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La ricerca Italiana valutata secondo il metodo Ponzio Pilato

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A ridosso della pausa estiva, il MIUR ha finalmente reso nota la graduatoria dei Progetti di Ricerca Nazionali (PRIN) ammessi al finanziamento, il cui bando è stato emanato nel 2009.
Questo risultato non mancherà di suscitare polemiche e recriminazioni, per le anomalie e le incongruenze di un processo di valutazione, che, sebbene scimmiotti il ben più rigoroso sistema "peer review" dell'European Research Council, è di gran lunga meno trasparente e solido, non garantendo affatto che vengano sostenute e premiate le eccellenze della ricerca italiana, così come dichiarato negli obiettivi del Programma di Ricerca Nazionale.
Si prenda ad esempio l'area di ricerca delle Scienze della Terra, nella quale sono stati esclusi dal finanziamento tutti i progetti del settore Geofisica, pur avendo alcuni di essi superato il punteggio di soglia per l'ammissibilità al finanziamento. Così, nel Paese dei terremoti e dei vulcani, laddove il rischio sismico e vulcanico è il più elevato dell'intera area Mediterranea e tra i maggiori del Pianeta, laddove un terremoto di magnitudo moderata, come quello de L'Aquila del 2009 causa 300 vittime e ingenti danni al patrimonio abitativo, e dove l'eccellenza dei ricercatori in Geofisica li posiziona ai primi posti dei ranking internazionali per impatto della loro ricerca; in questo Paese si decide (inconsapevolmente?) che la ricerca in Fisica della Terra debba scomparire dai laboratori universitari nel prossimo biennio.
Delle aberrazioni del sistema di valutazione dei progetti del MIUR, ne prende chiaramente atto la Commissione di Garanzia dei Progetti PRIN 2009 nel verbale della riunione durante la quale è stata definita la graduatoria dei progetti finanziati.
Una volta stabilita la soglia di 59/60 per l'ammissione al finanziamento dei progetti, la Commissione si è resa conto che per un gran numero di aree disciplinari la percentuale di progetti valutati "eccellenti" (voto 59 o 60) è stato di gran lunga superiore alla norma, a danno di altre aree disciplinari con percentuali più ragionevoli. In altre parole, il criterio di eccellenza seguito dai revisori dei progetti si è rivelato estremamente eterogeneo da un'area scientifica ad un altra, con l'anomalia di diverse aree disciplinari per cui la gran parte dei progetti sottomessi è stato valutato "eccellente" con il massimo dei voti. Le esperienze pregresse in passate tornate di finanziamento PRIN con gli stessi criteri di valutazione, hanno probabilmente generato la convinzione nella comunità scientifica di queste aree disciplinari anomale che, un livellamento verso l'alto del punteggio da attribuire ai progetti, favorisse l'ammissione al finanziamento di un più alto numero di progetti per quell'area.
Di fronte a una tale evidente anomalia, la Commissione dei Garanti ha adottato il metodo "Ponzio-Pilato" e cioè ha trovato una soluzione di minimo sforzo, avallando de facto un sistema iniquo di valutazione: ha riaggiustato le quote di finanziamento per le aree penalizzate dalla valutazione dei revisori, inserendo i progetti valutati con un punteggio di 58, fino al raggiungimento del livello di soglia di finanziamento minimo per area (pari al 3% del budget totale) e rimandato al Ministro il compito di introdurre criteri che nel futuro pongano rimedio a questa criticità. Questa decisione della Commissione dei Garanti non fuga il dubbio che molti dei progetti ammessi al finanziamento in determinate aree disciplinari siano stati sopravvalutati a danno di progetti sottovalutati in altre aree disciplinari.
Appare chiaro tuttavia che, piuttosto che l'introduzione di diversi criteri per la valutazione, come richiesto dalla Commissione dei Garanti, è proprio il ruolo e la prerogativa del panel di valutazione che deve essere ridefinito, sull'esempio dei Panel di valutazione di altri organismi di erogazione di finanziamenti per la ricerca come l'European Research Council in Europa o la National Science Foundation negli Stati Uniti. In questi organi, la valutazione dei revisori è importante , ma non decisiva come nel sistema implementato dal MIUR. Al Panel di Valutazione, costituito da top-scientists di livello internazionale, è demandata la decisione finale circa l'ammissibilità al finanziamento che si basa sul giudizio dei revisori ma deve tenere conto anche della valutazione comparativa e della distribuzione delle risorse per area disciplinare, quest'ultima definita in accordo alle linee guida del piano di sviluppo della ricerca scientifica nazionale.


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