Giulio Natta (Porto Maurizio, 1903 – Bergamo, 1979), premio Nobel per la Chimica nell’anno 1963, nasce in provincia di Imperia all’inizio del XX secolo, in una famiglia ligure di giudici e di avvocati. Ottiene la maturità a soli 16 anni presso il liceo Cristoforo Colombo di Genova. Al contrario di quanto si aspettano i genitori, si iscrive al biennio di Ingegneria presso l’Università del capoluogo ligure, poi nel 1921 si trasferisce al Politecnico di Milano e presto diventa allievo interno nel laboratorio di Giorgio Renato Levi, dove è da poco giunta dalla Germania (in conto riparazioni belliche) uno strumento per lo studio dei cristalli con i raggi X.
Nel 1921 Natta si laurea in ingegneria chimica, e in capo a un anno ottiene il suo primo incarico di ricerca. Nel 1927 diventa libero docente. In questa fase è impegnato nello studio della sintesi del metanolo, alla sintesi della formaldeide dal metanolo, alla sintesi delle aldeidi superiori e infine della gomma sintetica.
Tutti questi studi hanno sia un risvolto fondamentale – consentono un notevole aumento di conoscenze sui meccanismi di reazione e sui catalizzatori – sia un risvolto pratico: perché migliorano la produzione industriale di questi prodotti. Grazie a Natta, per esempio, l’Italia rompe il monopoli della Germania sulla produzione industriale di metanolo. Con la Montecatini mette a punto una linea di polimerizzazione della formaldeide. Nel 1938 contribuisce alla costruzione dell'impianto per la produzione della gomma sintetica a Ferrara.
Natta avrà sempre una grande attenzione per il rapporto fecondo tra la chimica fondamentale, la chimica applicata e l’industria ad alto tasso di innovazione.
Anche per questo nel tempi i suoi interessi si spostano verso il settore emergente dei polimeri. Nel 1932 Natta si reca, con una borsa di studio, a Friburgo nel laboratorio del fisico Herman Seemann per perfezionare le conoscenze tecniche sulla diffrazione elettronica. A Friburgo lavora anche Hermann Staudinger, tra i primi a riconoscere l’esistenza delle macromolecole e a studiarle. Così Natta ha il suo primo incontro con la chimica dei polimeri.
L’anno successivo, il 1933, Natta ottiene la cattedra di professore di chimica e nel 1939 ritorna a Milano, al Politecnico, per insegnare Chimica industriale, succedendo così a Mario Giacomo Levi, un esperto di combustibili che è stato appena cacciato via in seguito alle leggi razziali fasciste del 1938.
La capacità di Natta sono ormai riconosciute, tanto che nel 1938 il Presidente del Comitato per la Chimica del CNR, Nicola Parravano, che è anche presidente dell’organizzazione che raduna gli industriali chimici, conferisce a Giulio Natta 200.000 sulle 285.000 lire che ha a disposizione per effettuare le sue ricerche sulla produzione di idrogeno. In pratica, Parravano assegna a Natta il 70% dell’intero finanziamento dello stato alla ricerca chimica.
Nel 1947, a guerra finita, Giulio Natta compie un viaggio negli Stati Uniti con Pietro Giustiniani, un imprenditore che diventerà il leader della Montecatini, per studiare il sistema di ricerca e l’organizzazione dell’industria chimica americana. Restano colpiti dal fatto che la ricerca industriale impiega migliaia di persone e che la produzione ha abbandonato il carbone come fonte originaria e si è rivolta al petrolio. L’industria emergente è ormai quella petrolchimica.
Tornati in Italia, Giustiniani mette a disposizione di Natta le risorse per fare del Politecnico di Milano un centro di ricerca avanzata in chimica. La ricaduta industriale del progetto ottiene un clamoroso successo dopo Natta nel 1952, nel corso di un convegno a Francoforte, ascolta il tedesco Karl Ziegler che illustra la reazione di Aufbau che ha appena scoperto e che consente di ottenere polimeri lineari di etilene. Giulio Natta intuisce l’importanza della reazione, convince Giustiniani a invitare Ziegler a Milano e a firmare un accordo in base al quale la Montecatini acquisisce i diritti per lo sviluppo industriale in Italia delle scoperte del tedesco. Natta, da parte sua, ottiene pieno accesso agli studi di Ziegler.
Ziegler continua i suoi studi e ottiene con un nuovo catalizzatore (il tetracloruro di titanio) ottiene il polietilene lineare, che è oggi una della materie plastiche più utilizzate. A Milano Natta e il suo assistente, Piero Pino, si concentrano sul monomero propilene. L'11 marzo 1954 Paolo Chini effettua un procedimento di frazionamento particolare, che non rientra nella routine di laboratorio, ottenendo una polvere bianca, cristallina, con alto punto di fusione. Il giorno dopo Paolo Corradini ottenne un diagramma di diffrazione con i raggi X, che confermava un alto grado di cristallinità. Il gruppo Natta ha messo a punto il polipropilene lineare isotattico (con altro grado di stereoregolarità, una proprietà sconosciuta in natura.
In breve Natta dimostra che il processo che produce stereoregolarità può essere utilizzato nella polimerizzazione di altri monomeri, come lo stirene.
Il polipropilene isotattico, che è una plastica dura e resistente, avrà un grande successo industriale: sarà prodotto a partire dal 1957 e si imporrà al mondo con il nome di Moplen. E la Montecatini ne conserverà per decenni il monopolio assoluto. La sintesi del polipropilene isotattico costituisce, nel medesimo tempo, uno dei più grandi successi scientifici e industriali della chimica italiana di ogni tempo.
Nel 1963 Ziegler e Natta otterranno il premio Nobel per la Chimica.
Giulio Natta muore a Bergamo il 2 maggio 1979.
I risultati esposti nel vostro manoscritto sono di interesse straordinario, forse si dovrebbe definirli di significato rivoluzionario (Paul Flory)
Il successo di Natta fu reso possibile dall'unione di due forze diverse. Da una parte vi era stata la disponibilità della Montecatini, e dall'altra Natta aveva dimostrato di essere in grado di organizzare con ricercatori di vaglia e strumenti di avanguardia un vero centro di eccellenza. Questa sinergia fra mondo accademico e mondo economico, così insolita nel panorama italiano, e la decennale esperienza di Natta come chimico industriale fecero sì che alla scoperta dei polimeri isotattici seguisse un duplice trionfo, scientifico ed economico, veramente impressionante (Luigi Cerruti)
Profondo e attento conoscitore di uomini, Egli sapeva mantenere con tutti rapporti sinceramente umani che, a causa di un'innata timidezza e riservatezza, si manifestavano soprattutto nelle pause del suo incessante lavoro di scienziato (Italo Pasquon)
Inconfondibile, leggero, resistente … Ma signora guardi ben che sia fatto di Moplen (Gino Bramieri)
Polipropilene isotattico