fbpx Aspirina meglio degli anticoagulanti? | Scienza in rete

Aspirina meglio degli anticoagulanti?

Tempo di lettura: 3 mins

Basse dosi di aspirina riducono del 40% le recidive di trombosi venosa e di embolia polmonare, che colpiscono ogni anno in Italia 130.000 persone, con una elevata mortalità (30.000 all’anno) e un’altrettanto alta incidenza di invalidità attraverso la sindrome post-flebitica (ulcere, vene varicose). A dimostrare l’efficacia dell’aspirina uno studio sul New England Journal of Medicine condotto da Cecilia Becattini e Giancarlo Agnelli dell’Università di Perugia.

“Circa il 20% dei pazienti con una trombosi venosa 'ingiustificata', ovvero che insorge in assenza di un fattore di rischio - spiegano gli autori – ha una recidiva entro due anni dalla fine della terapia anticoagulante standard di 6-12 mesi con gli antagonisti della vitamina K (warfarina, acenocumarolo). Continuare questa terapia per più tempo previene le ricadute, ma aumenta il rischio di emorragie anche gravi". In pratica, finora i clinici erano di fronte a un dilemma: continuare la terapia anticoagulante metteva il paziente a rischio di sanguinamenti ed emorragie, ma interromperla aumentava il rischio di recidive della trombosi. Nello studio WARFASA (dal nome della warfarina, il più usato farmaco anticoagulante, e dell'aspirina), Becattini e Agnelli hanno condotto un’analisi in doppio cieco in 400 pazienti che avevano avuto una trombosi ingiustificata, e che avevano completato da 6 a 18 mesi di terapia standard con warfarina. Metà di essi sono stati quindi randomizzati a basse dosi di aspirina (100 mg al giorno), l'altra metà a placebo per un periodo di osservazione di 2 anni: 28 pazienti che assumevano aspirina hanno avuto una ricaduta di trombosi, contro i 43 che assumevano il placebo.

"Possiamo concludere - spiega lo studio - che l'aspirina, somministrata in seguito a un trattamento tradizionale con warfarina nei pazienti che hanno avuto una trombosi venosa ingiustificata, è efficace nel ridurre le ricadute, e non porta ad aumenti del rischio di gravi emorragie. Questa terapia è quindi una potenziale alternativa per evitare di estendere nel tempo la terapia anticoagulante con la warfarina”.

Perché questo studio tutto italiano e pubblicato su un grande giornale clinico è importante? La trombosi venosa è la terza malattia cardiovascolare per frequenza, dopo ictus e infarto. Lo studio di Becattini e Agnelli ha ottenuto un risultato storico: poter estendere gli effetti preventivi della terapia anticoagulante senza aumentare i rischi di sanguinamento. Gli antagonisti della vitamina K come la warfarina hanno un effetto più marcato dell’aspirina, perché riducono il rischio di recidiva trombotica dell’80% (contro solo il 40% dell’aspirina), ma hanno anche un assai maggiore rischio di emorragia. Come si sceglie fra i due farmaci? Dipende dal rischio di recidiva di trombosi: se questo è also si sceglie la warfarina, mentre quando il rischio è relativamente basso si sceglie l’aspirina.

L’aspirina è molto economica ed è molto sicura: la conosciamo da 100 anni, e non costringe il paziente ad alcun controllo di laboratorio.

Infine, una caratteristica importante dello studio WARFASA è di essere stato concepito e condotto in maniera del tutto indipendente dall’industria farmaceutica, che non ha certo mostrato particolare interesse a condurre una sperimentazione clinica che coinvolgeva farmaci a bassissimo costo come l’aspirina e la warfarina.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Allarme AIFA sull’antibioticoresistenza, rischia di diventare la prima causa di morte in Italia

Immagini e testi della campagna dell'ECDC sull'uso corretto di antibiotici

In occasione della Giornata europea degli antibiotici, il 18 novembre, l’AIFA ha reso pubblico un dossier che denuncia nuovamente il grave rischio dell’antibioticoresistenza, che ci lascia privi di armi per combattere infezioni pericolose. Tra le cause il consumo improprio ed eccessivo di antibiotici, che vede l’Italia messa tra i peggiori in UE: oggi consumiamo più antibiotici e abbiamo più decessi legati a infezioni da batteri resistenti di qualsiasi altro paese europeo. E nell’ultimo anno il consumo di antimicrobici è aumentato del 6,3%. Nell'immagine: campagna ECDC sull'uso corretto di antibiotici.

Iniziamo dai numeri, tratti dal dossier sull'antibioticoresistenza pubblicato da AIFA nella giornata mondiale degli antibiotici, che si celebra il 18 novembre di ogni anno (puoi leggere in calce all'articolo la versione completa del rapporto, mentre nel sito Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità trovi le iniziative relative alla giornata e settimana mondiale d