fbpx Appello per una corretta educazione alimentare: epilogo? | Scienza in rete

Appello per una corretta educazione alimentare: epilogo?

Read time: 2 mins

Il 4 settembre 2012 Scienzainrete ha pubblicato una riflessione sull'accordo tra Miur e Federalimentare, che affida all’associazione delle industrie alimentari l'educazione in questo campo per bambini e famiglie. Nella riflessione mettevamo in luce il conflitto di interesse di cui, in questo caso, l'industria è portatrice, insieme a un uso distorto del concetto di responsabilità sociale d'impresa. La riflessione era seguita da un appello rivolto ai ministri interessati e ad altri interlocutori, tra cui gli insegnanti. Il testo è stato letto da oltre 1000 lettori e l'appello firmato da quasi 200 persone, alcuni giornali ne hanno ripreso i contenuti. 

Il 26 settembre, il sito "Il gusto fa scuola" è stato modificato e sono stati eliminati i contenuti più esplicitamente commerciali e il capitolo sulle bevande alcoliche nella parte dedicata ai ragazzi. È la seconda volta che questo avviene, perché già nel luglio scorso quando avevamo cominciato a discutere con vari colleghi il carattere quasi pubblicitario del sito, ben presto erano state eliminate le parti oggetto della nostra critica. Non sappiamo perché e come siano state apportate queste ulteriori modifiche, tuttavia ciò conferma, secondo noi, la mancanza di trasparenza, solidità e credibilità di tutta questa operazione, con messaggi caratterizzanti che possono entrare e uscire, senza nessuna spiegazione. Se queste modifiche sono state apportate sotto la pressione nata dalla nostra iniziativa, dovremmo pensare che la critica sia stata benefica. 

In ogni caso, il punto centrale della nostra critica si conferma valido: l'accordo Miur- Federalimentare è inopportuno e questa iniziativa non può essere considerata appropriata per promuovere una sana alimentazione, a causa delle informazioni incomplete e fuorvianti che contiene, per i conflitti di interesse esistenti e per la confusione dei ruoli tra enti pubblici e aziende private. L'industria alimentare si può dimostrare responsabile producendo alimenti sani, trattando bene l'agricoltura, reinvestendo una buona parte dei profitti per fare ricerca, migliorare e creare più lavoro, ed eliminando la pubblicità di prodotti insalubri rivolta ai bambini. Ma, in ogni caso, bisogna riconoscere che è portatrice di interessi particolari

Vorremmo invece che l'educazione dei bambini fosse guidata e curata da chi rappresenta interessi generali e non di parte. 

Pirous Fateh-Moghadam, Laura Ferrari (Osservatorio per la salute, Provincia autonoma di Trento) 

Paolo D’Argenio (consulente in sanità pubblica, già vice direttore generale prevenzione Ministero della Salute) 

Margherita Caroli (Dottore di ricerca in nutrizione dell'età evolutiva Past President dell'European Childhood Obesity Group)

Pasquale Strazzullo (Ordinario di Medicina Interna Università di Napoli Federico II, Coordinatore del Gruppo di Lavoro Intersocietario per la Riduzione del Consumo di Sale in Italia - GIRCSI)

Andrea Vania (Presidente dell'European Childhood Obesity Group - ECOG ) 


Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?