La cronaca quotidiana continua a
proporci problemi di più o meno facile soluzione: la crisi economica,
l’approvvigionamento energetico, i mutamenti climatici, le disgrazie naturali e
la capacità di prevederle, …
La lista potrebbe proseguire, ma queste poche voci
dovrebbero bastare a rendere l’idea delle difficoltà che i miliardi di uomini
brulicanti sulla superficie terrestre devono e soprattutto dovranno affrontare.
Ogni soluzione, anche parziale e limitata, a uno di questi problemi è
certamente benvenuta e potrebbe assicurare fama imperitura e ricchezza
illimitata a chiunque sia in grado di proporla.
Ieri a Roma, presso la sala della Mercede, una specie di dependance della Camera dei Deputati, si è tenuto un ambizioso convegno che aveva un titolo altisonante e che prometteva di risolvere in toto almeno uno dei grandi problemi di cui sopra, quello dell’energia: "Verso un rivoluzione energetica non inquinante"
Scopo nobilissimo quello del convegno:
poter disporre, in tempi relativamente brevi, di una tecnologia assolutamente rivoluzionaria per la produzione di energia a bassissimo costo
il che
potrebbe contribuire, anche nel panorama europeo e mondiale dei mercati, a ristabilire un clima di fiducia e di speranza per il futuro del Paese e per il benessere dei cittadini
Le basi di questa salvifica rivoluzione ci erano state svelate ancor prima del convegno:
Lo scopo del convegno è quello di far luce e chiarire le motivazioni che giustificano l’urgenza di operare nella direzione di una sperimentazione su quella rivoluzionaria sorgente di energia, quasi gratuita, basata su reazioni fisiche di un nuovo tipo, nota come LENR (Low Energy Nuclear Reactions, reazioni nucleari a bassa energia).
LENR? Non preoccupiamoci, si tratta di una vecchia conoscenza, la fusione fredda. Arricchita dalle sue più recenti repliche che, come tutte le repliche, ripropongono le tragedie della storia sotto forma di farsa. Stiamo parlando delle reazioni piezonucleari di Alberto Carpinteri. Ebbene si, proprio quelle che hanno spinto 1100 ricercatori, e quattro premi Nobel, a firmare un appello indirizzato al Ministro Profumo per porre fine allo sconcio del Presidente di un ente nazionale di ricerca (l’INRIM) che pretende di mettere in cima alle priorità dell’istituzione da lui guidata qualcosa che non ha alcun fondamento scientifico e che oltretutto non rientra nemmeno tra le attività istituzionali dell’istituzione stessa. E tanto è stato lo sconcio che il Ministro ha ritenuto opportuno “fare una brusca frenata” come ha titolato Science , oppure far scrivere a Nature che “gli scienziati italiani hanno vinto una battaglia per fermare una ricerca controversa”.
Il bello però deve ancora venire, ma andiamo per gradi, e
in crescendo.
Innanzitutto concentriamoci sugli organizzatori del convegno. Se
si guarda la locandina risulta che l’Università di Palermo avrebbe dato il suo
patrocinio, mentre, sul sito di Radio Radicale si parla addirittura di “promozione” del convegno. Il delegato alla ricerca dell’Ateneo, il Prof.
Caro Presidente, in relazione al convegno sotto riportato e nella mia qualità di delegato del Rettore dell'Università di Palermo per le attività della Ricerca, voglio comunicare a te e a tutti gli afferenti CNISM, e, in particolare, all'Unità CNISM di Palermo per tramite del Responsabile d'Unità, Davide Valenti, la mia assoluta estraneità, e il mio forte dissenso, alla decisione presa dal Magnifico Rettore in merito alla sponsorizzazione del nostro Ateneo a tale evento. A quanto mi risulta, tale decisione è stata presa in buona fede sulla base della richiesta di due giovani ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Chimica, Gestionale, Informatica, Meccanica.
Insomma, una sponsorizzazione celata con metodo, si direbbe, ma siamo ancora ai preliminari. La vera notizia è l’identità del promotore dell’iniziativa: nientemeno che l’On. Domenico Scilipoti (!!!) il quale, prima di dedicare la giornata di lunedì alla soluzione dei problemi del mondo, ci aveva allietati, nella domenica che l’ha preceduto, con attesissime rivelazioni circa la sua adesione a una visione taoista e tantrica dell’attività sessuale che prevede copulazioni quindicinali senza peraltro arrivare mai al dunque:
Sono riuscito ad avere rapporti sessuali senza provare l'orgasmo anche per quindici giorni
Forte di cotanta energia immagazzinata il nostro si è presentato
in Via della Mercede, già sede di un recente convegno contro il signoraggio
bancario dove, con molta “signorilità” avevamo avuto modo di apprezzare anche
l’interessante contributo di una nota esponente del mondo dello spettacolo
nonché, e l’occasione è servita a ribadirlo, laureata in Economia presso una
prestigiosa e oggi ancor più blasonata Università italiana,
Stiamo
Roma, 02/07/2012. Questo è quanto è emerso nel corso del Convegno, Verso una rivoluzione energetica non inquinante, organizzato dall’Onorevole Domenico Scilipoti, oggi, nella Sala della Mercede. Al termine del proprio intervento il Professor Alberto Carpinteri, Presidente dell’Istituto nazionale di ricerca metrologica, risponde alla domanda posta dall’Onorevole Scilipoti riguardo alla possibilità di previsione dei terremoti: “ La mia risposta è, assolutamente, affermativa. Le emissioni di neutroni - continua il Professor Carpinteri - sono, sicuramente, un precursore sismico assieme a quelli già noti: le emissioni acustiche ed elettromagnetiche”.
