fbpx Enzimi per giocare con il DNA | Scienza in rete

Enzimi per giocare con il DNA

Read time: 1 min

Pubblicati su Nature Methods una serie di articoli che descrivono le tecniche che sono state impiegate per sviluppare gli enzimi in grado ti tagliare sequenze di DNA specifiche all’interno dei genomi di tutte le specie. Nei lavori presentati si evidanziano anche le difficoltà che s’incontrano nell’utilizzarli e vengono descritte le affascinanti e molteplici applicazioni.
Le due classi di enzimi maggiormente utilizzate sono le nucleasi zinc finger (ZFNS ), già diffuse nel decennio passato, e le più recenti nucleasi transcription activator-like effector (TALENS). Le ZFNS  sono costituite da un dominio di legame al DNA, derivato dalle proteine zinc finger, legato all’enzima di restrizione Fox-1. Le TALENS , invece, sono caratterizzate dal dominio di legame al DNA TAL, proprio dei fattori di trascrizione isolati in batteri patogeni delle piante.
Il ricercatore, attraverso questi strumenti è in grado di “giocare” con i geni in molteplici modi: eliminandoli, mutandoli o seguendoli da vicino nel contesto endogeno.
Oggi i metodi per disegnare e ordinare le nucleasi sono a disposizione di un numero sempre maggiore di ricercatori contribuendo allo sviluppo della scienza.

Method of the Year 2011: Genome Editing with Engineered Nucleases. doi:10.1038/nmeth.1852

Autori: 
Sezioni: 
Biologia molecolare

prossimo articolo

Sanità più sostenibile: le raccomandazioni SIAARTI per una anestesia green

Immagine di una sala operatoria con un anestesista e un paziente addormentato sullo sfondo di elementi vegetali

Nel contesto della campagna Green Choosing Wisely, sostenuta da Slow Medicine, con la finalità di rendere i sistemi sanitari più sostenibili, la Società italiana di anestesia ha pubblicato le cinque raccomandazioni per rendere le attività legate all’anestesia e all’analgesia meno impattanti sull’ambiente. A partire dalla scelta dei gas utilizzati per addormentare i pazienti, di cui alcuni hanno un effetto serra che supera di migliaia di volte quello della CO2.

Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni: il 5% circa delle immissioni in atmosfera di gas clima-alteranti di origine antropica è riconducibile ai servizi sanitari, un valore equivalente a circa il doppio delle immissioni legate all’intero trasporto aereo mondiale (si veda, per questi dati, il Lancet).