La luna emana atomi di idrogeno ad altissima velocità. Alla vigilia del 40° anniversario del primo sbarco sulla luna, il satellite terrestre sorprende gli scienziati con una scoperta fatta per caso da una navicella spaziale lanciata dalla NASA per tutt'altro scopo: studiare i confini del sistema solare. Ma quando i ricercatori del Southwest Research Institute di San Antonio, in Texas, hanno attivato un rilevatore di particelle ad alta velocità a bordo dell'Interstellar Boundary Explorer, la luna si trovava nel suo raggio d'azione e l'apparecchiatura ha così messo in evidenza la pioggia di idrogeno proveniente dal satellite terrestre. Anch'esso, come tutti gli altri corpi celesti, viene colpito dalle radiazioni costituite da protoni provenienti dal vento solare, che si irradiano dal sole in tutte le direzioni alla velocità di 1,6 milioni di chilometri all'ora. Si sospettava già che una piccola parte di queste potesse raccogliere un elettrone e rimbalzare dalla superficie lunare sotto forma di idrogeno ad alta velocità, ma è la prima volta che il fenomeno viene dimostrato, visualizzato e quantificato: gli studiosi texani hanno calcolato che riguarda il 10 per cento circa dei protoni di origine solare che colpiscono la luna. Gli esperti pensano che la scoperta sarà molto utile per studiare meglio la superficie lunare.
Dalla luna piove idrogeno
Primary tabs
prossimo articolo
Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione
Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.
Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?