Ci saremmo aspettati una risposta al problema energetico,
in particolare clamorose rivelazioni sul reattore a fusione fredda noto come e-cat
del Sig.
La questione è antica (quanto il problema) e nel corso dei
secoli si è sempre vagheggiato di “segnali precursori”, che la fantasia
popolare ha spesso individuato nel colore del cielo, nel comportamento degli
animali domestici, nel dolore delle vecchie ferite. Più recentemente sono stati
tirati in ballo indicatori più tecnici: la concentrazione di radon, le
emissioni elettromagnetiche, le emissioni acustiche, …
Ultima trovata le
emissioni di neutroni, come sostenuto da un gruppo di scienziati russi (un
gruppo, uno solo, nessun altro ha mai confermato questa ipotesi). Secondo
questi russi, prima di un terremoto si avrebbe un aumento del numero di
neutroni in circolazione, non si sa bene il perché. Questa affermazione porta
acqua al mulino di Carpinteri che è un fautore delle reazioni piezonucleari: se
strizzo una roccia escono neutroni e quindi, quando sta per verificarsi un
terremoto, le rocce compresse cominciano a emettere più neutroni del solito.
Come poi i neutroni così generati a qualche chilometro sotto la crosta
terrestre possano arrivare alla superficie per essere rivelati è un aspetto
ancora oscuro. Nonostante questa e altre domande che sarebbe opportuno fare,
Carpinteri vive di alcune certezze, che possiamo così riassumere:
1) Le reazioni piezonucleari esistono.
2) I terremoti possono essere prevenuti contando i neutroni dell’ambiente.
Non ci occuperemo qui dell’esistenza delle reazioni piezonucleari, sulle quali molto è già stato detto. L’argomento nuovo è quello dei neutroni per prevedere i terremoti. Argomento che merita attenzione e rispetto. Per questo da qui in avanti il pezzo procede con toni “seri” e senza ironia.
Non sono un geofisico, ma capisco abbastanza di fisica e in particolare di fenomeni catastrofici per poter dire qualcosa di sensato. Magari riprendendo quanto affermano gli esperti di fenomeni sismici. Per farla breve, allo stato attuale delle nostre conoscenze non è possibile fare previsioni relativamente al verificarsi di terremoti, e nessuno dei sistemi fino ad ora proposti si è rivelato efficace. È un problema difficile, chissà se sarà mai risolto, per dare un’idea proviamo a confrontarlo con quello delle previsioni del tempo. Fare previsioni meteorologiche significa prendere una mole enorme di dati acquisiti da migliaia di stazioni di osservazione che forniscono dati sulla temperatura, l’umidità, la velocità del vento, … Questa moltitudine di dati viene poi data in pasto a computer giganteschi che, macinandoli per ore, ne tirano fuori degli scenari che in genere funzionano bene per il giorno successivo, forse per dopodomani, se va bene per i prossimi due giorni, ma nessuno è in grado di dire se pioverà o no tra una settimana. Figuriamoci tra qualche mese. È per questo che considero dei volgari imbroglioni tutti quelli che pontificano sul fatto che “avremo un estate caldissima” o cose del genere.
Prevedere i terremoti significa essere in grado di dire cosa farà il sottosuolo. E del sottosuolo sappiamo molto, ma molto meno di quello che succede nell’atmosfera (e questo è un altro bell’argomento anche se poco noto, consiglio di cercare qualcosa sul cosiddetto “Kola borehole” per capire quanto poco sappiamo di quello che ci sta sotto i piedi). Quindi, personalemente ritengo che chiunque annunci scorciatoie “semplici” per sapere quando ci sarà un terremoto, si avvicina pericolosamente ai limiti della mistificazione.
Ieri, per tornare a bomba, in una sede (la sala della Mercede) che dovrebbe rappresentare una delle massime istituzioni dello stato italiano, si è tenuto un convegno nel quale un Deputato della Repubblica, sostenuto in base a quanto da lui stesso affermato dal Presidente di un importante istituto nazionale di ricerca, ha affermato di conoscere il modo per prevedere i terremoti. Tutto questo è inaccettabile. Che il politico in questione sia discutibile è inutile spiegarlo, che il Presidente di un’istituzione scientifica pagato con i soldi dei contribuenti avalli (secondo quanto riportato dal politico di cui sopra) affermazioni del tutto prive di alcun fondamento scientifico è altrettanto discutibile e dovrebbe spingere il Ministero competente (quello della Ricerca) a rimuovere immediatamente dall’incarico un personaggio di tal fatta.
Un atto dovuto nel nome della decenza nonché del rispetto per tutti noi italiani che, vivendo in una terra bella e fragile, siamo esposti a terribili rischi sismici e avremmo bisogno di ben altro e non di scienziati che promettono l’impossibile.