotava intorno a un asse posto tra i poli di un magnete. Questo generava una corrente elettrica “raccolta” da apposite spazzole: è il funzionamento di una dinamo. Se, invece, la corrente veniva immessa nel filo di rame, il sistema iniziava a ruotare, comportandosi come un motore elettrico.
Mentre sta mettendo a punto il sistema, si arruola volontario e partecipa come sergente alla Seconda guerra d’indipendenza, prendendo parte alle battaglie di Solferino e San Martino.
Tornato dalla guerra, completa la messa a punto dell’”anello” ma non si cura di brevettarlo. Intanto nel 1861 si laurea e nel 1862 è a Firenze per lavorare con l’astronomo Giovanni Battista Donati all’Istituto di studi superiori. È solo nel 1865 che scrive un articolo per Il Nuovo Cimento dove descrive finalmente in maniera dettagliata il suo anello. Poco dopo è a Bologna, per assumere l’insegnamento di fisica all’Istituto tecnico. Tra i suoi allievi c’è Augusto Righi.
Nel corso di un viaggio in Europa, mostra la sua invenzione alle officine Fremont, nella speranza di vendere il brevetto. In realtà è un capofficina delle Fremont, Zénobe Gramme, a brevettare la dinamo nel 1871.
Inutilmente Pacinotti pubblica una lettera di protesta sui Comptes Rendus, la rivista dell’Accademia francese delle Scienze. La scoperta non gli sarà riconosciuta. Non in Francia, almeno. Dopo aver assunto la cattedra di fisica all’Università di Cagliari, nel 1906 viene nominato Senatore.
Cinque anni dopo, nel 1911, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia Pacinotti sarà fatto oggetto di grandi festeggiamenti. Il paese gli riconosce i suoi meriti. Muore l’anno successivo, nella sua Pisa.
Nel 1864 il prof. Pacinotti, allora assistente all’Istituto superiore di Firenze, pubblicava la descrizione di un apparecchio da lui escogitato, che doveva servire meglio degli apparecchi allora esistenti per le dimostrazioni di scuola. Quest’istrumento si presentava in una forma molto modesta; ma più tardi si è visto che esso racchiudeva in sé tutti gli elementi, per risolvere i problemi più importanti che allora esistevano nell’elettrotecnica. Tutto ciò si seppe poco a poco, perché il prof. Pacinotti non aveva fatto nessun passo per far valere la sua invenzione. Il prof. Pacinotti era di una tale modestia, che non era possibile d’indurlo a far valere i suoi diritti, e dovettero incaricarsi di quest’affare parecchi altri suoi amici (Pietro Blaserna)