fbpx Lefkowitz e Kobilka Nobel 2012 | Scienza in rete

Lefkowitz e Kobilka Nobel 2012

Read time: 2 mins

Il premio Nobel per la Chimica 2012 è stato assegnato a Robert Lefkowitz, Duke University Medical Center, Durham, NC, USA e a Brian Kobilka, Stanford University School of Medicine, Stanford, CA, USA, per le loro ricerche sulla segnalazione cellulare e, in particolare, "per gli studi sui recettori accoppiati alle proteine G".

Il nostro corpo è costituito da miliardi di cellule. Per stare insieme, le cellule devono essere in grado di poter comunicare con l’ambiente esterno e tra loro in modo efficace, utilizzando messaggi e sistemi di segnalazione complessi e altamente regolati. Alcuni importanti messaggeri dell’organismo sono gli ormoni che stimolano la risposta cellulare attraverso recettori specifici presenti sulla membrana delle cellule. I recettori accoppiati a proteine G sono stati per la prima volta identificati studiando la segnalazione cellulare promossa dall’ormone adrenalina, che permette all’organismo di rispondere a situazioni di stress modificando il comportamento cellulare. Le prime ricerche in questo senso risalgono alla fine degli anni ’60 quando Lefkowitz riuscì ad isolare il recettore beta adrenergico per l’adrenalina a partire da estratti cellulari. Successivamente negli anni ’80 Kobilka definì la sequenza genica del recettore e dedusse la struttura caratteristica e i domini funzionali. Il recettore beta adrenergico rappresenta da allora il modello di una classe di recettori impegnato in molteplici vie di attivazione cellulare, tra cui i meccanismi della visione e degli organi di senso, e che utilizza una via comune di segnalazione finemente regolata attraverso il coinvolgimento di proteine intracellulari note come proteine G.

Recentemente, nel 2011, il gruppo di Kobilka è anche riuscito ad ottenere un’immagine del recettore beta adrenergico legato all’adrenalina e a visualizzare l’innesco della segnalazione intracellulare. 



Autori: 
Sezioni: 
Chimica

prossimo articolo

Sanità più sostenibile: le raccomandazioni SIAARTI per una anestesia green

Immagine di una sala operatoria con un anestesista e un paziente addormentato sullo sfondo di elementi vegetali

Nel contesto della campagna Green Choosing Wisely, sostenuta da Slow Medicine, con la finalità di rendere i sistemi sanitari più sostenibili, la Società italiana di anestesia ha pubblicato le cinque raccomandazioni per rendere le attività legate all’anestesia e all’analgesia meno impattanti sull’ambiente. A partire dalla scelta dei gas utilizzati per addormentare i pazienti, di cui alcuni hanno un effetto serra che supera di migliaia di volte quello della CO2.

Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni: il 5% circa delle immissioni in atmosfera di gas clima-alteranti di origine antropica è riconducibile ai servizi sanitari, un valore equivalente a circa il doppio delle immissioni legate all’intero trasporto aereo mondiale (si veda, per questi dati, il Lancet).