H5N1 è la sigla che definisce il virus dell'influenza aviaria, individuato per la prima volta a Hong Kong nel 1967. È difficile che questo virus si trasmetta agli esseri umani, diversamente di quanto accade con l'influenza di stagione, la trasmissione può avvenire infatti solo per contatto diretto con l'animale malato o con le sue secrezioni. Quando però avviene , il virus aviario H5N1 è letale in circa il 60% dei casi. Nel mese di dicembre, scienziati provenienti da due gruppi indipendenti, uno guidato da Ron Fouchier presso la Erasmus Medical Center in Olanda e l'altro da Yoshi Kawaoke presso l'Università del Wisconsin, hanno riferito di aver manipolato con successo il virus H5N1 per renderlo più virulento, potenzialmente in grado di trasmettersi da uomo a uomo. Fouchier e Kawaoke avevano in programma di pubblicare le loro ricerche sulle riviste Science e Nature, almeno fino a quando la National Science Advisory Board for Biosecurity (NSABB), ha chiesto ai ricercatori e agli editori delle riviste di astenersi dal pubblicare i dettagli sulla nuova versione del virus. Troppo rischioso, avevano detto i suoi esperti, divulgare i dettagli dello studio. Qualcuno potrebbe usarlo a scopi terroristici. A febbraio dopo un incontro di due giorni, tenutosi a Ginevra, al quale hanno preso parte 22 tra i massimi esperti in biosicurezza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha deciso che i due controversi studi sul virus influenzale H5N1 saranno pubblicati integralmente.
Gli scienziati hanno concluso che la ricerca nella creazione di forme più trasmissibili di virus influenzali H5N1 è importante e deve continuare. I due lavori saranno quindi pubblicati, bisognerà solo aspettare ancora qualche mese. Il tempo necessario per organizzare nuovi incontri e consentire ulteriori discussioni sugli aspetti legati alla biosicurezza. Queste settimane sono state caratterizzate quindi da grandi discussioni e cambiamenti di scena dove è stato messa in discussione la libertà e l’indipendenza della ricerca scientifica. Nonostante l’impatto positivo di tali studi ed i benefici che essi posso apportare, la paura percepita che il virus possa sfuggire dai laboratori ha generato un intenso dibattito pubblico nei media sui benefici e sui potenziali danni di questo tipo di ricerca.
Vengono di seguito proposti una serie di articoli che analizzano questa vicenda sotto i suoi diversi aspetti non tralasciando l’aspetto bioetico e le dinamiche politiche e economiche che sono entrate in gioco.