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Virus mansueto ma non troppo

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Da oggi si sa qualcosa di più del virus H1N1 responsabile della pandemia di influenza in corso. Yoshihiro Kawaoka, giapponese distaccato presso la University of Wisconsin a Madison, ha collaborato con una serie di laboratori del Sol levante per esaminare in vitro e in vivo alcuni ceppi virali responsabili dell’infezione, tra cui A/California/04/09, proveniente da uno dei primi casi individuati in California. La sua somiglianza con il ceppo responsabile della pandemia del 1918 è stata confermata dal fatto che viene neutralizzato dal siero di soggetti nati prima del 1920. Inoltre i risultati di laboratorio confermano che il virus è meno innocuo di quanto sembra: si diffonde in maniera asintomatica tra i maiali, il che spiega perché ha potuto agire indisturbato, ma nei topi e nei macachi provoca danni polmonari maggiori degli analoghi virus responsabili della forma stagionale: ciò spiega forse perché, se è vero che la maggior parte dei casi finora descritti si sono risolti senza gravi conseguenze, molti dei malati ricoverati in ospedale non avevano patologie debilitanti predisponenti.

Nature advance online publication 13 July 2009 doi:10.1038/nature08260

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Influenza

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Di latticini, biotecnologie e latte sintetico

La produzione di formaggio è tradizionalmente legata all’allevamento bovino, ma l’uso di batteri geneticamente modificati per produrre caglio ha ridotto in modo significativo la necessità di sacrificare vitelli. Le mucche, però, devono comunque essere ingravidate per la produzione di latte, con conseguente nascita dei vitelli: come si può ovviare? Una risposta è il latte "sintetico" (non propriamente coltivato), che, al di là dei vantaggi etici, ha anche un minor costo ambientale.

Per fare il formaggio ci vuole il latte (e il caglio). Per fare sia il latte che il caglio servono le vacche (e i vitelli). Cioè ci vuole una vitella di razza lattifera, allevata fino a raggiungere l’età riproduttiva, inseminata artificialmente appena possibile con il seme di un toro selezionato e successivamente “forzata”, cioè con periodi brevissimi tra una gravidanza e la successiva e tra una lattazione e l’altra, in modo da produrre più latte possibile per il maggior tempo possibile nell’arco dell’anno.