L'emissione
di anidride carbonica è un classico parametro per descrivere lo
sviluppo economico di un paese. La produzione delle merci e il loro
consumo richiede una spesa energetica legata alla CO2 emessa. Oggi
siamo a quasi 400ppm quando cinquanta anni fa il livello era a
320ppm.
Il problema è che il ciclo della CO2 è estremamente lento.
Prima che l'ambiente riassorba l'eccesso di gas occorrono centinaia
di anni. L'emissione attuale perciò provocherà effetti tangibili
alle generazioni future.
Il grafico che viene presentato mostra l'emissione di anidride carbonica di alcuni paesi del mondo. I dati sono stati trovati sul sito della Banca Mondiale.
Si nota immediatamente la grande produzione pro capite annuale di CO2 di un cittadino americano, ben 3 volte superiore alla media mondiale. Si vedono molto bene le diminuzioni dovute alle crisi petrolifere. Nella Federazione Russa, nata dalle macerie dell'URSS, le statistiche partono dal 1992. Anche qui è evidente il tracollo dell'economia russa che dimostra la correlazione tra emissione di CO2 e lo stato di salute dell'economia. Spicca anche la crescita della Cina negli ultimi dieci anni che ha praticamente raddoppiato l'emissione pro capite. Il livello è sempre inferiore a quello americano, ma i cinesi sono pur sempre un miliardo e trecento milioni.
Il grafico spiega bene anche l'approccio che hanno avuto i paesi membri delle Nazioni Unite durante la Conferenza di Rio+20. Da una parte i paesi ad alto tasso di emissione (Usa, Europa) e dall'altra i paesi emergenti (BRIC) con tasse decisamente inferiori, ma comunque in crescita.