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Le due culture

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"Non si può comprendere il mondo senza suonare il piano" diceva il grande fisico Wolfgang Pauli.

Guardo questo libro e sorrido, mi pervade una sensazione di compiacimento. Ho visto nascere l'idea che ha portato alla sua realizzazione e ora, finalmente, eccolo lì. Lo apro, annuso le sue pagine ad occhi chiusi e ripercorro la sua storia e i suoi argomenti.


Carafoli, Ernesto; Danieli, Gian Antonio; Longo, Giuseppe O. (Eds.). The Two Cultures: Shared Problems. 2009, XIV, 324 p. 115 illus. 67 euro.

"The two cultures: shared problems" è il titolo. Ma è anche il titolo del Simposio pensato due anni fa a Venezia per ripercorrere il tema del dialogo tra le due culture: l'arte e la scienza. Il titolo è stato ripreso dalla celebre Lettura di C.P. Snow del 1959, durante la quale per la prima volta troviamo una distinzione tra la cultura letteraria e la cultura scientifica. Le due discipline venivano contrapposte, la letteratura (alla quale solo più tardi sarà associata anche l'arte) era intesa come la cultura tradizionale che niente aveva a che fare, e forse nemmeno ci teneva, con la scienza.

La divisione tra le due culture è stata superata col tempo tanto che ora l'ambizione è di ricercarne i punti di incontro. E proprio da questo desiderio ha avuto origine l'iniziativa di offrire un forum ad alcuni dei più importanti scienziati, filosofi ed artisti contemporanei: dal confronto del loro proprio bagaglio di esperienze e conoscenze poteva nascere un brillante dialogo sulle analogie, piuttosto che sulle distinzioni, tra scienza e arte. E così difatti è stato.

Nell'anno che celebra il cinquantesimo anniversario della lettura di Snow, esce appunto con questo libro la raccolta degli atti dello speciale Simposio di Venezia. La tradizionale distinzione tra le due culture appare approssimativa dopo la lettura di questo volume. Scopriamo infatti che la ricerca della verità da una parte e la ricerca della bellezza dall'altra hanno in comune il fine della conoscenza, vale a dire il dare un senso alla realtà. Senza dimenticare che entrambe le culture creano a partire dall'intuizione e giungono al prodotto tendendo sia alla verità che alla bellezza.

Il problema del tempo e del suo significato, il senso dell'infinito e del nulla sono punti di grande importanza per entrambe le culture. Ma i grandi problemi hanno significato proprio perché la mente umana è in grado di pensarli. E l'essere umano è naturalmente attratto dalla bellezza della poesia, della pittura e della musica. Ma quali sono i motivi storici che si nascondo dietro questi temi? Quali sono le caratteristiche micro-anatomiche del cervello coinvolte nella formulazione del pensiero? Ed infine, quali sono i parametri per definire l'oggettività del senso estetico? Questi sono stati alcuni degli spunti che hanno dato il via all'affascinante confronto tra menti brillanti. Ed il confronto è una delle componenti più importanti che ritroviamo anche nel libro. Come se fossimo proprio al Simposio, ogni capitolo ci riporta fedelmente lo scambio di opinioni avvenuto al termine di ogni contributo, un confronto diretto che porta alla nostra attenzione i dubbi di chi ha voluto partecipare. Un dialogo in piena regola.

La lettura non è sempre facile, la peculiarità di alcuni argomenti può apparire difficoltosa, ma la competenza degli autori vale lo sforzo di provare a cimentarsi con i temi affrontati.

Ce n'è per tutti i gusti: lo scienziato troverà appagante ritrovarsi nei ragionamenti della scienza, il letterato nelle dissertazioni letterarie, il filosofo nelle argomentazioni logiche e l'artista nell'analisi delle opere d'arte, ma non solo, e il musicista nella visione matematica e psicoanalitica della musica. Ma il coinvolgimento nella lettura nasce dalla versatilità degli autori, dalla disponibilità a confrontarsi sia con i temi della scienza o che dell'arte. Troviamo allora il matematico che cerca la simmetria della natura, o che illustra i paradossi del tempo, il biochimico ed il fisico che si domandano da dove ha origine la percezione della bellezza, il pianista che legge i suoi spartiti in chiave psicologica, e così via. Affascinante.

Nella prima parte del libro siamo guidati da fisici, matematici e filosofi alla scoperta delle teorie sull'inizio e sullo scorrere del tempo (G.Veneziano, J.J.A. Mooji), sull'evoluzione dell'Universo (R. Durrer), sul concetto del vuoto (L. Boi) e del nulla (E. Mazzarella), fino ad arrivare ad una piacevole dissertazione filosofico-letteraria sui paradossi del procedere del tempo (P. Odifreddi). La seconda parte ci porta nel campo dell'intelligenza e della percezione delle emozioni, iniziando col punto di vista scientifico-anatomico (G. Vallortigara, E. Goldberg) per passare a quello psicoanalitico (J. Rasche), spiegandoci le sensazioni legate all'ascolto della musica. L'ultima parte, prosegue con la definizione di bellezza e creatività dal punto di vista dello scienziato (M. du Sautoy, G. O. Longo, E. Carafoli), del filosofo (M. Ferraris) e dell'artista (M. Botta, M. Pistoletto).

Li leggiamo tutti, di seguito. Ciò che resta alla fine è la sensazione di sedere in una postazione privilegiata, dalla quale  osservare con occhi spalancati e incuriositi una nuova visione della scienza e dell'arte. E rimanere alla fine sorpresi da quanto scienza e arte, in fondo, hanno in comune.

 

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